Universal Music fa causa a una startup di IA italo-americana per violazione del copyright

Universal Music fa causa a una startup di IA italo-americana per violazione del copyright

Universal Music, una delle etichette musicali più grandi al mondo, ha fatto causa a una startup italo-americana di intelligenza artificiale per violazione del copyright.

L’azienda Anthropic, fondata dai fratelli Dario e Daniela Amodei nel 2020 e considerata una dei rivali principali di ChatGPT, avrebbe infatti utilizzato, senza autorizzazione, una quantità “innumerevole” di canzoni protette da copyright per addestrare il suo chatbot Claude.

Alla causa intentata dalla major discografica si sono unite anche ABKCO, produttrice storica dei Rolling Stones, e Concord Publishing, nel cui catalogo figurano Daft Punk e Evanescence.

Anthropic, che nelle ultime settimane ha ottenuto finanziamenti da Amazon, Google e dall’ex miliardario delle criptovalute Sam Bankman-Fried, dovrà rispondere davanti al tribunale federale del Tennessee per la violazione dei diritti delle major. L’assistente virtuale Claude avrebbe utilizzato senza autorizzazione le strofe di almeno 500 canzoni, come “God Only Knows” dei Beach Boys, “Gimme Shelter” dei Rolling Stones, “Uptown Funk” di Mark Ronson e Bruno Mars e “Halo” di Beyoncé. Queste “enormi quantità di testo” sarebbero state raccolte da Internet per addestrare l’assistente virtuale Claude, il tutto senza pagare nulla agli editori.

Inoltre, secondo le etichette, Claude riproduce illegalmente i testi delle canzoni su richiesta. Li utilizzerebbe anche nelle sue risposte a tutta una serie di richieste che non hanno direttamente a che fare con i testi disputati, ad esempio quando viene chiesto all’AI di scrivere una canzone su un determinato argomento, fornire degli accordi per una composizione musicale, o scrivere poesie o racconti nello stile di un certo artista o cantautore.

La richiesta delle etichette è che “le società di intelligenza artificiale rispettino la legge”: ad Anthropic verrà richiesto di pagare i danni e cessare l’attività che violerebbe il copyright.

La società italo-americana di intelligenza artificiale non è la prima a ricevere accuse di violazione del diritto di autore. Di recente diversi autori e scrittori americani hanno intentato azioni legali per lo stesso motivo contro Meta e OpenAI, la società che ha lanciato ChatGpt.

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