Corsi gratuiti per formare esperti digital al Sud: «Le imprese hanno bisogno di chi vive di innovazione»

Di
Redazione Millionaire
19 Maggio 2020

Formazione gratuita su digital e nuove tecnologie per 1000 giovani della Sicilia e del Sud Italia, tra i 18 e i 30 anni, nei prossimi tre anni. È l’iniziativa di Antonio Perdichizzi, founder e Ceo di tree, impresa innovativa che lancia a Catania la tree school. L’obiettivo è formare giovani talenti per il mondo del lavoro. I primi due corsi, per sviluppatori front-end e Data Scientist, partono online il 3 giugno: 240 ore part-time per 30 persone a corso. A ottobre inizieranno le lezioni in aula, per sviluppatori back-end, di app ed esperti di cyber security.

Partner dell’iniziativa sono Experis, brand di ManpowerGroup, e UniCredit, attraverso il programma di Social Impact Banking. Per un investimento complessivo di 3,1 milioni di euro. «Creare opportunità al Sud e sviluppare progetti innovativi e a impatto sul territorio sono i motivi che da sempre mi spingono a fare impresa» racconta Perdichizzi.

Com’è nata l’idea?

tree pmi«Sappiamo tutti del mismatch tra domanda e offerta di lavoro (secondo il rapporto Unioncamere Excelsior tra il 2019-2023 ci saranno fino a 300mila posti in ambito informatico, digital, industria 4.0). Da un lato c’è chi vuole assumere risorse con competenze specifiche nel campo del digitale, dell’innovazione e del coding. Dall’altro c’è una disoccupazione giovanile, soprattutto al Sud, ancora molto alta. Come fanno le startup che cercano di risolvere problemi, noi abbiamo pensato a una soluzione unica per rispondere a mismatch e disoccupazione. Partendo dalle nostre esperienze su open innovation e education, insieme ai nostri partner più importanti, abbiamo costruito un progetto triennale per dare ai giovani la possibilità di seguire un percorso professionalizzante e creare opportunità lavorative».

Si terrano corsi in aula e online?

«Il progetto era stato pensato pre-Covid. L’emergenza ci ha costretto a un aggiornamento che si è rivelata un’opportunità. I primi corsi saranno online. I ragazzi si possono collegare a distanza. C’è la possibilità di avere docenti che non sarebbe stato facile ingaggiare per le lezioni in aula. Da ottobre partiranno i corsi in sede, a Catania. Poi li organizzeremo anche negli altri capoluoghi siciliani dove ci sono le università e nel Mezzogiorno. Anche dopo l’emergenza, ci muoveremo verso un modello ibrido, con lezioni online e offline oppure classi con studenti in aula e a casa. Questa è una delle dinamiche più interessanti per la formazione. Sappiamo fare corsi online e offline, ma la vera sfida sarà mixare le due modalità utilizzando la tecnologia. Sono metodi nuovi che stiamo sperimentando e poi diventeranno di uso comune».

Quali sono i requisti per iscriversi?

«Cerchiamo laureati o laureandi in materie STEM, diplomati di istituti tecnici, ma anche appassionati di coding, sviluppatori e innovatori che finora hanno fatto un percorso da freelence e vogliono perferzionarsi. Alcuni corsi, come Data Scientist, sono aperti anche a chi ha una formazione umanistica. Volendo avere un impatto positivo sul territorio, siamo molto aperti, inclusivi, ci saranno posti anche per persone non perfettamente in target e categorie più deboli». Iscrizioni online su https://tree.it/school/

Come avviene l’inserimento in azienda?

«Il rapporto con le imprese inizia fin da subito. Le coinvolgiamo per la scelta dei corsi, quando studiamo il programma. Scegliamo i candidati anche in base alla loro disponibilità lavorativa. Le aziende conoscono i partecipanti già durante il corso, con incontri e testimonianze. Una particolarità didattica è che ogni corso prevede un project work: gli studenti iniziano con una sfida lanciata da un’azienda o da una pubblica amministrazione e alla fine del corso avranno progettato quel servizio o prodotto software richiesto. E, a proposito di open innovation, i nostri “career day” saranno degli hackathon: i partecipanti si sfideranno con i loro progetti. Prima della fine delle lezioni i ragazzi faranno i colloqui e poi ci muoveremo per il placement, con internship o proposte di lavoro».

Che impatto avrà la situazione attuale sul lavoro e le imprese?

«C’è stata una straordinaria accelerazione sul digitale e sull’adozione di determinati modelli: agilità, flessibilità, risposte veloci al cambiamento sono ormai entrate nell’agenda e nella quotidianità di ogni impresa. Sicuramente alcuni settori e attività saranno penalizzati, chiamati a sacrifici e ristrutturazioni, ma ci saranno tante realtà che sapranno cogliere le nuove opportunità e settori che potranno continuare a crescere, come il digitale o le startup innovative che sono già abituate a muoversi velocemente nelle difficoltà. E mai come ora Pmi e grandi aziende avranno bisogno dell’aiuto di chi è agile, veloce e vive di digitale e di innovazione».

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