Siamo di fronte a un cambiamento significativo per chi possiede Bitcoin e altre criptovalute. Il governo italiano ha annunciato un aumento della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di queste monete digitali, che passerà dal 26% al 42%. Questo provvedimento, inserito nel progetto di legge di bilancio per il 2025, entrerà in vigore il 1° gennaio 2025 e rappresenta una vera e propria stangata per gli investitori.
Cosa comporta questa nuova tassazione
Attualmente, gli investitori devono pagare una tassazione del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro. Con il nuovo regime, chi realizza plusvalenze dalla vendita di criptovalute si troverà a pagare un’aliquota del 42%, un incremento del 61%. Questo cambiamento potrebbe posizionare l’Italia tra i paesi con le tasse più alte al mondo per questo tipo di investimento.
La reazione dei professionisti del settore
Numerosi esperti e professionisti del settore si sono espressi contro questo provvedimento. Ferdinando Ametrano, CEO di CheckSig ha definito questa tassazione come “discriminatoria e iniqua”. Secondo lui, questa politica fiscale potrebbe portare a un’emorragia di capitali cripto dall’Italia, distorcendo il mercato e danneggiando l’industria locale. Ha avvertito che molti investitori potrebbero decidere di vendere le loro criptovalute entro la fine del 2024 per evitare l’aumento della tassazione.
Gianluca Sommariva, co-fondatore della piattaforma di gestione di criptovalute Hodlie, ha espresso forte preoccupazione. Ha sottolineato che un aumento così significativo della tassazione potrebbe penalizzare soprattutto i piccoli investitori, rendendo l’Italia uno dei paesi con le tassazioni più elevate sulle criptovalute a livello globale. Tuttavia, ha anche notato che gli investitori che utilizzano ETF (fondi negoziati in borsa) legati a Bitcoin ed Ethereum continueranno a pagare solo il 26%.
Perché il Governo ha deciso di aumentare le tasse ora
La decisione di aumentare le tasse sulle criptovalute non è casuale. Negli ultimi mesi, il mercato delle criptovalute ha vissuto un rally, con il Bitcoin che ha toccato i suoi massimi storici sopra i 73.000 dollari. Questo ha spinto molti investitori italiani a monetizzare i propri investimenti. Secondo l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), attualmente ci sono circa 1,3 milioni di italiani che possiedono criptovalute, per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro. Tuttavia, questo valore è in calo del 22% rispetto al trimestre precedente.
Le statistiche rivelano anche che nel primo semestre del 2024 sono state vendute criptovalute per oltre 3,5 miliardi di euro, mentre ne sono state acquistate solo per 1,76 miliardi. Questo significa che gli italiani stanno vendendo più criptovalute di quante ne comprino, un trend che potrebbe spingere il governo a cercare di incassare tasse su queste plusvalenze.
Questa nuova tassazione potrebbe avere un impatto significativo sul mercato delle criptovalute in Italia. Con il passaggio al 42%, molti investitori potrebbero decidere di vendere le proprie criptovalute prima della scadenza del nuovo regime fiscale. Ad esempio, un investitore che ha acquistato un Bitcoin nel gennaio 2022 a 33.000 euro e ora ha la possibilità di venderlo a oltre 61.000 euro, potrebbe decidere di incassare la plusvalenza prima del 31 dicembre per pagare solo il 26% di tasse anziché il 42%.
Sebbene il governo affermi che l’aumento delle tasse è necessario per il risanamento delle finanze pubbliche, molti temono che questa politica possa danneggiare l’industria delle criptovalute in Italia e allontanare gli investitori.
Il futuro delle criptovalute in Italia potrebbe subire un brusco cambiamento, e gli investitori devono essere preparati a navigare in un contesto fiscale sempre più complesso. Sarà interessante vedere come si evolveranno le cose nei prossimi mesi e quali azioni intraprenderanno gli investitori di fronte a questa nuova realtà.
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