A Berlino ho imparato come funziona l’e-commerce

Di
25 Luglio 2013

«Sono venuto a Berlino  per fare un’esperienza all’estero con il progetto Leonardo. Poi ho trovato lavoro: era il 2010 un anno difficile per colpa della crisi. Ho deciso di restare».

Davide Pettenuzzo, padovano, 30 anni,  oggi è responsabile del marketing online di ShopAilike.it, sezione italiana dell’omonimo sito internazionale di e-commerce nato in Germania (attivo in 15 Paesi con 500mila visitatori al giorno).

A Berlino ho trovato tanti italiani: si fa presto a conoscere gente. Le persone vengono qui perché c’è fermento per le startup, soprattutto nell’ambito digitale, e il costo della vita è inferiore rispetto al sud della Germania» spiega Davide.

Il gruppo di lavoro di cui fa parte conta altri otto connazionali, tutti under 30:

L’ambiente qui è molto informale. Non ci sono etichette da seguire. È facile parlare con tutti. Anche con il direttore generale. Sembra banale ma è l’atmosfera che decreta il successo di un progetto».

Shopalike ha oggi più di 300 negozi affiliati (soprattutto abbigliamento e calzature) e 700mila visite mensili:

shopalike

Quando prepari un progetto di sito e-commerce puoi seguire due strade: 1) puntare sul risparmio spingendo l’utente a comprare da te perché spende meno rispetto a un negozio; 2) vendere prodotti che l’utente non troverebbe in un negozio. In entrambi i casi devi cercare il tuo fattore di differenziazione».

Davide spiega la strategia che il gruppo ha adottato per proporre servizi nuovi agli utenti:

Abbiamo puntato sulla ricerca. Gli utenti possono usare diversi filtri per selezionare il prodotto che cercano, a chi è rivolto (uomo, donna, bambino), la marca e inserire una cifra su quanto si vuole spendere: il nostro sito è sia un comparatore di prezzi che un aggregatore di negozi».

A lui chiediamo quali sono gli errori più frequenti commessi da chi vuole realizzare un progetto di e-commerce:

In tanti pensano che un sito di e-commerce non abbia molti costi. Non è come avere un negozio, ma le spese ci sono. Gli errori più gravi nascono dalla mancanza nella cura di alcuni aspetti decisivi. Per esempio: 1) l’ottimizzazione: va affidata a un professionista con esperienza nel campo. 2)la grafica: deve essere accogliente, un po’ come un negozio ben arredato. 3) le foto: vanno scelte immagini luminose e chiare. E la descrizione deve avere contenuti originali e non copiati da altri siti, altrimenti Google ti danneggia nel ranking».

INFO:  http://www.shopalike.it/

Giancarlo Donadio

Sei d’accordo con Davide? Quali sono gli errori che si compiono più spesso nell’e-commerce? Commenta qui!

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