Ciao Milano, dimmi come stai!

Di
Redazione Millionaire
22 Dicembre 2022

Il primo progetto di citizen science per migliorare la qualità della vita dei milanesi

 

“Ciao Milano, dimmi come stai!” è il primo progetto di scienza partecipata proposto dal capoluogo lombardo per creare politiche che migliorino la qualità della vita dei cittadini milanesi. Partendo da un campione di 40mila residenti, il progetto, punta a dare vita a un portale di raccolta dati per creare una mappatura dei fattori di rischio e delle condizioni di salute della città. Il censimento avviene attraverso una cartolina recapitata per posta e servirà all’amministrazione comunale per riuscire a programmare interventi mirati di prevenzione e cura della popolazione. Non verranno indagate solo le abitudini e gli stili di vita, ma anche le condizioni e la percezione del singolo quartiere per poter pianificare politiche pubbliche puntuali.

“Da anni Istat raccoglie informazioni sui vari territori italiani, con censimenti e survey sulla popolazione, come quelle sullo stato di salute, ma non va mai sotto la provincia come unità territoriale – spiega Antonio Russo, responsabile dell’Unità di Epidemiologia dell’Ats Milano. Su Milano, per esempio, non ci sono mai state informazioni dettagliate per indirizzare politiche sanitarie in questo senso. Il censimento proposto dall’amministrazione milanese invece, punta a raccogliere informazioni dettagliate nelle varie zone della città, attraverso campioni formati da cittadini maggiorenni con due strati di popolazione, maschile e femminile, giovane e anziana.”

 

Uno zoom sul questionario

Il questionario sarà usufruibile solo se si riceve la cartolina, attraverso un qr code raffigurato sulla stessa e indagherà su caratteristiche come stili di vita (dieta, attività fisica, fumo, alcol, gioco d’azzardo), quartiere di residenza (presenza di servizi, coesione sociale, sicurezza, qualità dell’ambiente), accesso ai servizi sanitari e condizioni economiche (istruzione e occupazione). La vivibilità del quartiere rientra tra le informazioni su cui il questionario si concentrerà maggiormente.

Le informazioni raccolte verranno poi restituite ai vari municipi che potranno avere un feedback in tempo reale sull’attuale percezione della zona.

 

La piattaforma open data

Con lo scopo di andare a coprire una mancanza di informazioni utili per migliorare la qualità della vita nella città di Milano, il progetto darà vita a una piattaforma open data per permettere a chiunque di studiare i dati al fine di creare soluzioni per migliorare lo status attuale della città. L’idea è quella di creare un dialogo diretto tra cittadini e amministrazione.

Perché un progetto del genere può rivelarsi di enorme utilità? L’iniziativa permette alle amministrazioni di apportare determinate modifiche a quartieri che più ne necessitano. Per esempio, se in una determinata zona si dovesse scoprire un’alta percentuale di fumatori, si potrebbero organizzare in alcune vie precise, campagne di sensibilizzazione sui rischi legati a questa dipendenza. Se invece si registra uno scarso consumo di frutta e verdura, si può pensare di aumentare la presenza di mercati cittadini in quel determinato quartiere, e così via.

Ovviamente il progetto rispetterà l’anonimato e consentirà alla città di venire a conoscenza di informazioni che fino ad oggi si avevano solo a livello provinciale. Sicuramente uno dei problemi che si cercherà di risolvere con questa iniziativa sarà quello di diminuire la quantità di fumatori e bevitori individuando le zone di maggiore interesse, inducendo i soggetti a uno stile di vita più sano.

“Continuiamo ad avere l’impressione che la città abbia problemi relativi all’assunzione di alcol – aggiunge Russo -, ma non abbiamo dati basati su indagini rappresentative della popolazione. Le malattie si stanno muovendo in maniera differente rispetto al passato. Pensiamo a tutte le patologie correlate al fumo, che in tutta l’area metropolitana e soprattutto a Milano, hanno una prevalenza in crescita nelle donne e in riduzione negli uomini. Avere informazioni più precise permette una migliore prevenzione e conoscenza del fattore di rischio alla base. Anche la distribuzione territoriale è importante: se noi scopriamo che nei quartieri più periferici di Milano è maggiore la presenza di fumatori, possiamo intervenire con campagne mirate che possono coinvolgere le scuole”.

 

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