Money20/20 Europe: l’innovazione italiana ad Amsterdam

Money20/20 Europe: l’innovazione italiana ad Amsterdam

Di
Alessandra Ponti
12 Giugno 2023

Si è appena conclusa la settimana scorsa la Fiera Money20/20 Europe 2023, una delle più importanti opportunità per le aziende FinTech che quest’anno ha visto la partecipazione di 8.000 rappresentanti provenienti da oltre 90 Paesi. E l’Italia era presente con il primo padiglione italiano, organizzato da ITA- Italian Trade Agency e che ha ospitato 12 start-up e PMI innovative. 

L’importanza del Padiglione Italia

“Questa iniziativa testimonia l’attenzione verso l’innovazione digitale ed è il frutto del lavoro congiunto che abbiamo portato avanti come ItaliaFintech, l’associazione italiane delle imprese del fintech di cui sono vicepresidente – osserva Donato Vadruccio, Ceo & Founder di Plick (PayDo), una delle aziende che ha fatto parte della delegazione che ha sviluppato una serie di servizi per innovare l’esperienza dei pagamenti -. Ci auguriamo che non sia un caso eccezionale”. Dello stesso avviso anche Federico Monti, Founder & Ceo di Notarify, presente ad Amsterdam e che offre servizi di blockchain: “Eventi come questi perché danno un valore aggiunto. La nostra agenda è stata ricca di appuntamenti con Paesi di tutto il mondo, segno che noi italiani siamo in grado di fare innovazione”.

Il confronto con le altre realtà europee

“C’è ancora timidezza da parte dalle nostre aziende a confrontarsi con la rete europea che ci circonda. Il nostro sistema fintech produce e può produrre innovazione di qualità e non dobbiamo avere paura di esporci -. spiega Chiara Pinto Responsabile Marketing e Comunicazione di INEO, ad Amsterdam per presentare i loro servizi avanzati per l’antifrode e il digital onboarding -. Non è semplice creare una start-up in Italia o provare a crescere con le proprie forze. Ma qualcosa sta cambiando grazie alle iniziative di privati importanti e globali”. 

Un messaggio alle start-up italiane

Money 2020 è un’ occasione per confrontarsi con realtà europee più solide e con le innovazioni più promettenti. “Abbiamo idee brillanti e dobbiamo essere tenaci nel portarle avanti con o senza il supporto degli enti e delle istituzioni. Bisogna avere coraggio e un pizzico di pazzia per essere uno start-upper italiano”, continua Chiara Pinto. “Siamo un pezzo indietro come innovazione rispetto ad altri Paesi – aggiunge Federico Monti -. Ma partecipare ad eventi qualificati come questi con una delegazione italiana ti permette di sviluppare la tua start-up a costi sostenibili”. L’importante, conclude Donato Vadruccio, “è arrivare preparati, studiare il contesto e capire l’opportunità”.

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