La Commissione Europea ha imposto ad Apple una sanzione di 1,8 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nel mercato dell’app di streaming musicale su dispositivi iPhone e iPad tramite l’App Store. Questa multa, annunciata da Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione e commissario europeo per la concorrenza, segna la prima volta che Apple riceve una sanzione antitrust da parte dell’UE e rappresenta la terza multa più grande mai inflitta nella storia dell’antitrust europeo.
L’accusa principale è che Apple abbia limitato le possibilità per gli sviluppatori di app di informare i consumatori su alternative più economiche per l’acquisto di musica su internet, fuori dall’ecosistema Apple, per un periodo di dieci anni. Queste restrizioni sono state considerate illegali dalla Commissione, che le ha viste come un danno alla concorrenza e ai consumatori.
Apple ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione, contestando la mancanza di prove credibili di danno ai consumatori da parte della Commissione e indicando Spotify, il principale denunciante e beneficiario della decisione, come instigatore della stessa. Apple ha evidenziato anche la frequenza degli incontri tra Spotify e la Commissione, suggerendo una certa predisposizione a favore della piattaforma di streaming svedese.
Il caso contro Apple è stato avviato formalmente a giugno 2020, dopo una denuncia di Spotify che accusava l’azienda di Cupertino di limitare la libertà di scelta dei consumatori e di creare un ambiente di mercato ingiusto per gli sviluppatori. La decisione della Commissione sostiene le lamentele di Spotify, ordinando ad Apple di aprire il proprio ecosistema per permettere agli utenti di scoprire e utilizzare app di terze parti in modo più libero e flessibile.
La dimensione della multa, significativamente superiore alle cifre inizialmente discusse, riflette l’intento della Commissione di assicurare che la sanzione abbia un effetto deterrente. La Commissione ha utilizzato un calcolo forfettario per l’ammenda, superando le procedure standard per enfatizzare la serietà dell’infrazione. Questa sanzione si colloca dopo due multe record imposte a Google nel 2018 e nel 2017 per abusi di posizione dominante, dimostrando l’impegno dell’UE nel regolamentare le pratiche commerciali delle grandi aziende tecnologiche per mantenere un mercato competitivo e equo.