Rocco Commisso è l’imprenditore italo-americano che nel 2019 ha rilevato la Fiorentina dai fratelli Della Valle per circa 165 milioni di dollari. La sua è una storia bellissima, che parte dalla musica, passa per il calcio e arriva all’impresa
La Fiorentina è la quinta squadra di Serie A (dopo Milan, Inter, Roma e Bologna) a finire in mani straniere. In realtà quelle di Rocco Commisso, 69 anni, non sono poi così straniere. Sì, perché l’imprenditore che ha rilevato la società viola dai fratelli Della Valle per circa 165 milioni di euro, è nato in Italia. Calabrese di Gioiosa Ionica, da piccolo giocava a calcio con coraggio e ostinazione, tanto da meritarsi il soprannome di Pitozzu (il suono della pietra che cade, a identificare chi è duro come un sasso). «Ero sempre con il pallone tra i piedi nelle spiagge del mio paese, la palla era fatta di stracci e vecchie mutande. Non ho mai avuto un regalo, ma mia mamma, Rosina, non mi ha mai fatto sentire povero» ha dichiarato. Poi, nel 1962, quando lui ha 12 anni, la sua famiglia emigra negli Stati Uniti, prima a Pittsburgh e poi a New York.
Dal calcio alla musica
Oltre al calcio, il giovane Rocco ha un’altra passione: la musica. Non suona il piano o il violino, strumenti d’élite, ma la fisarmonica. Nell’estate 1963, mentre passeggia nel Bronx, il quartiere popolare in cui vive, nota sulla sopraelevata della metropolitana un cartellone che pubblicizza un talent show musicale, organizzato dal Wakefield Theatre. Rocco partecipa e vince, ma baratta la borsa di studio per il conservatorio di Berkeley con una lettera di referenze per la Mount Saint Michel Academy, scuola cattolica in cui non era stato ammesso perché le iscrizioni erano già state chiuse. Il preside apprezza il suo coraggio e fa uno strappo: le riapre e lo ammette. Per mantenersi a scuola, però, Rocco deve anche lavorare 40 ore a settimana, nella pizzeria del fratello. E va a scuola anche d’estate, per portarsi avanti con il programma. La musica passa in secondo piano e il calcio riprende quota. Rocco è bravo, e viene segnalato per un provino alla Columbia University. Il provino va bene e gli frutta una borsa di studio integrale di 75mila dollari. Rocco gioca ad alti livelli, arrivando a fare anche un provino per la Nazionale olimpica Usa nel 1972.
Da manager a imprenditore
Ma la sua vocazione è ancora un’altra: affermarsi nel business. Commisso va a lavorare nel colosso farmaceutico Pfizer, poi apre una discoteca (in cui fa esibire, fra gli altri, i Cugini di campagna e gli Homo sapiens). Dopo il master in Business administration, è l’unico italo-americano a essere assunto dalla Chase Manhattan Bank. La sua carriera vola, ma fi no a un certo punto. Come italo-americano non lo considerano all’altezza dei clienti più importanti. Ma è in gamba e si fa notare. Un manager tedesco lo sposta in un’altra divisione, quella che si occupa di comunicazione e tv. Qui accumula know-how ed esperienze, che gli faranno fare il salto di qualità.
Dal 1986 passa alla Cablevision Industries, dove ricopre incarichi dirigenziali, portandola dal 25° all’8° posto nel settore. Nel 1995, la società viene acquisita dalla Time Warner. Nello stesso anno, Commisso fonda (tradizione vuole lo faccia nel seminterrato di casa) MediacomCable. Oggi MediacomCable è il quinto operatore di tv via cavo degli Usa, ha 4.600 dipendenti e 1,4 milioni di clienti in 22 Stati, per un fatturato annuo che supera 1,8 miliardi di dollari. Secondo Forbes, il patrimonio personale di Commisso è 4,7 miliardi di dollari. Unico neo, il forte indebitamento.
Dal Cosmos alla Fiorentina
L’amore per il calcio resta una costante della sua vita. Nel 2013, in seguito alle sue generose donazioni, ottiene che gli sia intitolato lo stadio della Columbia University. Nel 2017 compra la squadra del New York Cosmos, di cui è anche presidente. E ora, nonostante sia tifoso della Juventus (storica nemica della squadra viola), ha comprato la Fiorentina. «Non mi sento un padrone, piuttosto un tifoso che vive per il calcio. La bistecca? Sono sicuro che sia più buona di quella che mangiamo a New York. Come dovete chiamarmi? Rocco! Così sono nato e così sono ancora. Anche in America mi son sempre fatto chiamare così: Mr. Rocco. Spero di stare spesso a Firenze però, sono nato in Italia e le mie radici sono qui» ha dichiarato Commisso. Sposato con Catherine, ha due figli. «Ho sempre cercato di affermare chi sono, ovvero il mio essere italiano, in tutto quello che ho fatto».
In questo intervento presso la Columbia University è possibile ascoltarlo mentre racconta la sua storia e la sua idea di successo (in un inglese molto comprensibile).
L’articolo è tratto da Millionaire di luglio-agosto 2019. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it