Bitcoin: 9 grandi dubbi risolti da un esperto

Di
Silvia Messa
10 Luglio 2018

Tutti ne parlano, ancora pochi si sforzano di capire. Le criptovalute attirano curiosità e attizzano la voglia di arricchirsi. In qualcuno, però, scatta la diffidenza, persino la paura della novità. Sono una truffa? Una bolla? Sono insicure? Abbiamo girato le domande a un esperto.

Per la cronaca, i bitcoin sono una moneta virtuale nata nel 2009, da un leggendario inventore, Satoshi Nakamoto, come mezzo di scambio per transazioni finanziarie. Non c’è dietro un’istituzione, un ente o una banca che ne garantisce il valore, determinato solo dalla domanda e dall’offerta. La generazione di nuovi bitcoin (mining), la registrazione e i trasferimenti della proprietà avvengono tramite un database distribuito, gratuito, accessibile a tutti e open source, la blockchain. I bitcoin non sono intestati a una persona, ma a un indirizzo alfanumerico. La necessità di una chiave privata per trasferire i bitcoin a un altro indirizzo rende sicure le transazioni. Eppure, secondo il Codacons, la criptovaluta nasconde rischi, viola norme nazionali e potrebbe nascondere fini illeciti, come il riciclaggio. Per questo, il Coordinamento che difende e tutela i consumatori, a fine 2017, ha presentato un esposto per truffa sui bitcoin e le criptovalute a 104 procure in Italia. È stato chiesto il sequestro di siti web e l’intervento dell’Antitrust, per bloccare trader e piattaforme che fanno pubblicità ingannevoli. I dubbi sorgono. Noi cerchiamo di chiarirli, con l’aiuto di un esperto.

Gian Luca Comandini ha solo 27 anni, ma ha le competenze per darci una mano e ottime capacità di divulgazione, che l’hanno portato spesso in tv. Dopo aver anticipato il trend dei social network e aver fondato You & Web, società specializzata in social media marketing, influencer e viralità sul Web, nel 2013 è stato tra i primi a portare in Italia la tecnologia blockchain, organizzando convegni e seminari su queste tematiche. Ha fondato con altri esperti Assobit, associazione senza scopo di lucro che promuove la crescita e la diffusione delle tecnologie blockchain. Tra gli obiettivi: informare su sviluppi tecnologici e normative, rischi e vantaggi, offrire assistenza legale o di business, sviluppare una piattaforma tecnologica di contatti e scambi, dialogare con le istituzioni.

Comandini insegna in diverse università e accademie. Il suo consiglio, per chi si avventura nella Blockchain: «Studiate e informatevi. Bisogna capire la tecnologia, prima di puntare al guadagno a breve termine». E queste sono le sue risposte alle perplessità più diffuse.

1. I BITCOIN SONO UNA TRUFFA

«Purtroppo, come in tutte le innovazioni, c’è chi cerca di trarne profitto. Ci sono persone che creano pop up e siti che sfruttano il richiamo della parola “bitcoin” nel logo e nella visibilità, li offrono in vendita, carpendo denaro a chi crede di poterli acquistare così. Ma non è possibile. I bitcoin si possono acquistare da chi li possiede già o da piattaforme ormai riconosciute e diffuse. E l’acquisto è automatizzato. In generale, hanno definito truffe anche Internet e tante altre rivoluzioni tecnologiche che, purtroppo, abbiamo sempre accettato con anni e anni di ritardo».

2. SONO UNA BOLLA SPECULATIVA, UN INVESTIMENTO RISCHIOSO

«Perché ci sia il rischio di bolla, innanzitutto il bitcoin dovrebbe essere presente nella maggior parte dei portafogli degli utenti o degli investitori professionali. Ma oggi non è così. Il bitcoin è di nicchia. Sicuramente è molto meno a rischio “bolla” della Borsa americana (S&P500), che in questo momento è molto cara rispetto ai parametri storici (la leva finanziaria Usa è ai massimi da sempre)».

3. NON SONO SICURI E POSSONO ESSERE RUBATI

«Il sistema attualmente non è hackerabile e ha livelli di sicurezza molto elevati. Quando sentiamo o leggiamo notizie di “bitcoin rubati” è perché vengono commessi furti o hackeraggi su piattaforme terze che conservano bitcoin (dunque nulla a che vedere con la tecnologia blockchain o con il sistema stesso). È esattamente come se noi mettessimo i nostri euro in una cassaforte e un domani dei ladri aprissero quella cassaforte per rubarci tutto. Potremmo forse prendercela con i nostri soldi se qualcuno ce li ha rubati da una cassaforte non sicura? In verità, anche le piattaforme più sicure sono state violate dagli hacker e, in genere, hanno un’assicurazione per tutelare gli utenti in caso di furto».

4. NON È UNA VERA MONETA E SI USA PER AFFARI LOSCHI

«È vero che non sono una moneta di pagamento utilizzata o conosciuta tanto quanto altri strumenti tradizionali, ma è già possibile acquistare su Amazon, per esempio. A Roma sono state vendute case in cambio di Bitcoin e anche alcuni taxi li accettano in pagamento. Per quanto riguarda gli affari loschi, a oggi non esiste alcuna correlazione tra bitcoin e traffici illeciti, anzi. Il denaro contante rimane ancora il mezzo più comodo e meno tracciabile per commettere illegalità. Il bitcoin potenzialmente è un sistema altamente tracciabile (si può risalire a chi ha acquistato o fatto una transazione, in eterno) e sconsigliato per operazioni non legali».

5. SONO UNA MODA PASSEGGERA

«Lo dicevano di Internet nel 1995. Poi hanno capito che l’innovazione non è mai una moda passeggera. Inoltre sul sistema stanno lavorando molti sviluppatori. E banche e istituzioni, dopo otto anni passati a ostacolare la Blockchain, la stanno utilizzando per rendere le transazioni tecnologiche, tracciabili e, per loro, più veloci e meno costose».

6. ANCHE I GRANDI INVESTITORI SONO DIFFIDENTI. WARREN BUFFETT, INVESTITORE CON UN PATRIMONIO SUPERIORE A 80 MILIARDI DI DOLLARI, HA DETTO: «QUASI CERTAMENTE LE CRIPTOVALUTE FARANNO UNA BRUTTA FINE».

«I grandi sono diffidenti perché è un sistema disruptive, che difficilmente potrebbero controllare o manipolare. Sono abili speculatori, hanno paura che un nuovo sistema decentralizzato, come quello dei bitcoin, possa ridurre la possibilità di continuare a trarre profitti da banche o borse tradizionali».

7. FANNO PAURA

«L’ignoto fa sempre paura. L’essere umano per sua natura ha paura di uscire dal proprio status quo. Rimane nella propria comfort zone e critica e attacca ogni innovazione e novità. Per questo l’umanità affronta evoluzioni tecnologiche sempre con estrema lentezza. Poi, si teme che le monete virtuali non abbiano una garanzia dietro. Ma da molti anni anche euro e dollaro non sono più basati su un valore reale come l’oro».

8. CHE COS’È LA FOMO (FEAR OF MISSING OUT), LA PAURA DI ESSERE TAGLIATI FUORI?

«È la paura di perdere per la seconda volta il treno già perso con bitcoin, quindi si investe su qualsiasi criptovaluta e Ico, spesso senza neanche studiare il settore o capirne l’utilità. Molte criptovalute sono a rischio bolla. Prevedo che ci sarà presto uno scoppio della bolla Ico. Entro 12 mesi spariranno molte delle “cripto-fuffe” in circolazione. Notizia positiva, perché così dovrebbe aumentare il valore e la capitalizzazione intorno a quelle criptovalute che invece hanno funzioni esclusive e realmente hanno un mercato dietro».

9. QUALI SONO LE CRIPTOVALUTE CHE SALVERESTI?

«Alcune delle criptovalute che vedo molto bene in prospettiva futura sono, oltre a bitcoin ed ethereum:
Iota (nata per l’Internet delle cose, IoT).
Neo (cinese, molto simile a ethereum, ma utilizza linguaggi di programmazione più semplici e accessibili come Java).
Omisego (punta a risolvere il problema, che hanno soprattutto i Paesi in via di sviluppo, di un diffi cile accesso ai conti correnti).
Coincrowd (italiana, ancora in Ico , che permetterà a chiunque di farsi finanziare un progetto o lanciare una propria criptovaluta)».

 

Tratto dall’articolo “Bitcoin: 9 grandi dubbi risolti da un esperto” pubblicato su Millionaire di aprile 2018. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it

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