reddito base in Inghilterra

1.850 euro al mese per… fare niente

Di
Matteo Cerri
23 Giugno 2023

Per la prima volta nella storia viene sperimentato, in Inghilterra, il Reddito di base universale. Un gruppo di persone riceverà un pagamento mensile, senza alcun vincolo o dover dimostrare di studiare, lavorare o cercare un’occupazione. Denaro gratis

 

Al via un esperimento, che certamente non ha avuto problemi a trovare “cavie” disposte a farsi studiare dai ricercatori, con lo scopo di esplorare l’impatto sulla loro vita di una simile misura di sostegno economico. Trenta persone in Inghilterra riceveranno 1.600 sterline al mese, circa 1.850 euro, – senza vincoli – nella prima prova di Reddito di base universale applicata in un paese “occidentale”.

 

Ma cos’è il Reddito di base universale, come funziona e perché viene sperimentato?

L’indizio è nel nome: è un reddito garantito per tutti gli individui in una società, senza alcuna distinzione, progettato per coprire i bisogni primari delle persone e creare un reddito minimo. Il “Reddito” viene corrisposto alle persone fisiche, piuttosto che alle famiglie, e viene emesso a intervalli regolari anziché come somma una tantum. Non ci sono requisiti che le persone devono soddisfare. Tutti lo ottengono, indipendentemente da quanto guadagnano, dal fatto che abbiano anche un lavoro (e quindi un extra reddito), studino o semplicemente stiano a casa a far nulla. Viene erogato  in contanti – denaro che va su un conto bancario – piuttosto che come buoni o sotto forma di cibo o servizi. In questo il Reddito di base è decisamente diverso da altre forme, quali il “nostrano” Reddito di Cittadinanza.

Si tratta chiaramente di un test, i trenta partecipanti verranno da due aree geografiche ben precise: il centro di Jarrow, nel nord-est, e a East Finchley, nel nord di Londra. Il progetto è gestito dal “think tank” Autonomy. I ricercatori affiancheranno i destinatari del Reddito per capire come il denaro influisce sulle loro vite. Lo stesso progetto pilota recluterà anche un gruppo di “controllo” che non otterrà il Reddito di base, in modo che i ricercatori possano confrontare il comportamento delle persone che ricevono il Reddito rispetto a quelle che non lo ottengono.

 

Ma perché si sta sperimentando il Reddito di base universale?

I sostenitori del Reddito di base affermano che potrebbe semplificare il sistema di welfare e combattere la povertà. Will Stronge, Responsabile della Ricerca presso Autonomy, ha dichiarato: «Tutte le prove dimostrano che allevierebbe direttamente la povertà e aumenterebbe il benessere di milioni di persone: i potenziali benefici sono semplicemente troppo grandi per essere ignorati».

Un potenziale vantaggio del Reddito di base dovrebbe essere la rimozione di ogni stress causato dai vincoli di altri modelli (cercare lavoro, monitoraggio, etc.) come pure dovrebbe evitare “lo stigma” di ricevere un supporto statale. Inoltre il Reddito  dovrebbe essere anche un modo per proteggersi da potenziali rischi di interruzioni future del modo in cui viviamo e lavoriamo causate da fattori esterni, come il cambiamento climatico, l’intelligenza artificiale e l’automazione. Al punto che alcuni pensano a un anticipo di un modello di welfare futuro dove pochissimi lavoreranno, lasciando spazio alle macchine intelligenti, e i più si “godranno” la vita. Facendo cosa, non ci è dato di sapere.

Non mancano, chiaramente, anche gli oppositori al Reddito di base universale. È costoso. Dare a ogni adulto del paese 1.600 sterline al mese chiaramente non costa poco. Richiederebbe anche una profonda revisione dei sistemi fiscali e previdenziali. Inoltri i critici sostengono anche che disincentiverebbe le persone dal cercare un lavoro, dal fare impresa, dal desiderare un cambiamento nella propria qualità di vita (con un graduale decadimento della produttività di un paese) e indirizzerebbe denaro a persone che non ne hanno bisogno, allontanando un sostegno concreto per i più bisognosi.

 

Cosa hanno fatto le altre nazioni del Regno Unito?

Il Galles sta conducendo un progetto pilota sul Reddito di base per i diciottenni che lasciano il sistema di assistenza, che ricevono 1.600 sterline al mese per due anni dopo aver compiuto 18 anni. L’esperimento è destinato ai soli “care leaver”, ovvero ai ragazzi che escono dall’affidamento familiare con conseguenti ostacoli che devono affrontare nel passaggio all’età adulta senza una famiglia di supporto. Al momento si contano circa 500 che persone possono beneficiare del programma, per un costo di circa 20 milioni di sterline nei tre anni previsti. Il governo scozzese ha condotto uno studio di fattibilità per vedere se l’introduzione di un Reddito di base potesse funzionare in Scozia e ha iniziato a lavorare su piani di garanzia di reddito minimo entro il 2030.

Fuori dal Regno Unito, la Finlandia ha condotto una prova di due anni in cui 2.000 persone hanno ricevuto uno stipendio mensile di “soli” 560 euro. Tuttavia, il governo ha rifiutato di estendere il processo a tutti i cittadini e lo ha annullato alla sua conclusione.

Difficile immaginare cosa emergerà da questo studio, ma la posizione dei critici a questo strumento sembra molto ragionevole, mentre è sicuramente da preservare ogni risorsa statale che possa sostenere chi ha davvero bisogno. Peraltro sembra piuttosto remota l’ipotesi che in Italia si possa anche solo ipotizzare un test simile.

 

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