Anche JPMorgan ordina il rientro in ufficio a tempo pieno

Di
Redazione Millionaire.it
9 Gennaio 2025

JPMorgan Chase, una delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo, sta pianificando di richiamare tutto il personale in ufficio a tempo pieno, aumentando l’obbligo di presenza per molti dei suoi 300.000 dipendenti globali da tre a cinque giorni a settimana. Questa decisione, che segue regole introdotte nell’aprile 2023, interesserà decine di migliaia di dipendenti che avevano finora beneficiato di una certa flessibilità nel lavoro da remoto.

Secondo un rapporto di Bloomberg, attualmente il 60% della forza lavoro di JPMorgan è già presente in ufficio cinque giorni a settimana, compresi direttori generali, trader e dipendenti delle filiali. Tuttavia, un mandato di rientro completo rappresenterebbe un significativo cambiamento per il restante 40% del personale. Questa scelta farebbe di JPMorgan una delle prime grandi banche a ritornare interamente alla politica di lavoro in presenza pre-pandemica.

 

Una decisione controversa, ma coerente

Il CEO di JPMorgan, Jamie Dimon, ha da tempo espresso una posizione chiara e critica nei confronti del lavoro da remoto. In un’intervista rilasciata a settembre, Dimon ha dichiarato: “Non posso credere, quando vengo qui, che gli edifici siano vuoti. Le persone che lavorano per voi non vanno in ufficio. Questo mi infastidisce. Non lo permetto.” Ha inoltre aggiunto che, se fosse per lui, obbligherebbe Washington, DC, a tornare al lavoro.

Dimon ha mantenuto una linea coerente sin dal luglio 2021, quando JPMorgan ha iniziato a richiamare il personale in ufficio su base graduale. Questa nuova politica rappresenta un ulteriore passo verso il pieno ritorno alla normalità operativa pre-pandemica.

 

Il contesto globale del rientro in ufficio

La scelta di JPMorgan si inserisce in un contesto più ampio, in cui molte grandi organizzazioni stanno richiamando il personale in ufficio con maggiore frequenza. Amazon, AT&T e Goldman Sachs sono tra le aziende che hanno recentemente introdotto politiche più rigide in materia di lavoro in presenza.

Ad esempio, il controverso mandato di Amazon, che ha imposto ai dipendenti di tornare in ufficio cinque giorni a settimana a partire dal 6 gennaio, ha incontrato una forte resistenza da parte del personale, che ha reagito con critiche, lettere aperte e sondaggi anonimi.

Anche nel Regno Unito, il tema del ritorno in ufficio ha sollevato tensioni significative nel settore pubblico. Secondo un recente articolo del Financial Times, il personale del Land Registry (il Catasto inglese) ha annunciato un’azione sindacale a tempo indeterminato dopo l’imposizione di un obbligo di presenza in ufficio per tre giorni a settimana. Il sindacato Public and Commercial Services (PCS) ha dichiarato che circa 4.000 membri del personale in 14 uffici in Inghilterra e Galles si rifiuteranno di coprire i colleghi assenti o di svolgere mansioni extra a partire dal 21 gennaio.

Questa protesta segue l’introduzione di un sistema di monitoraggio delle performance individuali e l’assegnazione di nuove responsabilità senza un corrispettivo aumento salariale. Sebbene il requisito di tre giorni a settimana sia meno stringente rispetto a quello imposto da molte aziende private, ha comunque innescato una forte opposizione tra i lavoratori del settore pubblico.

 

Il punto di vista dei sindacati

Paul Nowak, segretario generale dell’inglese Trades Union Congress (TUC), ha sottolineato che l’espansione del lavoro ibrido e flessibile sarà cruciale per affrontare la crisi di reclutamento e mantenimento del personale nel settore pubblico, in particolare nel Servizio Sanitario Nazionale (NHS) e nelle scuole. “Ovviamente, gli insegnanti potrebbero preparare le lezioni al di fuori dell’ambiente scolastico, e se questo permettesse loro di bilanciare meglio lavoro e vita privata, sarebbe una buona cosa,” ha dichiarato Nowak.

Il PCS sta già guidando azioni sindacali presso l’Office for National Statistics (ONS), dove il personale sta attuando proteste dallo scorso maggio contro regole simili sul rientro in ufficio. Proteste analoghe sono iniziate anche presso il Metropolitan Police Service. Inoltre, il sindacato sta facendo campagna per una settimana lavorativa di quattro giorni per il personale del Department for Environment, Food and Rural Affairs e del Ministry of Housing, Communities and Local Government.

 

Dibattito sul futuro del lavoro

Mentre aziende come JPMorgan e Amazon spingono per un ritorno al lavoro in presenza, altre organizzazioni continuano a puntare sulla flessibilità. Richard Teng, CEO del colosso delle criptovalute Binance, ha recentemente affermato che modelli di lavoro rigidi potrebbero far perdere importanti opportunità in termini di reclutamento ed efficienza. Binance, che conta oltre 5.000 dipendenti in quasi 100 paesi, adotta un modello di lavoro interamente remoto.

Il lavoro remote-first richiede un certo tipo di talento: pensatori creativi, individui auto-motivati e persone che prosperano con l’autonomia. Non tutte le aziende o i dipendenti sono pronti per questo livello di indipendenza, ma i vantaggi sono enormi: accesso a un bacino di talenti globale, flessibilità senza pari e la possibilità di muoversi alla velocità dell’innovazione,” ha dichiarato Teng.

Analogamente, Christy Lake, Chief People Officer di Twilio, ha dichiarato a HR Grapevine che modifiche improvvise alle politiche di lavoro possono causare ansia tra i dipendenti. “Essere remote-first ci consente di attrarre e mantenere i migliori talenti a livello globale. Ci spinge anche a trovare costantemente nuovi modi per mantenere connessioni e relazioni in un ambiente distribuito e a fornire la flessibilità che i dipendenti desiderano.”

 

Il dibattito sul futuro del lavoro è destinato a continuare, con aziende e governi che cercano un equilibrio tra esigenze operative, produttività e benessere dei dipendenti. JPMorgan, con la sua posizione chiara e decisa sul rientro in ufficio, rappresenta solo uno dei tanti attori di questa complessa trasformazione globale del mondo del lavoro.

 

 

 

 

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