A volte i grandi cambiamenti nella vita maturano piano piano, fino a quando impongono una scelta personale e professionale che è quasi inevitabile. Ma ‘mollare tutto’ non comporta necessariamente una rinuncia, anzi!
Ci sono storie che ci ricordano come carriera o successo non ci definiscano, ma al tempo stesso non siano da ripudiare per accorgersi come si possa ‘riuscire’ anche inventandosi un nuovo percorso.
Storie come quella di Massimiliano Marchesi, milanese di origine che, dopo 20 anni di carriera in una multinazionale, decide di lasciare tutto e diventare imprenditore agricolo e in una terra, le Marche, che non era la sua. Scopriamo la sua storia e perché è fonte di ispirazione per chi non riesce ad accontentarsi di una carriera che sembra perfetta. Una boccata d’aria fresca.
Massimiliano, da ingegnere, dirigente di una multinazionale a imprenditore agricolo, esperto di coffee pairing e gestore di un b&b. Come ci sei arrivato, qual è stato il tuo percorso?
Il mio percorso professionale e di vita è piuttosto vario e riflette molto bene la mia indole inquieta e alla continua ricerca di stimoli nuovi e di sfide che mi appassionino e che mi consentano di imparare. Diciamo che ho iniziato con il piede sbagliato, o meglio diciamo che l’ho presa da lontano, laureandomi in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e intraprendendo una carriera nel ramo della Supply Chain di alcune aziende del largo consumo nel settore della cosmetica prima e poi del caffè.
Il percorso è stato lungo, formativo e anche illuminante, perché quando sono giunto ai vertici di una nota azienda di caffè (Nespresso) ricoprendo una carica dirigenziale per 10 anni, mi sono reso conto che quello non era il mio punto di arrivo.
Pur confortato da un ottimo stipendio, dai benefit e da un riconoscimento dentro e fuori dall’azienda che molto spesso è generatore di soddisfazione e benessere, dopo circa 20 anni di azienda e superata la quarantina, mi sono reso conto quasi improvvisamente della limitatezza di una risorsa importante per tutti noi.
La più importante, il tempo.
Il tempo che abbiamo a disposizione ogni giorno non è poco in assoluto, abbiamo 12-13 ore al giorno a disposizione, tolte le necessarie ore di sonno e quelle dedicate all’alimentazione e alla cura di sé. Purtroppo però, dovendone dedicare 10-12 al lavoro, includendo gli spostamenti, rimane ben poco per il resto, quantomeno nei giorni lavorativi. […]
Leggi l’intervista completa che troverai nel numero ‘Autunno 2024’ disponibile in versione digitale qui.
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