È una promessa del canottaggio. Ha 19 anni appena compiuti e due grandi sogni: quello di andare alle Olimpiadi di Los Angeles nel 2028 e di ripulire il Po, la sua casa. «Voglio restituire qualcosa al Grande fiume. Che tanto mi ha dato».

Si chiama Gabriele Gregori, è arrivato quinto ai campionati italiani nel singolo, categoria Junior. È un campione. Ogni giorno scende al fiume per allenarsi con la Bissolati Cremona. Poi, finiti gli allenamenti, cambia barca e ritorna in acqua per pulirla dai rifiuti. In attesa di raccogliere medaglie, raccoglie spazzatura. Trova di tutto. Bottiglie, ma anche bombole del gas, porte blindate, lavatrici, lavastoviglie.
Partito in solitaria, a settembre 2021, oggi ha lanciato l’iniziativa #RiPopuliamo. Vuole convincere i ragazzi a tornare sul fiume e a ripulirlo. Prima discesa in gruppo il 23 gennaio, 30 persone, ragazzi come lui con lo stesso obiettivo: la sostenibilità.
«Vivo sul Po, la prima volta che sono stato in canoa avevo 6 mesi. Vado in barca per allenarmi, per riflettere, quando voglio stare solo, quando mi voglio divertire. Ho rivisto un video: io piccolissimo, a pesca col nonno, dopo 5 ore ho pescato un sacco di immondizia enorme. Ho pensato: come posso attirare i giovani sul fiume se ci sono i rifiuti? Nessuno vuole vivere in un luogo sporco».
Detto, fatto. I rifiuti piccoli li butta nei cestini. Quelli più grandi li porta in discarica. Grazie a questo progetto è rinato anche lui. «Tra la seconda e la quarta superiore ho perso la motivazione, non riuscivo a realizzare i miei sogni. Sono stato bocciato. Oggi frequento la IV liceo scientifico. Con questo progetto mi sono accorto delle mie potenzialità…».
Rinato sulle sponde del Po, Gabriele si è impegnato per far rinascere anche il fiume. Così sono arrivate le interviste, i giornali, la tv.
«Sogno di condividere il mio progetto con più persone possibili e di trasformarlo in un lavoro».
«In questi mesi ho capito tante cose. Che vali anche se sei bocciato a scuola. Che puoi fare la tua piccola parte nel mondo. E che devi essere grato. Io, in primo luogo, lo sono a mia mamma».
«Quando ero piccolo mi obbligava a raccogliere i resti dei palloncini con cui alla Canottieri facevamo i gavettoni. Anche nei giorni in cui non giocavamo, se li vedeva per terra, me li faceva raccogliere. Diceva: “Magari sei stato tu ieri”. Allora brontolavo, eppure la mia voglia di avere un mondo pulito è nata proprio lì, in quei giorni, grazie a lei. Oggi le sono grato. E le chiedo scusa: pulisco il fiume, ma in casa sono un disastro, sono disordinato o non rifaccio il letto».
Piccoli eroi. La gratitudine è un sentimento bellissimo. È quello che vorremmo provare a praticare insieme per tutto il mese di febbraio.
#Gratitudine è il nostro hashtag. Raccontateci sui social perché siete grati alla vita.