Il colosso americano chiede tutele dai creditori per evitare il fallimento
Era il 5 ottobre 2015 e a Milano, in via della Martinella, in zona Bisceglie, apriva il primo Domino’s Pizza, la catena di pizzerie americane che si era poi espansa in altre città come Torino, Roma e Bologna. Ora invece, in sordina, senza alcun annuncio, sono stati chiusi tutti i punti vendita in Italia.
Domino’s Pizza è stata fondata nel 1960, leader mondiale della pizza a domicilio e con un significativo business nell’asporto, si collocava fra i marchi di catene di ristorazione con oltre 11.900 punti vendita in più di 80 mercati.
Domino’s Pizza in Italia: un progetto mai decollato del tutto
L’ingresso di Domino’s nel mercato italiano e i piani di espansione sono stati seguiti da Alessandro Lazzaroni, imprenditore italiano e amministratore delegato. Tuttavia, già nel 2019 Domino’s Pizza si è ritirato dall’Islanda, dalla Norvegia e dalla Svezia dopo tre anni di gravi perdite. La società si era ritirata anche dalla Svizzera, dove aveva servito pizze dal 2012.
Ora è la volta dell’Italia, nonostante il CEO Alessandro Lazzaroni a inizio 2020 parlasse di 880 nuove aperture entro il 2030. Il Tribunale del capoluogo meneghino, ad aprile 2022, aveva avviato le procedure di chiusura in seguito alla crisi di EPizza SpA, l’azienda che deteneva il franchising in Italia.
Le ragioni dietro la crisi e l’ipotetica ripartenza
Come si può leggere in un comunicato ufficiale di EPizza, la crisi è arrivata con il Covid-19 e le successive e prolungate restrizioni governative, con contrazione delle vendite e aumento della concorrenza nel settore della consegna a domicilio di prodotti alimentari.
Nell’istanza vengono richieste le misure protettive contro i creditori, forse proprio per cercare di risanare il debito e ripartire. La società, visto che non riesce a pagare i debiti, chiede che i creditori non possano farla dichiarare fallita o attaccarne il capitale con misure esecutive. Questo forse per una riapertura in futuro.
Domino’s Pizza quindi chiude i battenti, come Gorillas, il servizio di delivery di prodotti alimentari. Entrambi multinazionali di grande successo. EPizza, per fronteggiare l’ipotesi di fallimento di Domino’s Pizza, aveva già attuato una serie di procedure già dagli ultimi mesi del 2020. A partire, come dichiarato nell’istanza del Tribunale, dal 1 aprile 2022, da una riorganizzazione dei punti vendita e della struttura organizzativa. Tutto ciò finalizzato alla riduzione dei costi.
E intanto sui social ancora nessun annuncio. A un cliente di Parma è addirittura capitato di aver fatto un ordine e non aver mai ricevuto la pizza richiesta. Il negozio era chiuso, ma prendeva ancora ordinazioni!