Tante persone in posizione stanno riscoprendo la lentezza come carburante della creatività e del benessere. Dalla digital detox week ai retreat immersi nella natura, la vera ricchezza oggi è concedersi il tempo di respirare. Dal 18 novembre a Dubai, durante il Global Wellness Summit, si parlerà del futuro del wellness nei viaggi e nell’ospitalità, analizzando la fusione tra lusso, salute e natura.
Ogni venerdì, un designer milanese (che chiameremo Luca) spegne il telefono, chiude le porte del suo studio nella zona sud della città e parte verso le colline del Monferrato. Non è una breve vacanza: è una decisione deliberata di non fare niente, se non camminare tra i vigneti, prendere appunti su un quaderno, tornare a casa con una nuova idea. «Solo quando rallento», dice a Millionaire, «entro in connessione con la mia voce interiore». In un mondo che misura il successo in ore di lavoro e notifiche gestite, questa pausa sembra quasi un atto rivoluzionario: il vero lusso, oggi, non è avere tutto… ma avere tempo.
Viviamo in un’epoca in cui la produttività è diventata un mantra, ma sempre più persone scelgono di ribellarsi a questa corsa continua. Secondo le ultime analisi del Global Wellness Institute (GWI), il mercato del turismo del benessere – che comprende spa, terme, resort e destinazioni dedicate al relax consapevole – è cresciuto di circa il 30% nel 2023, diventando il segmento più dinamico dell’intera industria del wellness. Le proiezioni indicano che entro il 2028 raggiungerà un valore globale di 1,35 trilioni di dollari, trainato dalla voglia di esperienze rigenerative e dal bisogno di riconnettersi con sé stessi.
Global Wellness Summit
Per intercettare i mutevoli desideri dei consumatori e le migliori nuove idee emergenti nel settore, sarà interessante seguire i lavori del Global Wellness Summit (GWS), il principale raduno di leader nell’economia globale del benessere da 6,3 trilioni di dollari, in programma a Dubai dal 18 al 21 novembre 2025. Intorno al focus centrale dal titolo “The Future of Wellness in Travel and Hospitality”, si analizzerà la fusione tra lusso, salute e natura: destinazioni che non si limitano ad accogliere, ma che rigenerano, offrendo check-up personalizzati, programmi di longevità e immersioni nella natura selvaggia e nel silenzio.
Accanto ad innovazioni high-tech – che comprendono med-wellness, biohacking e intelligenza artificiale applicata alla salute – si affermano movimenti più “soft”, analogici, centrati su lentezza, connessione umana e disconnessione digitale. È il ritorno all’essenziale: meno stimoli, più presenza, più tempo per ascoltarsi. In fondo, è questa la direzione che più risuona con il messaggio del nostro tempo: rallentare per rinascere. La lentezza non è più soltanto un lusso personale ma una vera leva di business: significa ripensare il modo in cui gli spazi fisici e digitali possano favorire il benessere e di come le esperienze (non i prodotti) siano diventate le nuove unità di valore.
Stop, Reset and GO
La trasformazione è sotto gli occhi di tutti. Dopo la pandemia, il vero lusso non è più solo avere status o beni materiali, ma avere tempo: tempo per pensare, per immaginare, per ricreare. Lo Slow Movement, nato in Italia negli anni Ottanta e radicato nelle sue declinazioni culturali dello “slow living” e dello “slow travel”, ha in un certo senso anticipato ciò che oggi molti chiamano Stop – Reset – Go: la capacità di fermarsi, ricalibrare e ripartire con una direzione più chiara. Fermarsi (Stop) non significa rinunciare, ma prendersi il coraggio di sospendere l’automatismo. Ricalibrare (Reset) vuol dire guardare con lucidità alle proprie scelte, ai ritmi di lavoro, alle priorità. Solo così il passo successivo (Go) può diventare più consapevole, più umano, più creativo.
È un approccio che il mondo del business sta lentamente riscoprendo: aziende che concedono giornate di silenzio, professionisti che pianificano settimane senza riunioni, designer che progettano spazi dove il tempo scorre più lentamente. Tutto nasce da lì: da uno stop intenzionale.

Ne riparleremo presto su Millionaire, per esplorare come questo modello possa trasformarsi in un vero metodo di rigenerazione personale e professionale. Perché il futuro dell’innovazione – e forse della felicità – comincia sempre da un gesto semplice: sapersi fermare.
