Consulenze finanziarie

Consulenza finanziaria: cos’è e quanto mi costa?

Di
Redazione Millionaire
17 Marzo 2023

Secondo una ricerca condotta da Consob (Rapporto sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane, atteggiamenti e approcci comportamentali), è emerso che la stragrande maggioranza degli italiani non ha la minima idea del costo di una consulenza finanziaria. Un problema che ha permesso fino ad oggi a consulenti e professionisti del settore di avere piena gestione del fabbisogno, senza la necessaria inclusione del cliente finale nelle scelte strategiche e nella condivisione delle strategie. Su un campione di 1.436 individui, solo il 35% è effettivamente consapevole del fatto che la consulenza è un servizio a pagamento, mentre il 42% è convinto dell’esatto contrario. Il 24% invece, non sa dire se e come viene pagato il proprio consulente. Ma a peggiorare la situazione ci sono altre due evidenze spaventose: in sede di investimento gli italiani infatti sembrano prestare poca attenzione ai costi, sia al momento della scelta del consulente, che al momento della valutazione della prestazione ottenuta. A temere il costo della consulenza infatti, è solo il 4%, che si alza a 8% al momento della revisione dei conti.

 

Una maggiore trasparenza

Per far fronte a questo problema, la direttiva comunitaria si è più volte riunita per discutere il tema della tutela degli investitori. In prima base, i pilastri della direttiva hanno proposto una maggiore trasparenza nelle relazioni tra intermediari e clienti, obbligando i primi a rendere più fruibile l’informazione riguardo i costi pre e post consulenza. Ma nonostante l’entrata in vigore nel 2018, questa soluzione non sembra essere stata sufficiente. Gli intermediari infatti, avrebbero nel frattempo escogitato altre vie per celare l’informazione ai clienti: ad esempio non inviando la documentazione e assolvendo il relativo obbligo, pubblicando la rendicontazione dei costi in una pagina dell’home banking, ben nascosta. 

Proprio a causa di questi comportamenti, dalla ricerca è emerso anche che oltre il 70% degli italiani preferisce non affidarsi a queste figure professionali. Nonostante nel 2022 si sia registrato un miglioramento nel rapporto consulenza-popolazione infatti, resta ancora tanta sfiducia e disinformazione nei confronti del settore. 

Quello che i risparmiatori dovrebbero ricevere è un dettaglio dei costi che illustri separatamente la componente del prezzo pagato sia per il prodotto, che per la consulenza ricevuta, compresi gli incentivi incassati dal consulente per il collocamento dei vari prodotti. Ma dato che questo sembra non bastare, per rendere gli investitori più consapevoli, la Commissione europea sta escogitando una strategia che prevede l’eliminazione delle retrocessioni, andando a proporre un modello di retribuzione della consulenza basato esclusivamente sulle parcelle. Questo permetterebbe una maggiore chiarezza e trasparenza da parte degli advisor, favorendo così l’interesse del cliente finale. Gli investitori però, devono essere consapevoli che nessuna legge o authority può tutelarli più di sé stessi e quindi, secondo quanto dichiarato dall’Unione Europea: “anch’essi devono fare la loro parte.” Anche solo chiedendo spiegazioni sui costi, senza pagare a occhi chiusi. “Chiedete sempre al consulente quanto guadagna dal prodotto che vi sta consigliando. In genere, l’intermediario sarebbe tenuto a mettere il cliente a conoscenza dei costi senza che questo ponga nessuna domanda, ma dato che questo non accade, è necessario che il cliente rivendichi il diritto di sapere quali costi ricadranno su di esso. Senza le adeguate pressioni, gli intermediari rimarranno restii ai cambiamenti. Ecco perché è necessaria la collaborazione di tutti.”

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