Blue Monday: motivati così

Di
Lucia Ingrosso
16 Gennaio 2017

Il terzo lunedì di gennaio, blue Monday, è stato eletto come il giorno più deprimente dell’anno, anche se più che un dato scientifico sembra una trovata di marketing.

Ma che cosa renderebbe questo Monday così blue (triste)? A individuarlo è stato, dieci anni fa, lo psicologo inglese Cliff Arnall che ha messo insieme vari elementi. In primo luogo, è lunedì, giorno in cui si ricomincia la settimana lavorativa. Poi ci si mettono le condizioni meteo: fa freddo, abbiamo poche ore di luce. E ancora: vacanze lontane, sensi di colpa per le abboffate natalizie e i soldi spesi ai saldi. Infine: sensazione di inadeguatezza nei confronti degli obiettivi da raggiungere e degli impegni presi nell’anno appena iniziato. Risultato: morale sotto i tacchi e, addirittura, in alcuni casi, crescita delle assenze dal lavoro. Naturalmente, questo ha una valenza scientifica molto limitata. Anche se il blue Monday è diventato, anno dopo anno, un pretesto per parlare di tristezza.

Com’è possibile dare valore a questo sentimento considerato solo negativo? Millionaire lo ha chiesto a Lilia Pavone, consulente e trainer della società di formazione Max Formisano Training.

«La tristezza non deve essere considerata solo in modo negativo. Come ci insegna il film Inside out, è invece una componente della nostra vita e ci aiuta a valorizzare i momenti di gioia». Chi mai potrebbe dirsi felice, infatti, se la felicità fosse una condizione costante?

Non solo. «Anche se il mondo ci chiede di essere sempre a mille, noi sappiamo che questo non è umanamente possibile. I momenti di pausa e riflessione sono invece molto utili, perché ci consentono di guardarci dentro, vedere le cose che non vanno e trovare la forza di cambiare» prosegue Pavone.

Del resto, la maggior parte delle scelte più importanti della nostre vita sono più spesso il risultato di stimoli negativi (obblighi, imposizioni, emergenze…) che non di momenti piacevoli e di libere scelte. Lilia Pavone lo spiega così: «Le persone sono spinte ad agire da due molle principali. Da una parte ci sono gli obiettivi da raggiungere, i premi da conquistare. E così si studia per raggiungere la laurea e trovare un lavoro di soddisfazione. In gergo, diciamo che una persona così “va verso”. Dall’altra, ci sono le minacce o le punizioni a cui sfuggire. E così si dimagrisce perché il medico ci mette paura o il fidanzato ci lascia. Una persona così “va via da”. Tutti agiamo sia spinti dal piacere che dal dolore, anche se ognuno di noi tende verso uno dei due. Questo dimostra come anche i sentimenti negativi sono importanti nella nostra vita. E perciò vanno capiti, affrontati e valorizzati. Anche oggi e in tutti i blue day della nostra vita».

 

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