Hawaii Millionaire maggio 2017
Hawaii, Paradiso esotico e sogni di impresa, nella sezione Mollo tutto, Millionaire maggio 2017

Mollo tutto e vado alle Hawaii

Di
Silvia Messa
29 Aprile 2017

Trasferirsi alle Hawaii significa vivere in uno Stato Usa. Ma anche abitare (e fare impresa) in un’isola in mezzo all’oceano Pacifico, che punta sullo studio dell’ambiente, nuove risorse e turismo.

Vivere in uno stato americano. Ma anche in un’isola a 4mila chilometri dalle coste della California. Si può, se si decide di trasferirsi alle Hawaii. Gli Italiani ci sono. Alcuni hanno portato lì il gusto e le griffe italiane. Altri sono spinti dalla passione per l’Oceano e le onde. Altri possono realizzare il sogno di una startup scientifica.

Paradiso esotico per il relax o sede per un business?

Agli italiani le Hawaii piacciono. E non pensiamo solo agli appassionati di palme, ukulele, onde. Verso questo arcipelago in mezzo all’Oceano Pacifico, a ben 4 mila km dalla costa Occidentale del Usa, non c’è stato un vero flusso migratorio dall’Italia.

Italiani nella storia delle Hawaii

Alcuni italiani, però, hanno lasciato un segno nella storia dell’arcipelago. Uno tra tutti, John Owen Dominis, marito dell’ultima regina hawaiana, espropriata dal trono nel 1893 dagli americani. Solo un secolo dopo Bill Clinton ha firmato un documento di scuse per questo intervento forzato. Dal 1959 le Hawaii sono 50° Stato degli Usa, hanno un Governatore locale, un Senato e una Camera dei deputati. La giustizia è amministrata secondo il sistema giudiziario degli States.

La comunità italiana

Oggi una comunità di 550 italiani vive nelle isole. Secondo l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, 380 di loro stanno a Honolulu. Il loro punto di riferimento sono i Consolati in California e il Consolato Onorario delle Hawaii.

Saranno pochi, ma hanno aperto locali, ristoranti, negozi di griffe, società di servizi, attività turistiche e produttive. E non si fanno mancare occasioni per assaporare un po’ d’Italia, anche grazie all’attività della Foisoh, Friends of Italy Society of Hawaii, a Honolulu da 27 anni, che aggrega molti italiani e italoamericani, organizza eventi musicali, teatrali, conferenze storiche o artistiche o sulla moda, workshop sul vino, la pasta, le “cose italiane”.

Fare impresa alle Hawaii

Fare impresa alle Hawai comporta le stesse procedure degli altri Stati dell’Unione (occorre il Visto, per i permessi che consentono viaggi e soggiorni per lavoro e impresa. Le porte sono aperte, se hai capitali ingenti e crei lavoro), ma il clima e il paesaggio possono essere un’attrattiva irresistibile.

I contro delle Hawaii

Le Hawaii, però, non sono un paradiso: la vita è costosa, ortaggi, frutta e cibo sono prodotti in loco solo in piccola parte e si pagano cari, gli affitti sono paragonabili a quelli delle grandi metropoli americane. Inoltre, le isole dove si concentrano le attività produttive e i servizi sono molto abitate, moltissimi i militari.

Anche con questi punti critici, le isole restano un bel posto dove vivere.

I settori dove fare impresa

Ecco i settori promettenti, secondo l’Italian Trade Agency – Ice e il Ministero dello Sviluppo Economico.

Turismo (il comparto che traina l’economia dell’isola).

Agricoltura (coltivazioni auctone, piccole fattorie evolute).

Tecnologia e industrie (produzione di energie ecostostenibili, biotecnologie).

Attività culturali (l’industria cinematografica è storica).

Sanità e assistenza alla persona (strutture di buon livello, private).

Agevolazioni

Ci sono strutture di supporto a chi fa impresa, agevolazioni e 13 programmi statali di incentivazione, un’agenzia preposta allo sviluppo delle aziende tecno e delle startup. Avviare un’impresa richiede procedure più semplici che in Italia (su Millionaire di maggio, i dettagli e gli indirizzi di riferimento cui rivolgersi).

Una storia di successo

Il surf è la sua passione, ha un passato di pratica agonistica e di successi nelle competizioni. E ha scelto proprio le Hawaii per fare impresa.

Stefano Maffini vive da circa 20 anni, nel North Shore di Maui, Haiku.

«L’azienda in cui sono socio e lavoro oggi, si chiama Kazuma Surf Boards International. È nata dall’amicizia con il fondatore del famoso brand locale di surf Matt Kazuma Kinoshita, Kazuma Surf Boards Hawaii. Produciamo surf board, sup board, kite board e accessori» ha raccontato Stefano a Millionaire.

Essere italiano l’ha aiutato, i contatti con altri italiani in loco sono stati una base di partenza “emotiva”. Ma non basta.

«Mi ha aiutato avere buona energia e flessibilità nel modo di affrontare problemi e di lavorare. Per mia natura lavoro senza limiti di ore fino a quando quello che devo fare funziona».

 

Una criticità da non sottovalutare: il personale

«Alle Hawaii la gente prende il lavoro in modo leggero, lentamente e possibilmente senza stress, che non è male come life style, ma se sei un imprenditore europeo certe situazioni ti fanno impazzire! Non è facile fare affezionare i dipendenti al lavoro e all’azienda, cambiano constantemente posto di lavoro. È una gran perdita di energia e tempo formare personale qualificato e di fiducia. Oggi abbiamo circa una decina di persone nel processo di costruzione delle tavole e nell’organizzazione commerciale».

 

Per l’intervista completa, un’altra storia di un’italiana che ha lavorato nella ricerca e molte informazioni sulle opportunità offerte dalle Hawaii, leggi Millionaire di Maggio, a p. 85.

 

E ascolta dettagli e curiosità raccontate dalla redazione di Millionaire ai microfoni di Chiara Papanicolaou, su Radio Monte Carlo, domenica 30 aprile, alle 12.15.

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