il nuovo trend del lavoro

Il nuovo trend del lavoro

Di
Francesco Morace
12 Luglio 2022

In due anni e mezzo di pandemia il vissuto dell’abitare si è trasformato profondamente. Le esigenze sono cambiate, e si sono ampliate a causa del maggior tempo trascorso in casa da molti membri della famiglia.

 

Lo smartworking ha rilanciato l’idea di luoghi domestici ritagliati sulle esigenze lavorative: pensiamo alla riscoperta dello “studio”, in passato regno dei padri che era de facto scomparso nelle planimetrie delle nuove abitazioni.

Oggi luoghi simili all’interno della casa tornano come isole per i diversi membri della famiglia, impegnati nello studio e nel lavoro. Contemporaneamente cambiano gli uffici, che diventano meno “burocratici” e più accoglienti. Servono professionisti che ripensino, progettino, propongano e vendano. Basti pensare alla crescente presenza in casa di animali domestici, o del verde all’interno e all’esterno con terrazzi e balconi, trasformati in micro-orti o giardini.

Nei prossimi anni avrà dunque una grande espansione tutto ciò che riguarda le abitazioni e la loro progettazione: dai costruttori agli architetti, dagli arredatori ai designer di nuovi oggetti, fino a chi si occupa di servizi per la vita domestica, includendo manutenzione e delivery. Bisognerà anche ripensare a tutte quelle attività che ruotano attorno all’abitare, creando nuovi mestieri e proponendo nuovi servizi.

Si tratta di una tendenza complementare a quella del nomadismo delle generazioni più giovani, che produce una crescente vivacità residenziale, senza svilire l’investimento affettivo che continua a crescere nei confronti dell’esperienza domestica. La sostenibilità definisce il rinnovato metabolismo abitativo, indicando nuove fruizioni e processi costruttivi per un’esperienza integrale, da immaginare e concepire con grande attenzione da chi vuole proporsi in questo mondo.

Si riscoprirà il ruolo di antichi e affascinanti mestieri e il ruolo degli artigiani di prossimità, dal fabbro al falegname, dal vetraio al vasaio, che con le loro attività alimenteranno l’esperienza dell’abitare, nei quartieri metropolitani, ma anche nelle cittadine, nei paesi e nei borghi.

Avremo quindi grande bisogno di progettisti, architetti e designer in grado di dare nuova veste alla casa, arricchendola con nuove funzioni, di pensarla e allestirla con ambienti dedicati a ogni membro della famiglia, vale a dire a tutte le generazioni. Verranno apprezzati anche i costruttori e gli agenti immobiliari in grado di raccontare e vendere abitazioni impostate in modo nuovo, con tipologie abitative rinnovate, che dal co-housing si estendono fino alla concezione di seconde case immerse nella natura, capaci di proporre circoli virtuosi di vita e di esperienza.

Anche il circuito dell’accoglienza cambierà, sulla spinta di forme di turismo sempre più attente alla qualità dei luoghi, da cui poi partire alla scoperta del territorio e delle sue eccellenze, con albergatori che siano anche guide esperte di cui ci si può fidare. In conclusione possiamo affermare: nei prossimi anni abitare farà sempre più rima con lavorare.

 

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