È facile vendere online se sai come farlo

Di
Redazione Millionaire
23 Agosto 2012

Pubblica il tuo prodotto. Condividilo nel tuo blog o su Facebook. Vendi. Sono i tre passi del social commerce, il commercio elettronico che sfrutta i social network. Pionera in Italia, la startup Blomming

Ecommerce, ecco la svolta. Se fino a ieri realizzare un sito per vendere online era difficile e costoso, oggi si può fare in modo semplice, gratuito e con poche competenze.

In Italia, c’è una realtà che sta prendendo piede. Si chiama Blomming e permette a chiunque di aprire un proprio negozio virtuale senza intermediari e al tempo stesso vendere sul proprio sito o blog.

La piattaforma tecnologica su cui si regge Blomming è complessa ma semplice da usare (e in italiano, anche se multilingua). L’iniziativa, nata nel 2008 da Nicola Vitto e Andrea D’Ottavi, giornalista, ha debuttato online a novembre 2010.

Per saperne di più Millionaire ha intervistato Andrea D’Ottavi.

Come nasce l’idea?

L’idea portante è quella di E-commerce made easy as blogging, fare e-commerce con la stessa facilità (e le possibilità di contatti e relazioni) del blogging. La parola Blomming viene da blogging+commerce, una sintesi dei due mondi che rende bene l’idea di come vogliamo proporci su Internet e sfruttare l’onda “social” per mettere in contatto domanda e offerta.

Come sono stati gli inizi?

Durante la fase iniziale, nel più classico stile da startup, Nicola ha sviluppato un prototipo, chiedendo ad amici e conoscenti di provarlo per ricevere feedback. Al contempo io ho creato un blog, cercando in Rete persone che fossero interessate a usarlo.

Il feedback, positivo e negativo (molto più utile) ci ha incoraggiato a continuare e a perfezionare il prodotto ancora prima del lancio.

Il 23 novembre 2010 abbiamo debuttato online: da lì in poi è stata una corsa sempre più veloce: dal gennaio 2011 a oggi, il numero dei venditori è cresciuto del 1.000%, mentre il numero degli iscritti è cresciuto del 600%.

A chi si rivolge Blomming e che cosa si può vendere?

[blockquote align=”center” variation=”teal”]Non ci sono limiti di prezzo, tipologia o quantità. C’è chi vende cartoline da un euro, chi affitta la casa in montagna, chi opere d’arte anche molto costose: in generale si tratta di oggetti di artigianato, spesso con una notevole cura dei dettagli.

Il target tipico è quello che noi chiamiamo “creatività indipendente”: artisti e artigiani, designer e stilisti, hobbisti, appassionati del Fatto a mano e del Fai da te. Al momento, Blomming viene usato anche da numerose piccole aziende italiane, negozi e altri esercizi commerciali, che in questo modo hanno trovato una soluzione di e-commerce molto meno complicata di quelle tradizionali.[/blockquote]

Come si usa?

Dal punto di vista di chi vende, iscriversi a Blomming è semplice: si tratta di creare un account sul sito e seguire la semplice procedura di iscrizione del venditore e la creazione del catalogo dei propri prodotti, inserendo una descrizione (più accurata è, meglio è), definendo il prezzo e le relative modalità di pagamento, nonché le spese di spedizione a seconda della distanza da coprire.

Quali sono i vantaggi rispetto a un sito di e-commerce?

È gratis, la gestione dell’infrastruttura e della sicurezza dei dati è a carico di Blomming, che promuove in Rete i prodotti. In quest’ottica diventa sensato vendere una sola maglietta, ma anche un intero stock di oggetti fatti a mano. I venditori devono essere capaci di descrivere correttamente il prodotto, sia nella parte grafica (la qualità delle fotografie ha un notevole peso) sia nella descrizione del testo

Qual è il punto di forza rispetto ad altri marketplace?

E’ pensato per chi dispone di un proprio sito o di un blog: è disponibile infatti il codice Html, che può essere inserito nelle proprie pagine, ampliando la possibilità di catturare clienti online. Allo stesso modo, la creazione degli Store, veri e propri negozi virtuali creati tramite applicazioni all’interno di Facebook, è totalmente guidata e permette di accedere alla vasta utenza del social network anche con i pulsanti “mi piace” e “condividi”: in pratica,

gli stessi oggetti che pubblichiamo nel nostro catalogo su Blomming diventano automaticamente visibili anche all’interno del social network.

Sempre nell’ottica dei blog, è il venditore stesso a inserire (anche questo migliora la propria visibilità) i propri tag e segnalare il proprio prodotto in modo preciso. Proprio sulle relazioni, i tag, gli share, insomma i tipici elementi di Facebook gioca buona parte dell’interfaccia di Blomming. In più il compratore può esprimere un “mi piace” e diffondere in modo virale un oggetto in vendita.

Chi compra su Blomming come paga?

Blomming permette di inserire tutte le tipologie più diffuse, da PayPal al bonifico bancario, in modo del tutto analogo a quanto accade per eBay, per esempio. Stesso discorso vale per le spedizioni: spesso un punto dolente per i venditori, che si trovano a dover gestire le spedizioni con fatica; esiste una parte di tutorial online che dà consigli su come rendere scalabile la propria offerta e rimanere puntuale nelle consegne.

Il costo delle spedizioni è vincolato dal servizio postale, sia esso nazionale o internazionale, oppure dai corrieri: il venditore può creare differenti profili di spedizione.

Nuovi progetti tra presente e futuro?

A metà aprile Blomming ha presentato la possibilità di creare Facebook Store: in poco tempo i venditori hanno creato circa 650 shop su Facebook. A metà luglio ha presentato in anteprima il nuovo marketplace, http://blomming.com/buy Permette di proporre i migliori prodotti presenti su Blomming, rispetto al vasto catalogo online, segnalando di volta in volta quelli più popolari.

Se è tutto gratis, di cosa vive Blomming?

Con il 2012 partirà un modello di business che permetterà di rendere profittevole Blomming. È possibile prevedere un modello di revenue sharing, cioè condivisione delle entrate con i venditori, sia esso su percentuale per ogni oggetto venduto sia tramite un abbonamento annuale

Social commerce, è boom

Ma che cos’è il social commerce e quali i pro e i contro?

Lo abbiamo chiesto a Carlo Panzalis, ex fondatore di Virgilio e oggi responsabile per il Consulting in Banzai.

Social commerce vuol dire fiducia. Vuol dire dare credito a chi non ha, apparentemente, conflitti di interesse. A chi ne sa di più, ha più informazioni, ha esperienza. Vuol dire tenere in considerazione i giudizi degli altri

La sua previsione sul social commerce?

Il social commerce ha un grandissimo futuro, mischia fiducia e numeri, raccoglie pareri ed esperienze, vive dove la gente passa il suo tempo: online. Speriamo che il suo spirito non venga tradito.

Quali sono i rischi?

Appiattimento sulle cose (se funziona dovrebbe essere il contrario) e manipolazioni (si deve essere sicuri che non esistano conflitti d’interesse).

Stefano Paganini

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