Oliviero Toscani, celebre fotografo italiano e visionario dietro le iconiche campagne pubblicitarie di Benetton, si è spento all’età di 82 anni. Con una carriera che ha attraversato oltre sei decenni, Toscani ha lasciato un segno indelebile nel mondo della comunicazione visiva, sfidando continuamente le convenzioni e sollevando dibattiti su temi sociali e culturali di grande rilievo.
Nato il 28 febbraio 1942, Toscani ha respirato arte fin dalla giovane età, seguendo le orme del padre, fotografo del Corriere della Sera. Dopo essersi formato a Zurigo, ha iniziato a lavorare per riviste di moda di spicco come Vogue, Harper’s Bazaar ed Elle, contribuendo al lancio di volti noti come Monica Bellucci. Tuttavia, è negli anni Ottanta che il suo nome ha iniziato a risuonare a livello internazionale grazie alla collaborazione con Benetton.
Le sue campagne pubblicitarie per il marchio di moda sono diventate famose non solo per le immagini audaci e provocatorie, ma anche per il messaggio sociale che trasmettevano. Tra i soggetti che più hanno fatto discutere, si ricordano un malato di AIDS rappresentato come una pietà, un bacio tra un prete e una suora e tre cuori identici contrassegnati dalle scritte “bianco”, “nero” e “giallo”, in un chiaro invito a riflettere sull’assurdità del razzismo. Toscani stesso definiva il suo lavoro come un modo per “sfruttare la moda e la pubblicità per parlare di questioni importanti, anziché vendere illusioni”.
Non privo di controversie, il suo rapporto con Benetton si interruppe nel 2000, quando una campagna che mostrava i volti di detenuti nel braccio della morte negli Stati Uniti suscitò un’ondata di critiche. Toscani difese la sua scelta, affermando che l’intento era quello di stimolare una riflessione sulla pena di morte, piuttosto che vendere abiti. Tornò a collaborare con il marchio nel 2017, ma nel 2020 fu nuovamente allontanato in seguito a dichiarazioni polemiche sul crollo del ponte Morandi di Genova.
Negli ultimi anni, Toscani aveva rivelato di essere affetto da amiloidosi, una malattia rara che colpisce gli organi vitali attraverso l’accumulo di proteine anomale. Nonostante le difficoltà, ha continuato a lavorare e a portare avanti la sua visione fino alla fine, partecipando nel 2024 a una mostra intitolata “Fotografia e provocazione” presso il Museum für Gestaltung di Zurigo.
“La fotografia è il mezzo con cui ho cercato di cambiare il mondo, o almeno di far riflettere le persone”, dichiarava spesso. Toscani lascia una vasta eredità fatta di immagini potenti, idee coraggiose e un instancabile desiderio di rompere gli schemi. Come lui stesso aveva auspicato, sarà ricordato non per una singola fotografia, ma per un’opera complessiva che ha segnato un’epoca e continuerà a ispirare generazioni future.
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