Marie Perrin

Marie Perrin: la chimica verde che trasforma i rifiuti elettronici in risorse

Il 12 novembre è stata speaker all’Inspiring Inventors Talks dell’European Patent Office. Nel 2025 ha vinto lo Young Inventors Prize grazie al suo metodo sostenibile per il riciclo delle terre rare.

 

Avete un problema da risolvere, una tecnologia che può migliorare il mondo, un modello sostenibile che unisce scienza e impatto, e magari un partner con cui farlo crescere? Allora siete già a metà strada verso l’innovazione. Se cercate ispirazione concreta, guardate alla storia di Marie Perrin, la giovane scienziata franco-americana che ha trasformato una curiosità di laboratorio in una scoperta capace di cambiare l’economia circolare delle terre rare.

Ieri, 12 novembre, Perrin è salita virtualmente sul palco dell’European Patent Office per il nuovo appuntamento della serie Inspiring Inventors Talks. Nell’incontro, intitolato From Lab to Startup, ha raccontato il suo percorso di ricerca, offrendo ai giovani inventori consigli pratici su come trasformare un’idea scientifica in un progetto imprenditoriale.

Una passione di famiglia

«Mia madre è la migliore chimica che conosca, e fin da piccola volevo seguire un percorso scientifico», racconta spesso Perrin, che cita anche Maria Skłodowska-Curie tra le figure che l’hanno ispirata. Nata negli Stati Uniti da genitori francesi, ha studiato all’École Polytechnique e all’Università Paris-Saclay, per poi proseguire con un dottorato all’ETH di Zurigo.

Durante il suo progetto di ricerca con il professor Victor Mougel, ha iniziato a studiare i materiali rari utilizzati per purificare l’acqua. Ma un’intuizione l’ha portata altrove: sfruttare quelle stesse proprietà chimiche per riciclare in modo pulito gli elementi critici contenuti nei rifiuti elettronici.

Recuperare l’europio dalle lampade fluorescenti

Le terre rare (REE) sono materiali strategici indispensabili per la produzione di smartphone, turbine eoliche, LED e veicoli elettrici. Tuttavia, la loro estrazione comporta costi ambientali significativi: secondo alcune stime, per ogni tonnellata di terre rare ottenuta, possono generarsi fino a 2.000 tonnellate di rifiuti, spesso tossici e in alcuni casi contenenti residui radioattivi. Attualmente, nell’Unione Europea si ricicla meno dell’1% di questi materiali, rendendo la dipendenza dalle importazioni particolarmente critica.

Perrin ha ideato un metodo che recupera l’europio dalle lampade fluorescenti dismesse senza solventi tossici né processi energivori. La polvere contenente le terre rare viene disciolta in acido e trattata con molecole a base di zolfo: in un solo passaggio, la reazione chimica separa l’europio dagli altri elementi, generando un materiale riutilizzabile e sicuro. «La mia missione è ridurre l’impatto ambientale dei nostri bisogni tecnologici», spiega.

Dal laboratorio alla startup

Con l’aiuto dell’Ufficio di Trasferimento Tecnologico dell’ETH, Perrin ha brevettato il processo e lo ha pubblicato su Nature Communications. Poi, insieme al suo mentore Mougel, ha co-fondato una startup che si concentra sulla promozione di soluzioni di riciclo per l’industria elettronica. «Abbiamo contattato molte aziende, ma all’inizio non è stato facile», ricorda. «Solo quando abbiamo iniziato a creare partnership ci siamo resi conto che molte imprese non hanno davvero controllo sulla propria catena di approvvigionamento».

Oggi il suo team lavora al recupero delle terre rare anche dai magneti permanenti usati nei motori elettrici e nelle turbine eoliche, e sta sperimentando l’estensione del metodo ad altri flussi di rifiuti industriali. Il lavoro di Perrin contribuisce direttamente agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 12 e 15 delle Nazioni Unite, dedicati al consumo responsabile e alla tutela della vita sulla Terra.

Young Inventors Prize

Innovare, per lei, è un atto di responsabilità. «Ogni idea ha il potenziale per diventare una soluzione, se trovi le persone giuste con cui realizzarla». Nel 2025 l’European Patent Office le ha assegnato lo Young Inventors Prize, riconoscendo l’impatto ambientale e sociale del suo progetto. E pochi mesi dopo, anche il World Builder Prize per la capacità di tradurre la ricerca in una tecnologia scalabile e di valore per l’industria europea.

Il suo messaggio ai giovani inventori che hanno seguito Inspiring Inventors Talks è semplice ma potente: partite da un problema reale, sviluppate una tecnologia utile, costruite un modello sostenibile, definite l’impatto che volete generare e trovate i partner per trasformarlo in impresa.

Perché la scienza può cambiare il mondo, ma solo se qualcuno decide di farne un progetto.

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