Italia: l’ecosistema Fintech & Insurtech in continua crescita

Di
Redazione Millionaire
13 Gennaio 2023

L’osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano conferma un alto livello di concentrazione nelle startup Fintech

 

Un settore che solo nel 2022 è stato in grado di raccogliere oltre 900 milioni di euro a fronte di un investimento complessivo in startup di 2,34 miliardi di euro. Sono 630 in totale le startup e scaleup che operano nei settori finanziari e assicurativi nel territorio italiano. Solo a Milano, il 69% degli investimenti complessivi è stato registrato nel settore fintech e insurtech.

“Nel 2022 la situazione geopolitica, l’inflazione crescente e l’aumento dei tassi di interesse, hanno rapidamente mutato lo scenario per il settore bancario e assicurativo – sottolinea Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’osservatorio, – in un contesto di crescente complessità, non mancano i segnali positivi: cresce infatti il numero delle realtà e aumentano i ricavi, anche se le imprese innovative guardano ancora poco ai mercati esteri e non attirano stabilmente funding da attori internazionali.”

 

Il contesto europeo

A livello europeo, si arriva a contare fino a 1.392 startup, delimitando una crescita dell’81% rispetto al numero di startup fintech e insurtech presenti nel 2020. Complessivamente, negli ultimi 5 anni le startup del settore presenti nel territorio europeo, hanno raccolto una somma individuale di circa 25 milioni di euro a testa, per un totale di 35 miliardi raccolti. Se andiamo a vedere invece dove si concentrano maggiormente le startup in Europa, troviamo al primo posto il Regno Unito con il 38% delle startup del settore, seguito poi da Francia e Germania con un 11% e un 9%.

 

Modelli di business as-a-service

Dal report emesso dall’osservatorio, possiamo inoltre vedere quella che è la proposta delle attuali startup finanziarie. Nel 71% dei casi, queste si rivolgono esclusivamente a Pmi piuttosto che ai consumatori, a cui si rivolge solo il 39% delle startup. Solo il 10% offre servizi su entrambi i fronti. Un altro dato interessante che si nota all’interno del report è la crescente tendenza dei modelli “as-a-service”, ossia modelli di business smart e intelligenti, adottati oggi dal 75% delle startup/scaleup italiane. Tra questi spicca il banking-as-a-service, modello in cui un istituto finanziario, per esempio una banca, offre servizi in licenza a un secondo attore non autorizzato.

Il banking-as-a-service è un modello ricorrente anche tra le “challenger bank”, ossia le piccole banche che sfidano i colossi del settore. In Europa ormai sono 120 le banche digitali gestibili da app e smartphone, di queste 56 utilizzano una licenza di terzi, mentre 64 dispongono di un’autorizzazione propria.

“Il 2022 può essere definito come l’anno dei modelli as-a-service e in particolare del banking-as-a-service – spiega Laura Grassi, direttrice dell’osservatorio del Politecnico di Milano -, grazie a esso, le digital companies che non hanno una licenza bancaria, possono offrire ai propri clienti servizi finanziari digitali, come conti correnti online, soluzioni di pagamento, carte di credito, prestiti, assicurazioni e investimenti. Per il prossimo futuro ci attendiamo ulteriori sviluppi in cui attori non finanziari abiliteranno velocemente la loro base clienti a prodotti o servizi finanziari.”

Gli esperti inoltre, ricordano che quando il prodotto è direttamente integrato nei servizi di attori non finanziari, si parla di “embedded finance” o “embedded insurance”. Un esempio è quando si richiede un finanziamento direttamente dalla fase di acquisto di un prodotto su un e-commerce, oppure quando sottoscriviamo una polizza attraverso l’acquisto di un viaggio. Dalle stime si vede che circa il 45% dei consumatori italiani, prenderebbe in considerazione la sottoscrizione di una polizza durante il processo di acquisto di un viaggio, mentre il 65% prenderebbe in considerazione almeno una proposta assicurativa in logica embedded.

Questo ci fa comprendere che uno stesso prodotto, proposto in momenti diversi, può essere preso in considerazione soprattutto se associato a un prodotto caratterizzato da un’elevata desiderabilità.

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