Le pubblicità di Apple oggi consistono in annunci all’interno delle sue App News e Stocks, all’interno dell’App Store, su iPhone, iPad e Mac
Il duopolio pubblicitario online di Google-Facebook potrebbe essere in crisi. Secondo uno studio pubblicato da Appsumer, Apple sta guadagnando negli annunci digitali, mentre Google e Facebook sembrano perdere terreno.
La ricerca, basata su un’analisi dei budget pubblicitari online di oltre 100 diverse società di App consumer, ha rilevato che l’attività pubblicitaria di Apple ha beneficiato dell’importante aggiornamento della privacy di iOS, chiamata App Tracking Transparency, o ATT nel 2021, la quale ha reso più difficile per aziende come Facebook tenere traccia degli utenti attraverso la rete.
L’ATT consente ai consumatori di decidere se le App possono tracciarli su altre applicazioni e siti web, un modo fondamentale per gli esperti di marketing di raccogliere dati e quindi pubblicare annunci più pertinenti.
Il sistema pubblicitario di Apple
Le pubblicità di Apple oggi consistono in annunci all’interno delle sue App News e Stocks, all’interno dell’App Store, su iPhone, iPad e Mac. L’App Store ha anche annunci di ricerca simili a Google e, più recentemente, Apple ha inserito la pubblicità all’interno di TV+.
Ma il sistema pubblicitario Apple utilizza i dati dei suoi altri servizi e dell’account Apple per decidere quali annunci pubblicare. Si può quindi disabilitare la funzione di personalizzazione degli annunci, ma il sistema sfrutterà comunque dati come l’identità dell’operatore telefonico, il tipo di dispositivo e ciò che viene letto.
Secondo uno studio di Evercore ISI, citato dal Financial Times, il fatturato pubblicitario di Apple ammonterebbe a circa 5 miliardi di dollari, cifra che, stando a Evercore, potrebbe arrivare a 30 miliardi nel giro di 4 anni.
La piattaforma Apple Search Ads (ASA)
Il problema chiave è il confronto tra l’adozione da parte degli inserzionisti di Meta e Apple Search Ads (ASA) e le modifiche alla condivisione del portafoglio su base annua.
ASA ha rotto il duopolio di Meta e Google in quanto si classifica al primo posto in termini di adozione da parte degli inserzionisti dal momento che è cresciuta di quasi 4 punti percentuali su base annua, toccando il 94,8%, mentre l’adozione di Meta è diminuita di 3 punti percentuali, attestandosi all’82,8%.
Questa tendenza si è verificata anche relativamente alla quota di portafoglio poiché ASA ha guadagnato 5 punti percentuali su base annua, raggiungendo una quota del 15%, mentre Meta è scesa di 4 punti percentuali su base annua, finendo comunque significativamente avanti con una quota del 28%.
Google invece è rimasto abbastanza stabile su entrambe le metriche poiché la maggior parte del suo inventario si trova sulla piattaforma Android. In termini di spesa complessiva degli sviluppatori di App per la pubblicità online, denominata share of wallet, Google rimane in cima, con il 34%, Facebook è seconda con il 28%, seguita da Apple con il 15%.
Nella fascia più bassa del mercato si trova TikTok, con una quota di mercato del 3%, che ha superato Snapchat, al 2%.
I piani futuri di Apple per ASA
Apple prevede di raddoppiare quasi la forza lavoro nella sua attività di pubblicità digitale in rapida crescita. L’azienda, infatti, secondo LinkedIn ha circa 250 persone nel suo team di piattaforme pubblicitarie e sta cercando altri 200 talenti per ruoli analoghi.
I profili sono per lo più negli Stati Uniti, ma comprendono almeno 27 posizioni in Europa, 12 in Cina, 12 in India, 4 in Giappone e 2 a Singapore.
In un profilo di ricerca si legge: “Lanciata nel 2016, Search Ads è una piattaforma semplice, efficiente e in rapida crescita per la scoperta di App. Con oltre il 65% di tutti i download di App, risultanti direttamente da una ricerca nell’App Store, Search Ads sta rapidamente diventando la piattaforma di promozione delle App preferita dagli sviluppatori iOS”.
Rispetto a Google e Facebook, i cui ricavi pubblicitari nel 2021 sono stati rispettivamente di 209 e 115 miliardi di dollari, l’attività pubblicitaria di Apple è piccola. Ma il timore dell’industria della pubblicità digitale è che possa espandersi rapidamente, in parte stabilendo regole che secondo critici e rivali possano dare a Cupertino un iniquo vantaggio.