Le commissioni in-app di Apple stanno colpendo sempre più piattaforme dedicate ai creatori di contenuti, soprattutto negli Stati Uniti.
La commissione del 30% imposta da Apple su acquisti e donazioni effettuati tramite dispositivi iOS sta riducendo i guadagni dei creatori di contenuti, senza offrire un valore percepito equivalente in cambio, secondo gli addetti ai lavori del settore.
La commissione caricata da Apple, che da anni colpisce piattaforme come YouTube, Facebook e Instagram, ora si è estesa anche a Patreon. Anche piattaforme più piccole utilizzate dai creatori, come Kajabi, Mighty Networks e Passes, subiscono l’imposizione di questa tassa sui pagamenti effettuati tramite dispositivi Apple, penalizzando non solo i creatori, ma anche i loro fan e sostenitori.
L’azienda sta applicando questa strategia per aumentare i profitti della sua divisione Servizi, poiché il mercato degli smartphone sta maturando. Sebbene questa mossa possa sembrare finanziariamente sensata, rappresenta un cambiamento significativo per Apple, che tradizionalmente ha sostenuto artisti e creativi.
L’impatto negativo sui creatori di contenuti
“Non si può negare l’impatto positivo che Apple ha avuto sull’economia dei creatori”, afferma Lindsey Gamble, consulente di marketing per influencer. “Tuttavia, la tassa del 30% sta avendo un effetto negativo ora”. Secondo Gamble, i creatori sono costretti ad aumentare i prezzi degli abbonamenti o ad assorbire i costi aggiuntivi, il che rende più difficile raggiungere ampie fasce di pubblico e gestire le loro attività in modo redditizio.
Apple non è l’unica piattaforma a trattenere una percentuale sui guadagni dei creatori. YouTube, ad esempio, prende una percentuale delle entrate pubblicitarie generate dai video degli utenti, ma la differenza è che YouTube fornisce un servizio chiaro, posizionando e gestendo gli annunci, cosa che Apple, secondo gli esperti del settore, non fa.
Una mancanza di supporto ai creatori
I creatori lamentano che, oltre a trattenere più soldi, Apple non ha fatto molto per loro negli ultimi anni. Un’area in cui Apple aveva mostrato leadership era il podcasting, ma ha perso terreno rispetto a concorrenti come YouTube e Spotify. Nonostante Apple TV+ abbia investito ingenti somme in serie e film, ha preferito collaborare con star di Hollywood, trascurando i creatori di contenuti sui social media.
Al contrario, altre piattaforme di streaming, come Hulu, Netflix e HBO Max, hanno integrato influencer nei loro contenuti. Ad esempio, Hulu ha prodotto serie con famiglie famose su TikTok, e Amazon ha recentemente stretto accordi con il celebre YouTuber MrBeast.
Nel campo del podcasting, Apple ha introdotto un programma di abbonamenti a pagamento per podcaster, ma non ha sviluppato l’ecosistema in modo significativo rispetto ai suoi concorrenti, lasciando delusi molti creatori.
Le commissioni continuano a crescere
Nonostante le delusioni nei confronti delle sue iniziative creative, Apple è sicura nel richiedere la sua parte di guadagni dalle app che i creatori utilizzano per monetizzare il proprio lavoro. Patreon, ad esempio, sarà soggetta alla commissione del 30% a partire da novembre per tutte le transazioni effettuate tramite dispositivi iOS.
Patreon ha offerto ai creatori due opzioni: aumentare i prezzi o assorbire il costo della commissione. Tuttavia, molti creatori stanno indirizzando i loro fan al sito web di Patreon per evitare i costi aggiuntivi.
Lo stesso avviene su YouTube, dove le donazioni fatte tramite iOS sono soggette alla commissione di Apple.
Cosa possono fare i creatori?
Purtroppo, i creatori hanno poche opzioni per influenzare le politiche di Apple. Alcuni cercano di aggirare le commissioni indirizzando i fan direttamente ai loro siti web. Un insider del settore ha rivelato che l’azienda per cui lavora ha intenzionalmente incentivato gli utenti a iscriversi tramite il sito web, offrendo sconti rispetto alla versione app per evitare la “perdita” del 30%.
Secondo Gamble, man mano che i creatori si affidano sempre più a modelli di monetizzazione basati su abbonamenti e donazioni, le commissioni di Apple potrebbero diventare un problema crescente, portando molti creatori a considerare Apple più un “prenditore” che un “donatore” nell’economia dei creatori.
E se i creatori si unissero e boicottassero tutti i prodotti Apple? Il negozio di Google prende di meno, ma ha comunque una quota sproporzionata che colpisce i creatori.
Forse gli USA, già molto interessati al mondo dei creator che sono in sommossa per il caso TikTok, potrebbero occuparsi anche di questo monopolio di Apple, oltre a penalizzare Google per le sue trasgressioni.
E quello che succede negli USA, si sa, prima o poi arriva qui.
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