Vecchi edifici statali, nuove opportunità di business

Vecchi edifici statali, nuove opportunità di business

Di
Giovanni Campagnoli
6 Aprile 2023

Capita a tutti, nel Bel Paese. Arrivi al sito che vuoi visitare, magari un punto panoramico di rara bellezza, e trovi il cartello “CHIUSO”. Oppure orari di apertura improbabili o non rispettati, avvisi di chiusura temporanea collocati all’ultimo minuto… Transenne, nastri e tanto abbandono. Edifici storici non ristrutturati o dove, magari, i restauri sono anche terminati. Vedi cartelli e targhe con indicazioni delle opere pubbliche, loghi dei fondi europei, persino la descrizione in più lingue, ma i luoghi non sono ancora fruibili al pubblico. Se chiedi a gente del posto, le risposte si assomigliano tutte: «Non ci sono soldi, è colpa della burocrazia…». 

Bellezza e abbandono

Nei film di Sorrentino La Grande Bellezza e La mano di Dio alcune immagini fotografano queste situazioni, contrapponendo bellezza e abbandono, fascino e trascuratezza, quasi fossero due facce della stessa medaglia. La delusione assume un sapore molto meno romantico quando ti trovi di fronte a siti restaurati, ma non accessibili perché manca la gestione. Qui prende forma lo slogan “Riapriamo l’Italia”. Sono 212.507 i beni di pregio architettonico, secondo il Ministero della Cultura. Meno di 60 mila edifici hanno una destinazione d’uso, il resto è sottoutilizzato, non fruibile o in abbandono. Se il PNRR alimentasse questa “economia della bellezza” (opportunità più che evidente nel nostro Paese, per ricchezza del paesaggio e di beni architettonici), si avvierebbe un new deal del patrimonio italiano che creerebbe almeno 100.000 posti di lavoro, ipotizzando il riuso anche di un solo 25% della bellezza del Paese, con tre occupati per ogni bene.

 

 

Vecchi edifici statali, nuove opportunità di business

 

 

L’opportunità

L’Agenzia del Demanio ha pubblicato i nuovi bandi pubblici per affidare in concessione/locazione di valorizzazione immobili del patrimonio dello Stato non più̀ utilizzati, scelti per essere avviati a nuovi usi economici connessi ad attività̀ sociali, culturali, di tutela ambientale, al turismo lento e alla mobilità dolce. Attraverso procedure pubbliche l’Agenzia affida i beni a soggetti in grado di farsi carico del loro recupero, riuso e buona gestione, sottraendoli al degrado e assicurandone la fruizione pubblica. 

Sono fari, torri, edifici militari, luoghi storici, un ventaglio variegato di tipologie del patrimonio immobiliare pubblico di valore storico e identitario, strettamente legati ai contesti paesaggistici e urbani, al tessuto socio-culturale e alle comunità̀ locali di riferimento. Le gare si chiudono il 15 maggio 2023 – agenziademanio.it (Gare/Aste).

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