Contro l’inquinamento, una startup inglese ha creato un packaging innovativo, commestibile e biodegradabile, ricavato dalle alghe. Si chiama Ooho.
Un sacchetto sferico ricavato dalle alghe, commestibile e biodegradabile, in alternativa alle tradizionali bottigliette. L’idea è di Rodrigo Garcia Gonzalez e Pierre Paslier, due giovani ingegneri. Spagnolo il primo, francese l’altro, si sono conosciuti durante un master in Innovation Design Engineering all’Imperial College di Londra. Dopo gli studi, hanno creato Skipping Rocks Lab, una startup innovativa che studia soluzioni ecosostenibili, alternative alla plastica, per la confezione dei prodotti.
Ooho è il primo materiale ideato dalla startup. Permette di incapsulare acqua e succhi di frutta. È una membrana sottile, flessibile, incolore e totalmente biodegradabile (in 4-6 settimane).
Dal crowdfunding al mercato
Per finanziare il loro progetto Rodrigo e Pierre hanno lanciato una campagna di crowfunding sulla piattaforma Crowdcube. Hanno raddoppiato l’obiettivo di raccolta in 3 giorni, ottenendo 850mila sterline da quasi 1000 investitori. L’investimento è destinato a sviluppare una macchina in grado di produrre grandi quantità di Ooho in tempi brevi. Questo abbatterà il costo per unità e renderà il nuovo imballaggio ancora più competitivo rispetto alla plastica. «Venderemo i materiali, i macchinari per produrli e i prodotti con packaging ricavato dall’alga» dicono i due ingegneri.
Il lancio sul mercato è previsto nel 2018, ma già dalla prossima estate la startup venderà bolle d’acqua aromatizzata durante festival ed eventi. Ad oggi, ha già fatto assaggiare le sue bolle con intiziative a Londra, Boston e San Francisco. In seguito lavorerà con altri brand per incapsulare le loro bevande e con i retailer per la diffusione dell’Ooho in ogni negozio. «Queste bustine sostituiranno le bottiglie per il consumo di acqua in movimento».
Una missione contro l’inquinamento e gli sprechi
«Ogni anno vengono consumate 36 miliardi di bottiglie e il numero cresce del 4%» spiegano i fondatori di Skipping Rocks Lab. «La produzione di una bottiglia di plastica da un litro richiede fino a 7 litri di acqua e 200 grammi di petrolio. E genera 30 grammi di rifiuti che richiederanno 700 anni per decomporsi. Questi rifiuti finiscono in mare e spesso entrano nella nostra catena alimentare attravero il pesce che mangiamo. Più del 30% di queste bottiglie sono da mezzo litro o meno e generano un’eccessiva quantità di rifiuti per un consumo che in media dura solo 5 minuti. Il nostro obiettivo è creare imballaggi più adatti alle nostre abitudini di consumo».
Info: www.skippingrockslab.com