Ryanair, un impero creato da un ex edicolante. «E ora assumo oltre 2mila persone in Italia»

Di
Silvia Messa
31 Agosto 2016

Ryanair investe in Italia. Sono 44 le nuove rotte che la compagnia irlandese low cost sta per inaugurare negli scali di casa nostra. L’iniziativa, a fronte di un investimento di oltre 1 miliardo di dollari, si traduce nella creazione di oltre 2mila nuovi posti di lavoro: al link http://www.crewlink.ie/it/recruitment-days è possibile consultare date e luoghi delle selezioni per chi volesse candidarsi.

Il progetto dovrebbe portare alle linee aeree di Michael O’Leary, amministratore delegato Ryanair, una crescita di 32 milioni entro il prossimo dicembre e di oltre 35 nel 2017. Grossi numeri, a cui l’azienda è ormai abituata da anni, che si devono al talento di O’Leary. Ecco la sua incredibile storia.

Il primo lavoro di Mr Ryanair? Edicolante!

O’Leary infatti, grazie a una lucidissima visione di business, è diventato l’innovatore del mercato aereo europeo. Ma come ce l’ha aereo ryanairfatta? Madre casalinga, padre imprenditore,  è nato nel 1961 a Kanturk, 250 km a sud-ovest di Dublino. Fino al diploma i suoi risultati scolastici non brillano, ma già prima di laurearsi in Business al Trinity College di Dublino, una delle scuole più prestigiose d’Irlanda, riesce ad accumulare denaro, risparmiando sulla paghetta paterna e arrotondando come barista.

Terminati gli studi, vuole guadagnare più denaro possibile. Nel 1983 però l’Irlanda dava poche opportunità ai neolaureati e l’unica chance di stipendio gli viene da un posto come contabile in una grande azienda. L’ impiego gli dà l’opportunità di conoscere Tony Ryan, un cliente che in 10 anni scarsi aveva costruito un piccolo impero, noleggiando aerei alle compagnie di bandiera. A O’Leary bastano pochi consigli su come risparmiare sulle tasse per farsi notare dall’uomo d’affari, ma il momento non è ancora quello giusto. Lasciato il posto fisso, si mette in proprio con un’edicola. «Aprivo alle 7 di mattina e chiudevo alle 11 di sera: così ho imparato come si gestisce un’impresa». In tre anni incassa 250mila euro. È a quel punto che bussa alla porta di Ryan che, due anni prima, aveva aperto una linea aerea concorrente alla compagnia di bandiera irlandese. Michael O’Leary, pur di essere assunto, si offre a stipendio zero: unico guadagno, il 5% degli introiti annuali incassati grazie al suo lavoro. Il suo compito: scoprire perché la linea aerea fosse in perdita costante malgrado l’aumento dei passeggeri. La missione sembrava disperata.

michael-olearyFalco dell’amministrazione. Per i primi due anni O’Leary si butta a capofitto sui libri contabili. E la sua prima mossa è strategica: elimina tutti i costi più salati, dall’intero dipartimento marketing alle polizze assicurative.  Diminuiti fino al 25% gli stipendi dei piloti, rinegoziati i contratti delle forniture di carburante… Nel 1991, O’Leary diventa direttore finanziario della compagnia e ottiene la promessa, da parte di Ryan, del 25% dei guadagni che la compagnia fosse stata in grado di incassare oltre i 2,5 milioni di fatturato. Ma nemmeno il suo impegno è sufficiente a risolvere tutti i problemi.

 

La scoperta dei voli low cost. Durante un viaggio negli Usa, scopre che la Southwest Airlines intascava decine di milioni di dollari con i suoi voli low cost: un modello di business che O’Leary, una volta sul posto, osserva con attenzione. E scopre che gli aerei Southwest scelgono scali secondari, restando a terra solo pe mezz’ora, rispetto agli altri che si fermavano un’ora e mezza. Veloce anche il check-in dei passeggeri, spediti a bordo senza numero di sedile. Una formula è semplice e replicabile in Europa.


Studia gli Usa e importa l’idea.
Tornato in Irlanda, O’Leary riesce a dimostrare in soli tre mesi che prezzi più bassi rispetto alla concorrenza incrementano in modo sensibile gli affari. Il momento poi è quello giusto perché nel 1993 la deregulation europea offre una nuova chance agli operatori: vendere biglietti per ogni destinazione a prezzi liberi. L’apertura del mercato è ghiotta per tutti: nel giro di pochissimo tempo Ryanair conta numerosi nuovi competitor, tra cui il gruppo Virgin di Richard Branson. Per contrastare la concorrenza, O’Leary potenzia la flotta con un nuovo aereo dotato di più posti passeggeri. Altra trovata: la possibilità di acquistare tariffe ridotte con un solo giorno di anticipo rispetto al viaggio, in confronto ai tradizionali 14 di tutte le compagnie. L’innovazione è epocale, tale da far raggiungere oltre un milione di passeggeri a una compagnia che si limitava ai collegamenti tra Irlanda e Gran Bretagna. E arriva un’altra trovata: la riduzione dei costi aeroportuali a carico della compagnia. Il rospo non è semplice da mandar giù per i dirigenti degli scali, ma il business di O’Leary dimostra che i clienti aumentano e, avendo risparmiato sul volo, sono disposti a spender soldi al duty free, nei ristoranti e nei parcheggi.

Dal fallimento al successo in sei anni A fine 1994 l’irlandese è già riuscito a strappare una compagnia aerea dalle paludi del fallimento portandola, in soli sei anni, a profitti plurimilionari. E mentre i suoi sfidanti aprono e chiudono in poche stagioni, lui prosegue la sua avanzata in Europa, stipulando accordi con gli aeroporti secondari. Nel 1996 i suoi profitti personali raggiungono quasi 10milioni di euro. Al 1997 risale una nuova rivoluzione: la diminuzione delle percentuali pagate agli agenti di viaggio per la vendita dei biglietti dal 9 al 7,5%. Da allora Ryanair non si è più fermata. «Se potessi, farei pagare per respirare… Ma darei il biglietto gratis» dice O’Leary.

La storia di Michael O’Leary, qui in sintesi, è stata pubblicata su Millionaire dei mesi scorsi.

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