Nei settori tecnologici, l’Italia è agli ultimi posti in Europa per parità di genere. Solo il 16% della forza lavoro è rappresentata da donne. E permane anche il gender pay gap: le donne guadagnano il 16% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Lo rivelano gli ultimi dati di Eurostat e il Women in Digital Scoreboard 2021 divulgato dalla Commissione Europea. Ecco un quadro della situazione, in occasione del Girls in ICT Day, la giornata mondiale promossa dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sul tema del gender gap nel tech, che si celebra il 28 aprile.
Le donne nell’ICT
Il primo programmatore nella storia dei computer è stata una donna: nel 1843 Ada Lovelace sviluppò un algoritmo pensato per essere elaborato da una macchina analitica. Eppure il rapporto tra donne e tecnologia ha poi seguito un’altra strada. Oltre 170 anni dopo, il divario di genere è elevato.
Secondo Eurostat, l’Italia è quintultima in Europa per numero di donne impiegate nell’ICT, meglio solo di Polonia (15%), Ungheria (12%), Malta (11%) e Repubblica Ceca (10%). Sono basse le percentuali anche dei Paesi europei più virtuosi: Bulgaria (28%), Grecia (26%) e Romania (26%).
Il Women in Digital Scoreboard rivela che in Europa solo il 19% degli specialisti che lavorano nell’ICT è rappresentato da donne, appena un terzo dei laureati in discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) sono ragazze. A parità di mansione, le donne guadagnano in media il 19% in meno rispetto agli uomini. E, secondo un calcolo effettuato da WomenTech, ci vorranno quasi 134 anni per arrivare a una situazione di parità di trattamento economico.
La situazione non è rosea neanche oltreoceano. Stando a una recente indagine di Statista, la percentuale di donne impiegate in ruoli tecnici all’interno delle Big Tech (Facebook, Apple, Google, Microsoft) è compresa tra il 23 e il 25%.
Opportunità di carriera e role model
Considerando la carriera lavorativa e i profili tecnici, solo 52 donne ogni 100 uomini sono promosse a manager (fonte: McKinsey). Un recente sondaggio della società di ricerca New View Strategies, conferma che per le lavoratrici la principale sfida da affrontare è proprio la mancanza di opportunità di carriera (52%), insieme alla mancanza di role model da seguire (48%).
C’è chi prova a invertire la rotta, anche in Italia. Per esempio, Primeur Group, multinazionale specializzata in servizi di data integration, nell’ultimo anno ha assunto più di 50 persone, per il 40% donne. «L’obiettivo che ci poniamo mentre continuiamo a crescere è quello di ridurre il gender gap diventando un esempio per il settore ICT» spiega Maria Letizia Manfredi, HR Director di Primeur Group. «Sappiamo che la strada è lunga ma la base di partenza è buona: attualmente circa un terzo della forza lavoro è rappresentato da donne, il doppio della media italiana».