roberto ferrari design

Ex direttore di CheBanca! molla tutto e inventa la Yoox del design italiano: «Dobbiamo meritarci di essere nati in questo Paese meraviglioso»

Di
Redazione Millionaire
29 Maggio 2020

Ricominciare a 54 anni in un settore completamente nuovo. Trasformarsi da banchiere a founder di una startup. Puntare tutto sul design, anche se da sempre ci si è mossi nel mondo della finanza. È la storia di Roberto Ferrari, 14 anni nel salotto di Mediobanca, di cui quattro passati a dirigere CheBanca! e uno come Chief digital and innovation officer della casa madre. Grande esperto di fintech («ma in questo mondo è già stato fatto tutto e lavorare con le banche non è cosi semplice»), ha deciso di ricominciare da zero puntando su una sua passione: l’eccellenza del design italiano. Ad aprile 2019 ha lanciato DesignItaly (www.designitaly.com), una piattaforma che mette in contatto i buyer con i produttori di design di lusso.

Qualche giorno fa, proprio all’inizio della fase 2 di questa emergenza sanitaria, Ferrari ha aperto una campagna di equity crowdfunding sul portale 200Crowd.com. In una sola settimana ha raggiunto l’obiettivo di 300mila euro, conquistando 37 soci e ora ha deciso di puntare a 500mila. «Voglio portare il design italiano fuori dai confini nazionali e creare una community di piccole e medie imprese pronte a ripartire per sfruttare al massimo la domanda di Made in Italy che si sta generando in questo momento».

«Siamo molto fortunati a nascere in questo Paese meraviglioso ma dobbiamo meritarcelo. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per migliorare le cose».

Uomo digitale, appassionato di economia comportamentale («Siamo molto meno razionali di quel che crediamo»), Ferrari ha da sempre l’amore per le cose fisiche e la voglia di fare. Come puoi fermarti in un posto di lavoro anche prestigioso se ti senti come un ministro senza portafoglio? «”La più consistente scoperta che fai a una certa età – dice Toni Servillo nel film La Grande Bellezza – è che non puoi più perdere tempo a fare cose che non ti va di fare”. Ecco. Il tempo passato in Mediobanca era terminato e la consapevolezza che esisteva un’opportunità là fuori si faceva strada in me».

Esce da Mediobanca, si mette a studiare per sei mesi e prepara la nuova avventura. «Ho fatto una scommessa sul Made in Italy, mettendo insieme un mix di cose. Ho visto la straordinaria idea di Eataly: piattaforma per far conoscere le eccellenza italiane del food nel mondo. Perché non crearne una anche sul design? Ho guardato al Salone del Mobile di Milano che in questi anni si è trasformato nell’evento più importante del settore nel mondo. Ho studiato i dati di mercato: il desiderio del buono e del benfatto è in crescita. E ho visto che il nostro design di lusso era poco rappresentato, spesso venduto da piattaforme straniere. Ho osservato Yoox e LuisaViaRoma e quella capacità della moda di digitalizzare un settore e sono partito».

Ferrari, che prima di Mediobanca, ha lavorato nel marketing in Procter & Gamble, inizia dal nome del sito. Digita “Design Italy” e lo trova, è libero, lo acquista per 2.500 dollari. Fa un round “family and friends” e crea il marketplace. Seleziona i primi prodotti di design di alta qualità. Modello di business è una percentuale sul venduto. 80 aziende sono già sul portale, 1000 i prodotti in vendita: entra solo chi produce in Italia..

«L’e-commerce è il settore che trainerà il futuro. Ci siamo accorti tutti della sua potenza. E non torneremo più indietro»

Così come non tornerebbe lui alla sua vita precedente. «Sto imparando tutto sulla mia pelle. Sto rischiando. Mi occupo del modello F24, di cose da pagare, di budget, di pubbliche relazioni, di scelta dei designer, di burocrazia. Mi scontro con regole, procedure, con cose spesso incomprensibili. Ma sono entusiasta, è un’esperienza molto istruttiva.

«La prima lezione che ho imparato? Prima gestivo una banca con 1300 persone, oggi siamo in 8: ma le aziende, piccole o grandi che siano, sono fatte di persone. Le persone rappresentano il passaggio tra quello che pensi e quello che vuoi realizzare. Devi prenderti cura di loro. Devi sceglierle bene, organizzare il lavoro e capire quanta fatica fanno. Se ne fanno troppa significa che stanno usando male il loro tempo e che presto non saranno più motivate. La trasformazione digitale, di cui tanto si parla, serve per togliere fatica. E capirlo significa fare un passo avanti. E poi, questa epidemia ci ha dato un’altra grande lezione: il mondo è globalizzato, siamo interdipendenti globalmente, ma in questa interdipendenza dobbiamo trovare il modo per valorizzare l’Italia. In questa fase, il nostro Paese suscita in tutti noi sentimenti positivi, che dobbiamo conservare. Non abbiamo nulla da invidiare al resto del mondo: io riparto da qui».

 

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