Boom affitti brevi: il caos normativo non può frenare il turismo

Boom affitti brevi: il caos normativo non può frenare il turismo

Di
Alessandra Litrico
19 Aprile 2023

Le città d’arte hanno registrato il tutto esaurito nei giorni di Pasqua e il 25 aprile è ormai alle porte, preannunciando numeri in crescita per gli affitti turistici brevi. In questo clima, si riaccende a pieno ritmo il dibattito sul tema, con istanze divergenti da più fronti. Da una parte, c’è chi dà la colpa ad Airbnb se gli albergatori sono in difficoltà e si assiste allo spopolamento dei centri urbani, dall’altra, ci sono le associazioni di categoria, non persuase da questa correlazione.

Sono 10 le regole per il rilancio delle città d’arte presentate al Governo dai Sindaci Dario Nardella e Luigi Brugnaro. Il documento prevede alcune importanti novità. Tra le proposte, quella sugli sgravi fiscali per almeno un triennio relativi all’acquisto di pacchetti, locazioni e servizi turistici per rilanciare il settore, ma anche una norma nazionale che richieda l’abilitazione per lo svolgimento delle professioni turistiche nei centri storici e nei capoluoghi patrimonio dell’UNESCO. Due le proposte normative per le locazioni brevi, oltre alla richiesta di norme speciali per limitare le attività commerciali.

Le proposte

Il documento si compone di tre capitoli e il primo riguarda la salvaguardia della filiera del turismo con quattro proposte: sostegno economico per lavoratori e aziende, incentivi per il turismo in Italia, attività o tour nelle mani dei professionisti e infine una norma per le guide turistiche. Focus sulla residenzialità con quattro azioni per il rilancio che riguardano le norme per gli appartamenti destinati agli affitti brevi, con la previsione di un tetto di 90 giorni l’anno per consentire le locazioni.

Il documento è in antitesi rispetto a quello presentato al Ministro del Turismo Daniela Santanchè dalle organizzazioni di settore. Confedilizia e altre 12 associazioni chiedono semplificazione, scongiurando nuove norme in materia. Cinque i punti oggetto dell’istanza a sostegno della categoria e degli host di appartamenti. Nel primo, si propone una riduzione ad un unico adempimento, a carico del proprietario, circa la comunicazione telematica alla Questura relativa ai dati e alle informazioni previsti dalla legge. Il secondo punto richiede uniformità tra la normativa nazionale e quelle locali, mentre il terzo punto si focalizza sulla trasparenza a tutela degli inquilini con l’assegnazione di un codice identificativo o di un numero di registrazione che, benché introdotto nel 2019, ancora non risulta attivo.

Gli ultimi due punti si concentrano sull’abrogazione di due norme: quella che consente al comune di Venezia di limitare gli affitti brevi nel centro storico e quella che trasforma il proprietario in imprenditore, nell’ipotesi di più di quattro appartamenti affittati. Si chiede che la locazione venga considerata imprenditoriale solo nel caso di fornitura di servizi, personale, uffici o organizzazione di mezzi con risorse umane al seguito. 

Turismo come opportunità

Intanto, il Ministro Santanchè temporeggia, mostrando cauta apertura in attesa di un’analisi più accurata, escludendo la chiusura dei centri storici: Servono regole, quello che ho in mente io scontenterà qualcuno”, ha dichiarato. “Dobbiamo capire quanti sono gli affitti brevi e dove sono. Dobbiamo fare una mappatura, perché ad oggi non esiste. Dopo che avremo una fotografia completa, interverremo”. 

Unico comune denominatore: il turismo non è un ostacolo, ma un’opportunità per la valorizzazione e il rilancio dell’intero paese. Migliorare le normative esistenti favorirebbe non soltanto host e ospiti, ma anche le attività commerciali, grazie al flusso turistico e al grande fermento nel settore.

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