Difficoltà di comunicazione tra generazioni in azienda

Di
Redazione Millionaire.it
29 Febbraio 2024

Le nostre aziende, grandi o piccole che siano, crescono inevitabilmente in un modo sempre più decentralizzato e multigenerazionale. E questo comporta, che ci piaccia o meno,  un preoccupante aumento di incomprensioni e conflitti legati alla comunicazione. Le differenze nelle abitudini e nelle preferenze di comunicazione tra generazioni, amplificate dalla frammentazione delle piattaforme utilizzate, stanno creando nuovi ostacoli alla collaborazione e all’efficienza.

Immaginatevi questo scenario: dovete trasmettere un’informazione importante a un collega. Lasciate un messaggio vocale? Lo chiamate direttamente? Scrivete un’email? Fissate un incontro di persona? La scelta, apparentemente banale, può rivelarsi un vero campo minato, con conseguenze potenzialmente negative.

La verità è che la risposta dipende da molteplici fattori: il settore lavorativo, l’età, il livello di seniority, la cultura aziendale, le preferenze personali. L’assenza di norme universalmente accettate in materia di comunicazione genera confusione e disallineamento, ostacolando la produttività e il benessere lavorativo.

Uno studio recente condotto da una piattaforma online per l’apprendimento delle lingue, riporta dati allarmanti: quasi un lavoratore su dieci è stato ripreso per informazioni lasciate in messaggi vocali, mentre due su cinque eliminano i messaggi vocali di lavoro prima di ascoltarli interamente. Nonostante l’86% dei lavoratori dichiari di preferire la comunicazione via email, quasi il 90% ritiene che questo mezzo sia il più incline a generare equivoci.

Come si è arrivati a questo punto? Analizziamo le differenze di approccio alla comunicazione tra le generazioni più presenti nel mondo del lavoro:

  • Baby Boomer (nati tra il 1946 e il 1964): cresciuti con telefono fisso e posta cartacea, i Baby Boomer privilegiano la comunicazione verbale diretta. Telefonate, incontri di persona e, più recentemente, videochiamate sono i loro strumenti d’elezione. Apprezzano la chiarezza e l’immediatezza della comunicazione faccia a faccia, considerandola fondamentale per costruire fiducia e risolvere problemi in modo efficace.
  • Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980): abituati all’avvento dei computer e della posta elettronica, i Gen X si destreggiano con entrambi i canali di comunicazione. Utilizzano le email per comunicazioni formali e thread di discussione, mentre preferiscono le telefonate per questioni urgenti o delicate. Sono generalmente più adattabili e pragmatici rispetto ai Baby Boomer, ma possono nutrire diffidenza nei confronti delle piattaforme di comunicazione più recenti.
  • Millennials (nati tra il 1981 e il 1996): Cresciuti con l’esplosione di internet e dei social media, i Millennials sono i nativi digitali per eccellenza. Messaging istantaneo, piattaforme collaborative come Slack e Trello, videochiamate informali sono i loro strumenti quotidiani. Privilegiano la comunicazione rapida, informale e interattiva, spesso sacrificando la formalità in favore dell’immediatezza.
  • Generazione Z (nati dopo il 1997): Ancora agli inizi della loro carriera, i Gen Z sono iperconnessi e a proprio agio con una moltitudine di piattaforme. Tendono a prediligere la comunicazione visiva tramite immagini, video e meme, spesso integrando elementi di gamification e interattività. Per loro, la comunicazione è un’esperienza dinamica e fluida, che travalica i confini tra online e offline.

Queste differenze generazionali, unite alla proliferazione di piattaforme di comunicazione, creano una sorta di “Torre di Babele” digitale: messaggi fraintesi, informazioni perse, aspettative disattese. Immaginate un Baby Boomer che lascia un dettagliato messaggio vocale su una piattaforma utilizzata raramente dai colleghi più giovani, oppure un Gen Z che condivide informazioni riservate su un canale informale di chat di gruppo. Le incomprensioni sono dietro l’angolo.

Cosa possiamo fare per superare queste barriere comunicative? Ecco alcuni suggerimenti:

  • Consapevolezza e apertura mentale: Riconoscere le proprie preferenze comunicative e quelle degli altri è il primo passo. Adottiamo un atteggiamento aperto e flessibile, cercando di comprendere i canali e gli stili di comunicazione altrui.
  • Cultura aziendale inclusiva: Le aziende dovrebbero promuovere una cultura della comunicazione chiara, trasparente e rispettosa delle diversità. Stabilire linee guida condivise sull’utilizzo delle piattaforme e incoraggiare il feedback continuo sono azioni fondamentali.
  • Formazione e sensibilizzazione: Investire in programmi di formazione che aiut
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