Crowdfunding, anno zero

Crowdfunding, anno zero

Di
Tiziana Tripepi
24 Luglio 2023

Dal 10 novembre entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo sul crowdfunding, che definisce un “mercato unico europeo” per questa modalità di raccolta di capitali. E intanto l’industria del crowdinvesting vede per la prima volta un segno negativo, con i portali immobiliari a fare la parte del leone. Le evidenze contenute nell’8° Report italiano sul Crowdinvesting

 

 

Dopo anni di crescita a doppia cifra, per la prima volta negli ultimi 12 mesi l’industria del crowdinvesting ha visto una contrazione del mercato (-1%), con una raccolta complessiva di 343,79 milioni di euro. L’8° Report italiano sul Crowdinvesting, realizzato dall’Osservatorio omonimo della School of Management del Politecnico di Milano, presentato giovedì 20 luglio, ci rivela che a soffrire è l’equity crowdfunding dei portali non immobiliari (-11%) e i collocamenti di minibond (23 campagne di collocamento di minibond concluse su 2 portali, per un totale di 20,82 milioni di euro, -45%), mentre la raccolta per i progetti immobiliari, il cosiddetto real estate crowdfunding, sia equity che lending, vede un segno più, rispettivamente del 28% e 39%. Il report ha analizzato gli ultimi 12 mesi fino alla data del 30 giugno 2023. Mamacrowd continua a essere il leader di mercato dell’equity crowdfunding non immobiliare, ma la novità è che emergono le piattaforme immobiliari: Walliance e Concrete Investing stanno scalando le posizioni.

 

Ma che cos’è il crowdinvesting? «È quel sottoinsieme del crowdfunding in cui la “folla” (crowd), costituita da persone fisiche ma anche da investitori istituzionali e professionali che aderisce alle raccolte online promosse dalle imprese (o dalle persone fisiche), lo fa per finalità di investimento, con l’obiettivo cioè di ottenere una remunerazione del capitale investito», spiega Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting. «O sottoscrivendo quote del capitale di rischio di una società (equity-based model) oppure concedendo un prestito (lending- based model)». Praticamente dal crowdinvesting restano esclusi il reward crowdfunding (ricompensa non monetaria) e il donation crowdfunding (nessuna ricompensa).

 

Dal 10 novembre ci sarà un’unica categoria di portali

La presentazione di giovedì ha fatto emergere un altro elemento decisivo. «Siamo alla vigilia di un importante cambiamento nel mondo del crowdinvesting» ha aggiunto Giudici. «Dal 10 novembre entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo, l’ECSP (European Crowdfunding Service Providers), che porterà una rivoluzione in questo settore. Se a oggi, infatti, esiste una distinzione tra portali di equity crowdfunding, autorizzati dalla Consob (dove a fronte di un investimento si diventa soci a tutti gli effetti di una società), e portali di social lending o peer to peer lending (dove l’investimento avviene attraverso la concessione di un prestito), dal 10 novembre ci sarà un’unica categoria di portali: quella degli operatori che offrono al mercato servizi di crowdfunding».

 

Le piattaforme potranno allocare qualunque tipo di strumento finanziario

«Basta parlare di equity crowdfunding» ha sottolineato Alessandro Lerro, avvocato esperto di crowdfunding e presidente del Comitato scientifico di AssoFintech. «È un residuo del passato». Tra i cambiamenti più importanti introdotti dal regolamento, infatti, il fatto che le piattaforme possano collocare non solo equity (quindi azioni o quote di società di capitali) e prestiti, ma qualunque tipo di strumento finanziario. E, cosa ancora più interessante, potranno svolgere attività di gestione patrimoniale: l’investitore, cioè, potrà allocare un proprio budget senza dover decidere su quale progetto investire, ma delegando la piattaforma a ripartirlo nei diversi progetti (come abbiamo spiegato sul numero di Millionaire di aprile). Ma non è tutto.

 

Nasce il mercato unico del crowdfunding europeo

Il nuovo regolamento europeo prevede: 1. le regole che riguardano l’equity e il lending crowdfunding siano uguali in tutta Europa. 2. le piattaforme che gestiscono questi due tipi di raccolta siano assoggettate alle stesse regole in tutti i Paesi Ue. Questo cambiamento comporta il fatto che la sollecitazione al pubblico risparmio fatta in uno Stato Ue sarà aperta anche ai cittadini degli altri Stati membri.

 

«Le piattaforme di equity e lending esistenti in Italia per continuare a operare devono ottenere entro il 10 novembre un’autorizzazione da parte della Consob, sulla base del nuovo regolamento ECSP, pena la sospensione dell’attività (potranno ovviamente continuare a gestire gli investimenti già raccolti)» ha ricordato Emma Iannaccone di Consob. «Alla data del 30 giugno 2023 le piattaforme autorizzate attive erano 65, di cui 38 di equity crowdfunding e 27 di lending. Ma quelle che hanno chiesto l’autorizzazione prevista dal regolamento a oggi sono appena 25, di cui meno di 10 sono piattaforme di equity crowdfunding. La scadenza del 10 novembre si avvicina, chi desidera presentare domanda di autorizzazione deve farlo al più presto».

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