Da Austin a Milano, le case stampate in 3D offrono una soluzione innovativa, economica e sostenibile, al problema abitativo.
È stata presentata a Austin, in Texas, durante la conferenza South by Southwest, una stampante 3D che permette di costruire una casa in meno di 24 ore, a basso costo. Il prezzo per ogni abitazione è inferiore a 4000 dollari.
L’idea è di due società statunitensi: Icon, che ha sviluppato la stampante Vulcan, e New Story, una non profit (sostenuta da Y Combinator) che opera nei paesi in via di sviluppo. L’obiettivo, infatti, è fornire una nuova soluzione abitativa, efficiente e sicura, alle famiglie più povere. Il progetto partirà da El Salvador, dove saranno costruite 50 case entro il 2019.
Utilizzando un software, è possibile creare diversi progetti e costruire case da un piano di dimensioni che variano da 55 a 75 metri quadrati, con cucina, camere da letto e bagno.
La stampante può essere trasportata su un camion, per raggiungere facilmente le zone rurali in cui sarà utilizzata. Montata su binari, stampa pavimenti e pareti uno strato dopo l’altro, impiegando da 12 a 24 ore. Per completare la casa, basta la manodopera di due lavoratori.
Ad oggi le due società stimano che ogni stampante possa produrre almeno 1000 abitazioni. Il loro intento è condividere la tecnologia con altre organizzazioni non profit e istituzioni che affrontano il problema della case nelle aree povere. La stampante costa circa 100mila dollari.
Una casa stampata in 3D nel cuore di Milano
Presto anche in Italia, a Milano, sarà possibile vedere una casa stampata in 3D, in occasione del prossimo Salone del Mobile, in programma dal 17 al 22 aprile. I lavori sono già iniziati, in piazza Beccaria, in pieno centro. Il progetto è dell’architetto Massimo Locatelli dello studio CLS, insieme a Italcementi, Arup e Cybe. Si chiama 3D Housing 05. La casa, da 100 metri quadrati, sostenibile, è stampata con una miscela di polveri cementizie, inerti e leganti. Nel tempo, può essere demolita, polverizzata e ricostruita utilizzando lo stesso materiale. Anche in questo caso, considerati i bassi costi, le case potrebbero essere utilizzate per garantire una sistemazione adeguata a chi non ce l’ha o costruire rapidamente in caso di emergenze e calamità naturali.