In Texas apre la prima università finanziata con Bitcoin

La University of Austin, in Texas, ha lanciato quello che definisce il primo fondo di dotazione (il capitale iniziale, in questo caso di un’Università)  in bitcoin nel mondo accademico.

Il fondo di dotazione è gestito in collaborazione con Unchained, una società finanziaria che si occupa di criptovalute, come il bitcoin, con sede ad Austin, e il cui fondatore e CEO, Joseph Kelly, ha donato i primi due bitcoin per avviare la campagna, equivalenti a circa 138.000 dollari.

Dopo aver ottenuto l’approvazione iniziale dal Texas Higher Education Coordinating Board a novembre, l’università prevede di aprire questo autunno nel centro di Austin con i primi 100 studenti. L’istituto privato, presentato per la prima volta nel novembre 2021, si presenta come un’alternativa innovativa a un modello di istruzione superiore, anche attraverso l’istituzione del fondo di dotazione in bitcoin.

Chad Thevenot, dell’University of Austin, ha però dichiarato che la nuova scuola sta ampliando le risorse del fondo di dotazione e che questo fondo sarà parte di un portafoglio diversificato con altre azioni e beni per sostenere il futuro dell’università.

Il nuovo fondo andrà a finanziare il funzionamento generale dell’università, ma sarà mantenuto in bitcoin per almeno cinque anni, ha aggiunto Thevenot.

L’idea è nata quando lui e Kelly, il cui ufficio si trova di fronte alla sede dell’università, si sono incontrati. Quando Thevenot ha ascoltato la proposta di Kelly sul fondo di dotazione, ha pensato che fosse un ottimo modo per coinvolgere la comunità bitcoin.

“Il bitcoin come idea, come fenomeno, cattura l’immaginazione delle persone all’università; cattura l’immaginazione dei nostri studenti,” ha detto. “In questo senso, c’è un naturale allineamento.”

Lo spirito della University of Austin ha affascinato Kelly, in particolare per il modo in cui l’università vuole aiutare gli studenti a diventare imprenditori. La partnership, ha detto, può “costruire un ponte tra le comunità.”

Le università accettano bitcoin da anni, ma tipicamente li liquidano per evitare la volatilità del suo valore. Tuttavia, mantenendo il fondo di dotazione in bitcoin, l’università dimostrerà di credere nel suo valore come bene, ha detto Thevenot.

“Non siamo preoccupati,” ha detto riguardo alle potenziali fluttuazioni del valore di mercato. “Ogni bitcoin che otteniamo vale più di $0. Perché l’alternativa è zero bitcoin.”

 

 

Millionaire ha voluto sentire Cesare Fracassi*, professore associato di finanza presso la University of Texas, la cui materia di specializzazione sono proprio sulle criptovalute.

“Un fondo di dotazione, come qualsiasi altro patrimonio finanziario investito, deve seguire delle classiche regole di diversificazione e attenzione al rischio. In primo luogo, un fondo deve essere ben diversificato per eliminare il rischio idiosincratico. Utilizzare un solo tipo di investimento, che sia criptovalute o altre commodities o azioni singole, non è una strategia consigliata.  In secondo luogo, qualsiasi fondo non dovrebbe assumere un rischio troppo elevato rispetto ai bisogni dell’istituzione.
Per quanto riguarda le criptovalute, e se e quanto includerle nel fondo o meno, dipende da due fattori:
  1. L’opinione dell’investitore sul valore fondamentale delle criptovalute. Ci sono differenti opinioni sul fatto che le criptovalute abbiano un valore intrinseco o meno.
  2. Nel caso l’investitore pensi che il mercato delle criptovalue sia efficiente, e non in una bolla finanziaria,  allora può fare una due diligence, per stimare l’andamento futuro delle criptovalute, e utilizzare un modello come Black-Litterman per capire quanta percentuale del portfolio allocare alle criptovalute.
Recentemente alcuni fondi di dotazione universitarie sono aperti ad accettare critpovalute, e a tenerle, senza convertirle in fiat. Una ragione e’ quella esposta sopra. Ma un’altra ragione è di marketing per fundraising. Le criptovalute hanno creato enorme ricchezza per alcuni investitori, ed alcuni di questi sono interessati a donare ad istitutioni che sono aperte a queste nuove tecnologie.”
Quindi, che sia per marketing o per una scelta strategica di fiducia inattaccabile nella criptovaluta, l’evidenza è che questa nuova Università è riuscita a far parlare e probabilmente ad attrarre più attenzione di quanto la sua dimensione e prestigio avrebbero mai potuto fare. E questo è già un successo. Che sia una trovata utile anche per qualche Università italiana?
– – –
*  Cesare Fracassi è un professore associato di finanza presso l’Università del Texas ad Austin, dove guida la Blockchain Initiative e il Fintech Research Lab. Recentemente, Cesare è stato membro del gruppo di lavoro dello Stato del Texas per le questioni relative alla blockchain ed è stato in congedo accademico come capo economista del Coinbase Institute. I suoi principali interessi di ricerca e insegnamento sono la blockchain, la tecnologia finanziaria e la finanza aziendale. Cesare ha conseguito lauree triennali e magistrali in Ingegneria Elettrica presso il Politecnico di Milano (Italia) e un MBA e un PhD in Finanza presso la UCLA Anderson.

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