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Airbnb licenzia 1900 persone, il 25% dei dipendenti: “È la crisi peggiore della nostra storia”

Di
Redazione Millionaire
6 Maggio 2020

La crisi del settore viaggi e turismo generata dal Coronavirus si abbatte anche sul colosso degli affitti brevi. Il Ceo di Airbnb Brian Chesky ha annunciato in una nota ai dipendenti che l’azienda licenzierà 1.900 persone, circa il 25% del totale (7.500 in 24 Paesi).

Ci saranno licenziamenti in diversi Paesi, con tempi, prassi e buonuscite differenti. Ai lavoratori statunitensi Airbnb darà 14 settimane di stipendio e una in più per ogni anno di servizio. L’11 maggio sarà il loro ultimo giorno di lavoro. Al di fuori degli Stati Uniti, tutti i dipendenti riceveranno comunque almeno 14 settimane di retribuzione. Ad alcuni, tra chi resta, sarà assegnato un nuovo ruolo in un’ottica di riorganizzazione del personale.

Ricavi dimezzati nel 2020

«È dura da affrontare e sarà ancora più difficile per chi dovrà lasciare Airbnb» scrive Chesky nel suo lungo messaggio. «Voglio spiegare come siamo arrivati ​​a questa decisione. Stiamo vivendo la crisi più straziante della nostra vita e, mentre iniziavano a svilupparsi, i viaggi globali si sono arrestati. Il business di Airbnb è stato colpito duramente. Le previsioni per quest’anno dicono che le entrate saranno meno della metà di quelle del 2019». La società ha ridotto i costi. Ma non è bastato. «Dobbiamo affrontare due dure verità: non sappiamo esattamente quando si tornerà a viaggiare e quando accadrà sarà tutto diverso. L’attività di Airbnb si riprenderà, ma i cambiamenti che subirà non avranno durata breve. Per questo, dobbiamo concentrare la nostra forza lavoro attorno a una strategia aziendale più mirata».

Cambia il business

brian cheskySecondo Chesky, quando i viaggi riprenderanno, gli utenti cercheranno strutture più vicine a casa, sicure e convenienti. «Ma desidereranno anche qualcosa che sentono che gli è stata portata via: la connessione umana. Quando abbiamo avviato Airbnb, tutto ruotava attorno ad appartenenza e connessione». La crisi ha riportato l’attenzione a un ritorno alle radici, o meglio alle basi: «Persone comuni che ospitano (i viaggiatori) nelle loro case e offrono esperienze».

Tutti gli investimenti in altre attività, come trasporti o hotel, sono al momento congelati. E i team che se ne occupano saranno ridotti. I licenziamenti sono stati decisi in base alla nuova strategia, alle competenze di ogni membro e a quanto saranno utili alle «nostre esigenze aziendali future».

Chesky parla anche di equity, assistenza sanitaria e strumenti a supporto di chi perderà il posto. Tra le iniziative per gli ex dipendenti, sono previste un sito web per la ricerca di un nuovo lavoro, il supporto di recruiter ed ex colleghi e la possibilità di tenere i propri pc aziendali.

In conclusione Chesky ringrazia tutti i lavoratori: «Durante questa straziante esperienza, tutti voi mi avete ispirato. Anche nelle peggiori circostanze, ho visto il meglio di noi». E a chi verrà licenziato specifica: «Mi dispiace davvero. Sappiate che non è colpa vostra».

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