Il Fisco chiede 500 milioni ad Airbnb per le tasse evase dagli host non professionali

Il Fisco chiede 500 milioni ad Airbnb per le tasse evase dagli host non professionali

Di
Redazione Millionaire
19 Agosto 2023

L’Agenzia delle Entrate ha avanzato una richiesta di pagamento di 500 milioni di euro ad Airbnb per presunte imposte non versate sugli affitti brevi in Italia, richiesta che per Airbnb è contraria alle norme europee. Imposte dovute non dalla piattaforma, bensì dagli host non professionali per i quali, tuttavia, la società si sarebbe dovuta far carico come sostituto d’imposta. Secondo la legge italiana, gli host professionali dovrebbero versare direttamente la tassa sul reddito derivante da affitti. Tuttavia, dal 2017, le piattaforme come Airbnb sono tenute a operare come sostituti d’imposta per gli host non professionali, trattenendo il 21% delle operazioni per conto di questi host e versando la ritenuta allo Stato. 

Questo ha portato a contestazioni da parte di Airbnb, che ha presentato un ricorso al Tar. Nel mentre gran parte della stampa si è precipitata ad accusare il colosso americano di evasione fiscale e pratiche illegali. Di altre piattaforme, con lo stesso problema, chiaramente non si parla, come pure delle pratiche evasive di moltissimi individui che operano direttamente. 

Che ci sia una sorta di guerra in atto tra lo Stato italiano ed Airbnb non è una novità. Oggetto dello scontro non è solo il prelievo fiscale, ma anche l’accusa di aver generato l’aumento dei prezzi degli affitti nelle città italiane. 

Di questo Millionaire si è occupato in passato smontando diverse teorie e pregiudizi, parlandone con le parti in causa e soprattutto partendo dai dati reali, come, per esempio, i numeri dell’indotto (traffico turistico, lavoro e rigenerazione di molti immobili) generato dal modello di business di Airbnb e altri concorrenti.

Una questione chiave, in questa battaglia fiscale, riguarda la necessità per Airbnb di avere un rappresentante fiscale in Italia. Sebbene Airbnb non abbia tale rappresentante, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che l’obbligo di avere un rappresentante fiscale in Italia è una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi e in contrasto con il diritto europeo. Nonostante ciò, la Corte ha affermato che l’Italia può richiedere alle piattaforme di raccogliere dati sugli affitti e trattenere le tasse secondo le leggi nazionali.

Il caso è ora al Consiglio di Stato italiano, che dovrebbe pronunciarsi prossimamente. Nel frattempo, Airbnb ha dichiarato che continuerà a seguire le norme europee, senza aderire alle richieste dell’Agenzia delle Entrate.

Questa cifra contestata rappresenta la seconda somma più elevata mai chiesta da parte del Fisco italiano a una società online, preceduta solo da una sanzione di 817 milioni di euro rivolta a Meta, la società madre di Facebook, Instagram e Whatsapp, nel 2023.

Parallelamente, riguardo al mancato versamento delle imposte sugli affitti brevi, la procura di Milano e la Guardia di Finanza stanno conducendo indagini sugli host di Airbnb, molti dei quali sembrano non aver dichiarato redditi pur avendo proprietà affittate sulla piattaforma.

In sintesi, quali le ragioni del perché il vero evasore potrebbero essere gli host e non Airbnb:

1. Definizione di Host Professionali e Non Professionali – La legge italiana differenzia tra host professionali e non professionali. Gli host professionali sono quelli per cui l’affitto rappresenta la principale fonte di reddito, mentre gli host non professionali sono quelli per cui l’affitto non è la principale fonte di reddito. Secondo la normativa, gli host professionali sono responsabili per il versamento diretto delle tasse. Tuttavia, dal 2017, piattaforme come Airbnb sono tenute a trattenere e versare le tasse per gli host non professionali.

2. Contestazione da parte di Airbnb – Dal momento dell’introduzione della norma nel 2017, Airbnb ha contestato le richieste del Fisco italiano. La principale contestazione di Airbnb è legata all’obbligo di avere un rappresentante fiscale in Italia. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha poi chiarito che tale obbligo può essere considerato una restrizione sproporzionata alla libera prestazione dei servizi. 

3. La Corte di Giustizia e il Diritto Italiano – Anche se la Corte ha stabilito che non è necessario avere un rappresentante fiscale, ha anche chiarito che le piattaforme come Airbnb possono essere obbligate a raccogliere dati sugli affitti e a trattenere le tasse secondo le leggi italiane.

4. Gli Host come possibili evasori – Ci sono delle indagini in corso da parte della procura di Milano e della Guardia di Finanza sugli host che non avrebbero dichiarato nessun reddito pur avendo proprietà affittate su Airbnb. Ciò suggerisce che, mentre la piattaforma potrebbe avere delle questioni legali da risolvere in termini di rappresentanza fiscale e trattenuta delle tasse, sono gli host individuali che potrebbero effettivamente evadere le tasse non dichiarando le entrate.

Airbnb ha sicuramente delle questioni da risolvere riguardo alle modalità di trattenuta e versamento delle tasse, la vera evasione fiscale potrebbe provenire da host che omettono di dichiarare le loro entrate. 

Questo non esime la piattaforma dalle proprie responsabilità fiscali, ma sottolinea l’importanza di avere un sistema efficace per assicurarsi che tutti paghino le tasse dovute. Sistema che al momento grava unicamente sugli host professionali con tutto il peso tipico della burocrazia italiana. Gli unici, ironia della sorte, che garantiscono un minimo di standard qualitativo al settore degli affitti brevi.

Per il resto il clamore dato alla notizia, nel modo in cui è stata riportata in modo parziale, rientra certamente in una politica di attacco a prescindere verso Airbnb – come ad altri player di altri settori che operano nel nostro Paese – che è in corso da diversi anni. 

Che piaccia o meno, prima di dare un giudizio di colpevolezza, come sempre, sarebbe il caso di aspettare l’esito di questa battaglia legale.

logo-footer
Il mensile di business più letto.

Direttore responsabile: Federico Rivi

Editore: Millionaire.it Srl Indirizzo: Largo della Crocetta, 2 20122 Milano (MI) Italy

Partita IVA: 12498200968 – Numero iscrizione ROC: 38684

© 2024 millionaire.it.