Nell’immaginario comune quello dell’avvocatura è visto come un mondo estremamente tradizionale, fatto di convenzioni, formalismi e regole deontologiche. Oggi, anche per la figura dell’avvocato il terreno di gioco è cambiato, così come sono cambiati i mezzi a disposizione e il modo di pensare delle persone.
La conoscenza tecnica del diritto non è sufficiente, perché rischia di diventare solo un banale esercizio di stile se poi non si è in grado di fare un preventivo, vendere le proprie competenze, gestire la fatturazione e tante altre attività connesse. Oggi, per stare al passo con i tempi, l’avvocato deve avere una visione più ampia, deve essere imprenditore. E come ogni imprenditore, deve saper navigare l’incertezza.
Da avvocato a imprenditore: cambiare completamente prospettiva.
Come avviene questa svolta?
È una questione di interpretazione del ruolo. Posso rispondere raccontando brevemente qualcosa che conosco bene, cioè la mia esperienza personale.
All’inizio del praticantato si sa, tutto è una novità, tutto sembra incredibilmente perfetto ed è stato così anche per me. Nel giro di pochi mesi, però, ho iniziato ad aprire gli occhi e a capire che tutto quel formalismo e quella lentezza non erano adatti per chi, come me, ha un animo imprenditoriale.
La prima scelta importante, una volta finita la pratica, è stata quindi quella di non proseguire il percorso nel giudiziale, ma puntare sullo stragiudiziale.
Se esiste qualcosa che nessuno può portarti via e che, anzi, nel medio-lungo periodo dà un vantaggio competitivo oggettivo, è la formazione: partendo da questa considerazione e seguendo una logica imprenditoriale, ho investito nel mio primo master in diritto d’impresa, che mi ha portato a vivere esperienze in studi legali d’affari, dopodiché ho deciso di affinare ulteriormente la specializzazione, approdando nel mondo della Proprietà Intellettuale e del diritto delle nuove tecnologie, fino a fare startup con una legal tech AI.
Ho sempre creduto che la vita fosse questione di angolazioni e così anche la vita professionale. Formalismi estremi, latinismi e cravatta mi sembravano quasi sempre superflui. In felpa stavo più comodo e, soprattutto, ero semplicemente me stesso. Alla fine il punto per me è stato questo: essere me stesso e costruirci intorno un ambiente giusto.
Come fa un avvocato a pensare da imprenditore
Non esistono caratteristiche universali che fanno di un avvocato un imprenditore ma, secondo la mia esperienza, ci sono alcuni fattori determinanti.
Primo tra tutti, in un mondo sempre più guidato dalle innovazioni tech, un fattore fondamentale è la formazione continua. Un avvocato di nuova generazione deve essere sul pezzo, come si suol dire. Quando poi arriva un game changer pervasivo come l’intelligenza artificiale, ecco che serve fare un crossing di normativa nazionale e internazionale che obbliga non solo a studiare molto, ma anche a effettuare valutazioni di prospettiva sui rischi che la tecnologia comporta e su come mitigarli.
Un altro fattore chiave è la trasversalità. Come si può interagire con le aree aziendali senza conoscerne le logiche? Impossibile innestare una struttura legale efficace nell’IT o nel marketing se non ne sappiamo nulla di queste aree; il che non significa saper fare coding o gestire interamente una campagna ads, ma essere in grado di dialogare con chi lo farà.
Altri aspetti che determinano un avvocato imprenditore sono sicuramente la voglia di mettersi costantemente alla prova, restando sempre aggiornati sulle novità e la costruzione di un network che permetta di essere parte attiva di un ecosistema imprenditoriale.
Mondo Legal tra evoluzione e futuro
Non vi è dubbio che il mondo legale stia cambiando, diventando sempre più dinamico e attraente, anche per le nuove generazioni in cerca di un ambiente di lavoro flessibile e stimolante, che incoraggi la creatività e l’autonomia.
Ma quali sono i driver che lo rendono possibile?
L’innovazione tecnologica senza dubbio gioca un ruolo chiave: tool AI per ricerca veloce, generatori di contratti e documenti legali, ma anche marketplace per la consulenza legale rendono tutto più efficiente, accessibile e ad alto potenziale. Senza contare il risparmio di tempo: in una ricerca su AI applicata all’analisi di contratti è stato dimostrato che gli LLM hanno un costo di solo 2 centesimi per contratto, contro i 74 dollari di un avvocato junior, unito ad un livello di competenza uguale o in alcuni casi maggiore a quello dei professionisti del diritto contrattuale sia junior sia senior.
Anche l’adozione di strategie innovative di marketing e branding può cambiare la percezione dell’avvocatura. L’uso dei social media, il content marketing e il personal branding sono strumenti potenti per comunicare i valori, l’esperienza e l’unicità di un avvocato o di uno studio legale, che consentono di attrarre una nuova clientela qualificata, grande sfida per l’avvocato di oggi.
Di fondamentale importanza è anche lo sviluppo di nuovi modelli di business, come l’abbonamento legale, la consulenza on-demand a distanza e le partnership interdisciplinari: alternative flessibili e convenienti rispetto ai tradizionali tariffari a ore. Questi modelli rispondono alle esigenze di un pubblico che cerca soluzioni legali più accessibili e personalizzate, abbattendo la tipica barriera della paura del costo eccessivo di una consulenza legale tradizionale.
Infine, la creazione di una cultura inclusiva che valorizzi la diversità e l’inclusione, non solo è eticamente corretta, ma anche strategicamente vantaggiosa. Quindi, quale vecchio, l’avvocato-imprenditore rappresenta uno dei lavori del futuro!
Articolo pubblicato nel numero ‘Primavera 2024’ di Millionaire disponibile anche in versione digitale qui.