Il viaggio professionale di Vitali prende il via nei corridoi del Politecnico di Milano, dove, fresco di laurea in ingegneria, si lancia nel vortice rivoluzionario di Airdata, pioniera tra le accademie digitali italiane. Qui, nei panni di General Manager, vive in prima linea il boom di Internet degli anni ’90, un’esperienza culminata in un’exit di successo.
Spinto dalla sete di crescita, Vitali si immerge nel mondo dell’MBA alla Bocconi, per poi approdare nelle fila di Bain & Company. Il viaggio attraverso culture e mercati diversificati lo porta a diventare Partner, un ruolo che gli consente di osservare l’ineludibile avanzata del digitale, ormai divenuto necessità imprescindibile per le aziende — una necessità che le tradizionali società di consulenza sembrano non colmare a pieno.
È da questa consapevolezza che germoglia l’idea di Alkemy, fondata nel 2012. La società capitanata da Vitali si occupa di consulenza Digital a 360 gradi aiutando i grandi marchi europei in quella che comunemente viene chiamata transizione digitale, rinnovando processi e procedure fino a ridefinire strategia e modello di business delle aziende clienti. In un decennio, Vitali ha pilotato la sua creatura verso lidi ambiziosi, spingendo il fatturato oltre i 100 milioni, espandendosi oltre i confini nazionali e coordinando un team di oltre mille anime. Il tutto condito da un consiglio di amministrazione ampiamente eterogeneo.
‘Persone brave e brave persone’. E’ con questa frase che Vitali descrive il segreto del successo del suo team, un collettivo di giovani energici che si articolano tra Millennials e Gen Z. Gli ultimi in particolare, ci racconta Vitali, rappresentano una netta linea di demarcazione rispetto al passato. Il loro spirito imprenditoriale e la sete di autodeterminazione, richieste sempre più esplicite di questa generazione, sono i pilastri su cui si erge la cultura di Alkemy.
Questa filosofia ha trasformato l’azienda in un punto di riferimento che attira anche i tanti talenti di ritorno dall’estero, portatori di un prezioso carico di esperienze e conoscenze, indispensabili per il tessuto innovativo italiano.
Alla domanda in cui chiediamo cosa un ventenne che si affaccia al mondo del lavoro dovrebbe preferire tra lavorare in una startup o una corporate la sua risposta è molto chiara: “Quando si è giovani si dovrebbe sempre cercare un lavoro in cui si impara. Più che cercare lo stipendio più allettante o la job position più cool le abilità apprese nei primi anni di una carriera sono fondamentali per il proseguo della stessa.”
Toccando il tema delle difficoltà di fare impresa in vari paese, per Vitali la netta differenza tra l’approccio imprenditoriale italiano e quelli più dinamici, come quello anglosassone, è nel sapersi assumere il rischio di fallire considerandolo essere parte integrante del gioco. Per il CEO di Alkemy, l’Italia ha un cammino importante da percorrere nell’assimilare la cultura dell’impresa come un’avventura, dove il fallimento non è un’onta ma un gradino verso il successo.
Queste le parole per quanto riguarda la visione di Vitali sul mercato del lavoro in Italia e non solo. Dalle sue parole possiamo solo dedurre quanto ancora istituzioni, scuola e aziende di casa nostra siano molto indietro rispetto ai mercati di sbocco più interessanti.
Le visioni di Vitali per il futuro di Alkemy sono piene di ottimismo. Si pone l’obiettivo di un percorso di crescita costante per la sua azienda, con lui stesso a pilotare la nave verso nuove frontiere. In un orizzonte più remoto, tuttavia, immagina Alkemy come un genitore vorrebbe per un figlio: indipendente e autosufficiente.
Sull’argomento scottante dell’intelligenza artificiale e del suo impatto nel mondo del lavoro, Vitali osserva con fiducia che la trasformazione digitale aprirà nuovi orizzonti, anche se stravolgerà significativamente la struttura lavorativa e le competenze richieste. “Porre l’accento sull’importanza crescente delle discipline STEM, che in Italia non ricevono ancora il giusto slancio dai giovani, è di assoluta importanza per un mercato, come il nostro, che punta a essere pedina attiva della trasformazione digitale per i prossimi anni.”
“Aspiro al fatto che un giorno questa azienda prosegua il suo cammino senza la necessità della sua presenza diretta, con l’obiettivo supremo di generare un valore duraturo per la società tutta.”
Articolo pubblicato nel numero ‘Primavera 2024’ di Millionaire disponibile anche in versione digitale qui.