I cambiamenti che porta l’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro. Difficile trovare un argomento tanto affascinante quanto divisivo come gli ipotetici scenari dovuti all’impiego massivo dell’intelligenza artificiale. In particolare, quando si ragiona sulle possibili implicazioni nel mondo del lavoro, tanta è l’incertezza su quali potranno essere gli effetti sull’occupazione e tutte le tesi formulate finora (tranne quelle più assurde, ovviamente) contengono elementi di ragionevolezza. Non avendo ancora a disposizione dei dati empirici affidabili, bisogna basarsi sull’esperienza di professionisti e imprese per provare a tracciare un quadro del futuro che ci aspetta.
La parola agli influencer
Tra i primi mestieri nati con la proliferazione dei nuovi software c’è sicuramente quello del divulgatore scientifico. Se fino a un paio di anni fa il tema era riservato a nerd, informatici e ingegneri, oggi in tanti si chiedono come gli algoritmi cambieranno le nostre vite. Alcuni content creator stanno quindi pubblicando video sui principali social network per spiegare innanzitutto cos’è un’intelligenza artificiale. «Il mega trend ha aperto ampie praterie per la formazione», afferma Gianluigi Ballarani, imprenditore e influencer. «Un’adozione di massa cambierà il concetto stesso di lavoro. Ora se leggiamo una mail o riceviamo una telefonata siamo sicuri che il mittente sia un individuo in carne e ossa. Ma domani? Nessuno è al riparo: una macchina può sostituire un centralinista come un data analyst. Sopravvivrà chi saprà adattarsi».
Il valore dei fondamentali
Discorso diverso per i fotografi. Da quando i videofonini hanno cominciato a circolare nelle tasche degli italiani, in un primo momento si è diffusa la falsa aspettativa della scomparsa della loro professione. Praticamente chiunque ha un amico o un parente che ha investito parte dei risparmi nell’acquisto di una macchina fotografica di livello e con essa pretende di sostituirsi agli esperti. Lo stesso sta accadendo ora con il machine learning. Le tante applicazioni uscite negli ultimi mesi sul mercato hanno una caratteristica in comune: la semplicità dell’uso. La risposta del settore però resta quella data nel passaggio dall’analogico al digitale: far pesare il valore della conoscenza specialistica della materia.
Ne è certa Patrizia Burra, fotografa e digital artist pluripremiata, che conta oltre ottanta riconoscimenti internazionali ottenuti solo negli ultimi due anni e mezzo. Patrizia nasce come fotografa autodidatta e pittrice. Inoltre, arricchisce le sue opere utilizzando in modo creativo anche strumenti di intelligenza artificiale. «Prima preparo dei modelli tridimensionali, poi li importo nell’AI e il risultato lo rifinisco con Photoshop», sottolinea Burra. «In questo modo il prodotto finito è davvero unico e più difficile da rubare. Non sono rare infatti le violazioni del copyright in rete. Ma d’altronde non c’è da stupirsi. Per ottenere da un’intelligenza artificiale una resa perfetta della propria idea occorre avere alle spalle la padronanza di nozioni specifiche come il posizionamento delle luci, il numero esatto di pixel e lo studio dello spazio.
L’inserimento dei comandi nel prompt dell’AI non può essere istintivo e casuale, bensì estremamente certosino. Basta una semplice inversione di due parole per far scaturire dalla descrizione due immagini completamente diverse. Di recente ho arricchito la mia offerta con dei corsi di formazione online attraverso i quali insegno agli allievi l’arte generativa. Il consiglio che do sempre è, oltre a ripartire dai fondamentali, quello di sperimentare. Attenzione però: chi pensa che lʼintelligenza artificiale sia sufficiente a mettere in soffitta le reflex si sbaglia di grosso. Ha senso sfruttare l’AI per la costruzione di grafiche di repertorio, mentre per il racconto per immagini di eventi in presenza, come matrimoni o battesimi, il lavoro del fotografo resta insostituibile».
Una gif da Caravaggio
Persino un asset strategico per l’Italia come la cultura, fortemente legata alla tradizione, ha cominciato a guardarsi intorno per capire come rendere più accattivanti musei e siti archeologici con opere e reperti vecchi di secoli. La startup Lotz ha elaborato WhatsArt, un software che trasforma l’App di messaggistica WhatsApp in un’audioguida. Inquadrando con la fotocamera dello smartphone il QR code di un’opera (da stampare su un pannello informativo) essa inizierà a inviare contenuti testuali, audio e video al suo possessore. Se si unisse questa tecnologia con la realtà aumentata, il lavoro delle guide turistiche in futuro potrebbe limitarsi al mero accompagnamento dei viaggiatori, mentre saranno gli ologrammi a raccontare la storia dei beni custoditi in loco.
Un esame di coscienza
Neanche il giornalismo può dormire sonni tranquilli. La startup ASC27 ha messo a punto Asimov, un programma capace di verificare le fonti e di portare a termine compiti ripetitivi come la ricerca di parole chiave per indicizzare gli articoli online. «È necessario formare dirigenti e dipendenti affinché capiscano che la rivoluzione è iniziata e non si può più tornare indietro: tanto vale cavalcarla e capire come sfruttarla al meglio», sottolinea l’amministratore delegato Nicola Grandis. «Smartphone, domotica, pagamenti online: ci siamo già dentro. Nei prossimi anni mi aspetto grandi passi in avanti nella sanità, dove si ricorrerà all’automazione per analisi semplici come quelle del sangue o delle urine».
Parola alla difesa
Abbiamo chiesto alla stessa ChatGPT di spiegarci gli effetti che essa potrà avere sul mercato del lavoro. Qui il suo verdetto: «Da un lato, l’intelligenza artificiale offre opportunità di miglioramento, automatizzazione e maggiore efficienza nei processi produttivi. L’IA può accelerare la ricerca e lo sviluppo, facilitare la gestione delle risorse umane e ottimizzare la logistica. Dallʼaltro lato, lʼIA potrebbe comportare la sostituzione di alcuni lavori manuali e ripetitivi con algoritmi e robot, portando a una disoccupazione strutturale in alcune industrie. È fondamentale preparare la forza lavoro con competenze digitali, per adattarsi alle nuove sfide e trovare opportunità in settori emergenti. La privacy e la sicurezza dei dati sono questioni cruciali. Lʼutilizzo di IA per lʼanalisi e la profilazione dei dati personali potrebbe sollevare problemi etici e legali, richiedendo regolamentazioni adeguate per proteggere i diritti degli individui. Nonostante gli svantaggi, lʼIA offre potenziali impatti positivi sulla società, migliorando la qualità della vita e consentendo nuove opportunità imprenditoriali».
“È essenziale un equilibrio tra il progresso tecnologico e il benessere umano, promuovendo la collaborazione tra persone e macchine per un futuro lavorativo sostenibile ed equo”
Tutte le fotografie contenute nell’articolo sono di © Patrizia Burra.
Articolo pubblicato su Millionaire di settembre 2023.