L’Agenzia 7607, che conta tra i suoi 3200 associati nomi di spicco come Elio Germano, Claudio Santamaria, Paolo Calabresi e Neri Marcorè, ha preso una decisione radicale nel loro conflitto con Netflix. Dopo dieci mesi di negoziati privati, l’Agenzia ha depositato una causa presso il Tribunale di Roma contro il colosso dello streaming. La decisione è stata motivata dalla mancata accettazione delle richieste di un compenso equo da parte di Netflix, nonostante sforzi ripetuti da parte degli attori per giungere a un accordo.
La presidente dell’Agenzia 7607, Cinzia Mascoli, ha dichiarato che le trattative sono state infruttuose, con Netflix che ha offerto una cifra considerata al di sotto delle aspettative degli attori. Questo avrebbe stabilito un pericoloso precedente nel mercato delle contrattazioni, mantenendo i compensi degli artisti a livelli molto bassi. Di conseguenza, l’Agenzia ha deciso di portare avanti l’azione legale per difendere gli interessi dei propri associati.
Mascoli ha spiegato che, nonostante la richiesta di trasparenza sui dati relativi all’utilizzo delle opere audiovisive e l’adeguatezza dei compensi, Netflix ha continuato a negarsi a fornire queste informazioni. Questo comportamento ha scatenato la protesta degli attori, che reclamano il rispetto della Direttiva Copyright dell’Unione Europea, la quale mira a garantire un equo trattamento degli artisti nel contesto delle nuove tecnologie digitali.
Neri Marcorè, uno degli associati dell’Agenzia 7607, ha sottolineato la necessità di evitare compensi irrisori da parte delle piattaforme di streaming e di ottenere trasparenza sui dati di sfruttamento delle opere. Anche Elio Germano ha ribadito l’importanza di ricevere compensi adeguati, criticando le multinazionali che si rifiutano di conformarsi alla normativa vigente.
Questa azione legale ricorda lo sciopero degli attori di Hollywood, che ha portato al blocco dell’industria cinematografica statunitense per mesi prima di ottenere risultati positivi. Tuttavia, Mascoli ha evidenziato la mancanza di un’organizzazione sindacale simile negli Stati Uniti che possa sostenere gli attori italiani in questa battaglia. Ha anche sottolineato l’importanza di un intervento più incisivo da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per monitorare e regolare la situazione.