C’è chi trasforma in birra le eccedenze di pane di ristoranti e fornai, chi ricava un distillato dalle proprietà antinfiammatorie dagli scarti dell’olio d’oliva e chi dà vita a una casa sostenibile partendo dai funghi. Sono i nuovi imprenditori del biotech, che con i loro modelli di impresa vogliono avere un impatto positivo sulla salute del pianeta e dell’uomo, riducendo gli sprechi, dando una seconda vita ai rifiuti e non solo. Racconteranno le loro storie oggi 5 ottobre, in diretta web, durante l’evento One health, la salute del pianeta è la salute dell’uomo, organizzato da Federchimica Assobiotec, l’associazione che rappresenta 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici che operano in Italia.
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Nel nostro Paese il settore delle biotecnologie conta oggi più di 700 imprese, 13mila addetti e oltre 11 miliardi di fatturato. Le micro e piccole imprese superano l’80% del totale, tante (e in aumento) sono le startup innovative. E il trend è in crescita: secondo l’Ocse, il settore rappresenterà il 2,7% del Pil globale entro il 2030.
Durante l’evento, condotto dal giornalista Giampaolo Colletti, interverranno Elena Sgaravatti (vicepresidente di Assobiotec), Gianni Silvestrini (direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia), Deborah Piovan (Cibo per la Mente), Sara Roversi (presidente Future Food Institute), Mariagiovanna Vetere (direttrice affari istituzionali Cluster Spring).
Le storie
E si racconteranno i rappresentanti di quattro imprese. Mogu realizza materiali innovativi, durevoli e biodegradabili per l’interior design, utilizzando il micelio dei funghi. La cantina Caviro recupera i sotto-prodotti derivati dalla filiera vitivinicola e agroalimentare trasformandoli in biometano e prodotti nobili per l’alimentare, il farmaceutico, l’agricoltura. Bioenutra crea un distillato antinfiammatorio e antiossidante usato in cosmetica e nutraceutica dallo scarto dell’olio. Biova Project trasforma il pane scartato da grande distribuzione, ristoranti e panificatori in birra artigianale.