Eleggendo Trump gli americani hanno detto chiaramente: “Non giudicarmi per quello che dico, ma per quello che faccio”

Di
Redazione Millionaire.it
6 Novembre 2024

Gli americani si sono espressi – e con molta chiarezza. E sembrano aver preferito l’economia, le cose da fare (e di corsa) alle promesse politicamente corrette, che si sono dimostrate inefficaci.

Commentare un risultato della politica americana potrebbe sembrare un’aggiunta inutile alle tante chiacchiere che ormai si leggono in queste ore, molte delle quali potrebbero essere tranquillamente evitate.

Ciò che ci interessa davvero non è alimentare l’ennesimo dibattito su simpatia, antipatia o addirittura odio nei confronti di Donald Trump, ma piuttosto esaminare due aspetti fondamentali che emergono chiaramente dalla sua figura e dal contesto che lo circonda: lo spirito combattivo di Trump e il suo coinvolgimento di Musk.

Innegabilmente, questi elementi vanno ben oltre le normali dinamiche politiche e meritano una riflessione più profonda e che ci riguarda.

 

Lo spirito combattivo di Trump

La prima realtà che non possiamo ignorare è che Donald Trump ha incarnato uno spirito, una resilienza e una voglia di rivincita che, nel panorama della politica “tradizionale”, raramente si trovano. In un sistema politico dove gli apparati sono ben oleati e ogni mossa sembra scritta in un copione collaudato da decenni, Trump ha rotto tutti gli schemi. Due volte. La sua sfida aggressiva e la determinazione a non arrendersi mai sono caratteristiche che in molti ambiti della politica tradizionale americana (e anche europea) non sono contemplati. Questo spirito di sfida non è casuale, ma il riflesso di un imprenditore che non concepisce la sconfitta come una possibile alternativa. Il fallimento e la caduta si, la sconfitta definitiva no. L’imprenditore vede la lotta come una continua prova di resistenza e, quando necessario, come una vera e propria guerra. Non importa quanto il sistema sembri ostile o imponente: lui è pronto a lottare fino allo sfinimento. Certamente, questo atteggiamento non è sempre ideale, non è allineato con le convenzioni politiche, e non è nemmeno ortodosso. Ma tutto questo fa parte della sua natura, e proprio in questo risiede la sua forza. È proprio questa “disruption” – quel cambiamento radicale che sfida la tradizione – che ha trovato un ampio consenso tra milioni di americani, tanto da essere eletto non una, ma ben due volte in un decennio. E non c’è da stupirsi, poiché, in fin dei conti, questo è anche il lato più tangibile del sogno americano, un sogno che non teme la prepotenza, la lotta, e la rivincita.

 

La politica economica di Trump e Musk: un esperimento criticabile, ma con cui fare i conti

Il secondo punto cruciale riguarda l’impatto che la politica economica di Trump e, potenzialmente, di Elon Musk, avrà sugli Stati Uniti e, di riflesso, sul mondo intero. La loro visione economica, che si nutre di un liberismo spinto, di una spinta vigorosa verso l’innovazione e la deregulation, è un esperimento sociale che va osservato con la massima attenzione. A differenza dell’Europa, dove spesso prevale una mentalità più rigida e regolata, gli Stati Uniti sembrano voler mettere in moto ogni energia creativa, puntando tutto sulla libertà di mercato, sull’assenza di freni burocratici e sulla possibilità di far crescere i settori innovativi senza interferenze. La combinazione Trump-Musk, entrambi figure anti-sistema ma con potere e influenza enormi, rappresenta una sfida aperta al modello economico europeo, che si basa su regolamenti stringenti e sulla protezione sociale.

Questo approccio potrebbe dar vita a un modello completamente inedito, dove la creatività imprenditoriale viene spronata senza limitazioni, dove si premiano l’efficienza e la competitività, e dove la tecnologia potrebbe essere il vero motore di sviluppo. L’Europa, al contrario, si trova spesso a confrontarsi con un sistema più protettivo, incentrato su welfare e regole, con una visione che cerca di bilanciare l’innovazione con la sicurezza sociale. Per chiunque faccia impresa, questo contrasto tra i due modelli rappresenta una sfida fondamentale: quale futuro ci attende? Il modello statunitense, più spinto e meno vincolato dalla regolamentazione, o il modello europeo, più tradizionale e protettivo? La risposta a questa domanda non è scontata e merita una riflessione approfondita, perché avrà ripercussioni non solo sugli Stati Uniti, ma sull’intero sistema economico globale. Quello che è certo è che, per il futuro delle imprese, questi sviluppi non possono essere ignorati, poiché la direzione che prenderanno gli Stati Uniti potrebbe segnare un cambiamento epocale per l’intero scenario internazionale.

 

L’America vuole Trump: nessun se, nessun ma

Un’altra riflessione, provocata da un editoriale del Financial Times, è che Donald Trump è ormai considerato non solo un rivale in grado di vincere la presidenza ben due volte, pur dopo un purgatorio di 4 anni, ma una realtà inevitabile per una larga fetta della popolazione americana. La domanda che sorge spontanea è: perché Trump ha ancora un così ampio seguito nonostante i numerosi scandali che lo hanno coinvolto?

Nel 2020, Joe Biden aveva definito Trump un “momento aberrante” della politica americana, immaginando che la sua elezione fosse un episodio isolato, destinato a finire nel passato. Tuttavia, ora sembra chiaro che, in realtà, Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, in grado di vincere sia il voto popolare, ma anche Congresso e Senato. Questo scenario dimostra che il supporto a Trump non è un incidente, ma un fenomeno radicato e crescente.

 

Il perché di una vittoria 

L’articolo del Financial Times esplora anche le ragioni dietro questo fenomeno. Una parte considerevole degli elettori americani sembra infatti accettare o addirittura desiderare le politiche di Trump. Tra le principali proposte che continuano a raccogliere consensi vi sono l’espulsione di massa degli immigrati illegali, il rifiuto della globalizzazione e un netto contrasto con l’approccio “woke” delle élite liberali, che Trump ha da sempre messo in discussione. Questi temi sembrano prevalere sulle preoccupazioni relative alla sua figura controversa, segnata da processi legali e accuse di aver tentato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020.

Il fatto che gli Stati Uniti possano eleggere nuovamente un ex presidente accusato di crimini, tra cui il tentativo di ribaltare i risultati elettorali e la sua ammirazione per i dittatori, può essere interpretato in due modi. O i cittadini non considerano davvero il pericolo che Trump rappresenta per la democrazia, o sanno esattamente cosa sta succedendo, ma preferiscono accettarlo piuttosto che tornare alla “normalità” di un sistema che non ha dato loro le risposte sperate.

 

L’America ha ormai superato una soglia critica. La rielezione di Trump rappresenterebbe un cambiamento epocale nella politica americana, con effetti devastanti per i Democratici, ma anche per gli alleati globali degli Stati Uniti.

 

Il rischio calcolato di Elon Musk

Un altro protagonista che gioca un ruolo cruciale nelle dinamiche politiche statunitensi è Elon Musk. Il CEO di Tesla e SpaceX ha fatto un significativo investimento politico in favore di Donald Trump, e il suo impegno sta dando i suoi frutti. Con una fortuna che supera i 260 miliardi di dollari, Musk è ormai diventato uno degli alleati più influenti di Trump e si prevede che assuma un ruolo di primo piano nell’amministrazione futura.

Musk ha promesso di portare avanti una campagna di deregulation negli Stati Uniti, un’area dove ha un interesse diretto, considerando le sue aziende nel campo dell’intelligenza artificiale, della mobilità elettrica e delle esplorazioni spaziali. Il miliardario, che ha dichiarato di essere un “assolutista della libertà di espressione”, ha pubblicamente appoggiato Trump, allineandosi su temi come l’immigrazione e la lotta contro la politica “woke”. Non solo ha contribuito con oltre 100 milioni di dollari al PAC pro-Repubblicano, ma ha anche utilizzato il suo potente megafono, X (ex Twitter), per promuovere messaggi a favore di Trump e contro l’avversaria Kamala Harris.

Con il suo piano di ridurre la “vastità della burocrazia federale”, Musk punta a un controllo più diretto e a un taglio delle spese pubbliche. Un’idea che lo ha spinto a suggerire la creazione di un nuovo Dipartimento dell’Efficienza del Governo, il cui obiettivo sarebbe semplificare l’amministrazione pubblica, tagliando risorse a quelle agenzie che Musk considera superflue.

Musk appare determinato a plasmare la politica statunitense nei prossimi anni, puntando a cambiare radicalmente l’approccio alle politiche pubbliche, soprattutto nelle aree tecnologiche ed economiche.

Questa alleanza tra Musk e Trump, con l’ambizione di ridisegnare la burocrazia statunitense e promuovere una visione economica più liberista, segna un punto di svolta nelle politiche future degli Stati Uniti, con possibili ripercussioni a livello globale.

 

Intanto il mercato ha reagito premiando il dollaro, i listini americani (e le aziende di Musk).

 

 

 

 

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