WHAT’S UP NOW: Millionaire a un anno dal risveglio.
Rilevare una testata con 33 anni di storia e ipotizzarne il suo rilancio è esattamente quello che nessun “advisor” consiglierebbe, sicuramente è quello che il medico ti proibisce di fare. Atto di suicidio e pura follia. Fare impresa è difficile, farlo nel settore editoriale puro nonsenso – dicono. Lanciare una startup in Italia è un’avventura (il 95% non arriva a 2 anni di vita – dati InfoCamere). E noi cosa abbiamo voluto fare? Trattare la nostra impresa come una startup!
Abbiamo voluto raccogliere la sfida e concepire Millionaire come qualcosa di completamente nuovo in un settore in declino e per il quale la pandemia è stata una sorta di colpo di grazia. Insomma un’impresa temeraria. In inglese ci descriverebbero come “Daredevil” letteralmente uno che sfida il diavolo, uno che fa cose pericolose e corre rischi. Daredevil, Disruptor by Nature & Super Bad. Alla faccia di chi non vuole che si usino i termini inglesi. D’altra parte predichiamo l’innovazione, celebriamo chi prende rischi e lancia imprese, mica possiamo comportarci bene.
Ci dicevano che non eravamo editori italiani e per questo non potevamo comprendere i funzionamenti, le regole del gioco. Un invito a nozze per chi vuole rompere gli schemi. Ci dicevano che non aveva senso rimanere nella carta stampata, troppo costosa, e che serviva spostarsi solo sul digitale. E noi? Siamo ripartiti dalla bellezza del prodotto, dalle nostre copertine pulite, visibili, colorate e simpaticamente aggressive. Una disruptive beauty che ci ha avvicinato a moltissimi.
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