Il valore di essere riconoscenti

Di
Roberto Lombardo
19 Dicembre 2024

Un piccolo gesto per un grande impatto, purché sincero Riconoscere il lavoro ben fatto è una pratica semplice, economica e incredibilmente efficace. Eppure, quante volte capita davvero di fermarci e dire: “Ottimo lavoro”? In Italia, dove la cultura del lavoro spesso premia la gerarchia e la resistenza allo stress, l’importanza del riconoscimento rischia di passare in secondo piano. Ma ignorarlo significa trascurare uno dei più potenti strumenti motivazionali a disposizione dei leader.

 

Il legame tra soddisfazione e riconoscimento

Un recente studio di un’associazione italiana di categoria ha evidenziato che i lavoratori più soddisfatti appartengono ai settori tecnologico e farmaceutico, spesso grazie a stipendi competitivi e buone condizioni di lavoro. Tuttavia, la correlazione tra felicità e retribuzione non è così diretta come sembra. Numerosi professionisti, anche con stipendi invidiabili, finiscono per lasciare le aziende perché si sentono poco apprezzati.

Un esempio? Un manager di una multinazionale di Milano, dopo anni di successi, ha deciso di cambiare lavoro nonostante un ricco pacchetto retributivo. La ragione? “Non sentivo di essere valorizzato,” ha confessato.

Questo mette in luce un aspetto cruciale: una volta soddisfatte le esigenze di base, il bisogno di essere riconosciuti e apprezzati diventa prioritario per molti lavoratori. In effetti, sentirsi valorizzati può addirittura compensare una paga inferiore rispetto alla media di mercato.

 

I vantaggi di un “grazie”

Gli studi dimostrano che i dipendenti che ricevono riconoscimenti regolari hanno il 33% di probabilità in meno di cercare un altro lavoro nell’anno successivo. Eppure, in molte aziende italiane il riconoscimento è un’arte dimenticata. Secondo un’indagine, solo il 30% dei lavoratori afferma di aver ricevuto apprezzamenti per il proprio lavoro nell’ultimo mese. Questo dato si riflette anche in un generale calo della soddisfazione lavorativa.

Eppure, il riconoscimento è una delle strategie più semplici da implementare. Una parola gentile, una mail veloce o un piccolo gesto di apprezzamento richiedono pochi minuti, ma possono avere un impatto duraturo. Soprattutto in settori come la sanità o la scuola, dove i successi spesso restano invisibili, il riconoscimento può fare la differenza nel mantenere alta la motivazione.

 

Riconoscere senza esagerare

Certo, è importante che il riconoscimento sia autentico. Un complimento generico o esagerato può risultare artificiale. Meglio concentrarsi su gesti specifici, come “Grazie per aver risolto quel problema con il cliente,” piuttosto che un vago “Bravo!”.

Alcune aziende italiane stanno già adottando programmi per incentivare il riconoscimento reciproco tra colleghi. Una grande compagnia aerea, per esempio, ha introdotto un sistema di “punti di apprezzamento” che i dipendenti possono accumulare e convertire in premi. Il risultato? Un aumento della soddisfazione e un calo significativo del turnover.

Il riconoscimento non è solo una questione di cortesia, ma una vera e propria strategia aziendale. In Italia, dove spesso si valorizza più l’errore da correggere che il successo raggiunto, c’è ampio spazio per migliorare. Iniziamo da una frase semplice: “Grazie per l’ottimo lavoro.” Potrebbe sembrare poco, ma per chi lo riceve può significare moltissimo.

 

 

 

 

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