L’azienda di automobili di Sant’Agata Bolognese premia i dipendenti che conseguono un titolo di studio.
Da 720 a 900 euro in più all’anno per chi riprenderà gli studi per ottenere il diploma, la laurea o per completare un master. È il premio di Lamborghini ai dipendenti che vogliono tornare a studiare. Non un premio una tantum ma un vero e proprio aumento di stipendio per tutta la durata della vita lavorativa.
L’azienda, in seguito a un accordo con il sindacato Fiom-Cgil, introdurrà un nuovo sistema di valorizzazione dei titoli di studio dei dipendenti, a partire da gennaio 2017.
Già dallo scorso anno i lavoratori di Lamborghini hanno diritto a 250 ore di permessi retribuiti per poter frequentare scuole superiori, università o master. E altre 100 ore sono concesse per la preparazione della tesi di laurea.
«I nostri successi passano attraverso il benessere e lo sviluppo delle competenze dei nostri dipendenti. Poter offrire loro strumenti che li sostengano nella loro crescita umana e professionale va a beneficio di tutti, nell’ottica comune di puntare all’eccellenza», ha commentato Umberto Tossini, Direttore Risorse Umane di Automobili Lamborghini.
Il sogno di Ferruccio Lamborghini
Amministrata oggi da Stefano Domenicali, che ha preso il posto di Stephan Winkelmann (nella foto), l’azienda è stata fondata nel 1963 da Ferruccio Lamborghini. Figlio di agricoltori, Lamborghini abbandò gli studi prima di finire le elementari. Lavorava come tecnico riparatore di mezzi dell’esercito. Dopo la Seconda guerra mondiale, iniziò a produrre trattori. Comprava veicoli militari e li trasformava in macchine agricole. Era già un imprenditore ricco e di successo quando decise di avviare la fabbrica di auto. Voleva produrre un’auto supersportiva con cui fare concorrenza alla Ferrari. Molti pensarono che fosse impazzito. La sua scelta sembrava un pericoloso tuffo nel buio.
Si racconta che la decisione sia maturata dopo una lite con Enzo Ferrari: Lamborghini, poco soddisfatto di una Ferrari acquistata, si sarebbe lamentato con Enzo Ferrari che gli avrebbe risposto stizzito: «Che vuol saperne di auto lei che guida trattori?».