L’inchiesta sull’eredità della famiglia Agnelli ha fatto un notevole passo avanti con il sequestro di beni per un valore complessivo di 74,8 milioni di euro, disposto dalla Procura di Torino. Il provvedimento ha colpito i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, oltre al commercialista Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert Von Grunigen. Le accuse mosse contro di loro includono la dichiarazione fraudolenta e la truffa aggravata ai danni dello Stato.
L’eredità di Marella Caracciolo e Gianni Agnelli
Al centro dell’inchiesta ci sono questioni legate all’eredità lasciata da Marella Caracciolo, moglie di Gianni Agnelli. Secondo la ricostruzione della Procura, tra il 2015 e il 2019 sarebbero stati sottratti al fisco italiano redditi derivanti da una rendita vitalizia e da attività finanziarie detenute in trust con sede alle Bahamas, per un’evasione Irpef stimata intorno ai 42,8 milioni di euro. Oltre a ciò, sarebbero state evase imposte di successione per circa 32 milioni di euro su una massa ereditaria valutata in oltre 800 milioni, composta da immobili, opere d’arte, gioielli e quote di fondi d’investimento in Lussemburgo.
La risposta dei fratelli Elkann
I fratelli Elkann, attraverso i loro legali, hanno negato qualsiasi addebito, sottolineando come il sequestro rappresenti solo una misura cautelare che non implica responsabilità accertate. La difesa si basa anche sul fatto che Marella Caracciolo risiedeva stabilmente in Svizzera dagli anni ’70, un elemento che potrebbe avere un impatto sulle questioni fiscali.
Il sequestro si configura come parte di una strategia di accertamento delle imposte dovute allo Stato italiano su redditi non dichiarati e flussi finanziari internazionali, un tema che sta diventando sempre più centrale in numerosi casi di evasione fiscale collegati a grandi patrimoni familiari.
Tuttavia, i legali dei fratelli Elkann hanno già annunciato che contesteranno la legittimità del provvedimento, sostenendo che non vi è mai stato alcun rischio di dispersione dei beni e che i loro assistiti non avrebbero nulla da temere dall’esito finale dell’inchiesta.
Il ruolo della madre, Margherita Agnelli
Margherita Agnelli, madre di John, Lapo e Ginevra Elkann, ha avuto un ruolo significativo e complesso nella vicenda dell’eredità della famiglia Agnelli. Dopo la morte del padre Gianni Agnelli nel 2003, ha contestato la gestione della sua eredità, sollevando dubbi sulla suddivisione dei beni tra i vari membri della famiglia e sulle modalità con cui l’eredità era stata amministrata.
Margherita ha avviato una causa legale contro il figlio John Elkann e altri esponenti della famiglia e consiglieri, contestando la legittimità delle decisioni prese dagli esecutori testamentari, compresi Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens, due figure chiave nella gestione del patrimonio Agnelli. Queste tensioni familiari hanno portato a un lungo conflitto legale che si è protratto per anni, soprattutto in merito alla trasparenza e alla valutazione degli asset internazionali della famiglia, tra cui trust e fondi immobiliari.
Nel contesto dell’attuale indagine per frode fiscale che coinvolge i suoi figli, Margherita Agnelli non sembra essere direttamente coinvolta. Tuttavia, la sua disputa precedente sull’eredità potrebbe aver contribuito a mettere in luce alcune delle complesse strutture patrimoniali e finanziarie della famiglia, ora oggetto di esame da parte delle autorità italiane.
La sua posizione nella vicenda evidenzia le dinamiche interne alla famiglia Agnelli, caratterizzate da conflitti e tensioni legate al controllo del vasto patrimonio e alla sua distribuzione tra gli eredi.
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