Sedetevi comodi e prendete i popcorn: il duello è appena iniziato
Sembra l’inizio di una nuova stagione di una serie Netflix o un classico western: due rivali, una contesa infinita e una posta in gioco che si fa sempre più alta. Elon Musk ha nuovamente acceso il dibattito sull’intelligenza artificiale con una mossa clamorosa: insieme a un gruppo di investitori, ha presentato un’offerta di quasi 100 miliardi di dollari per acquisire OpenAI.
L’offerta, confermata dal Wall Street Journal, mira a ottenere il controllo totale della società che gestisce ChatGPT, alimentando ulteriormente la rivalità tra Musk e il CEO di OpenAI, Sam Altman. E tutto questo mentre Musk viene ostacolato nelle incursioni ‘DOGE’ e ci intrattiene con continue esternazioni in una sorta di competizione con Trump.
L’annuncio arriva in un momento cruciale anche per OpenAI, che sta cercando di trasformarsi in un’entità completamente a scopo di lucro. Questo cambiamento ha suscitato controversie, con Musk che sostiene che la missione originaria dell’azienda, basata sulla ricerca e la trasparenza, sia stata tradita. Secondo Marc Toberoff, avvocato degli investitori che sostengono Musk, è fondamentale che la transizione verso il profitto avvenga nel rispetto del valore creato dall’organizzazione non profit originaria.
La reazione di Sam Altman e il botta e risposta su X
La risposta di Altman non si è fatta attendere. Attraverso un post su X (ex Twitter), ha reagito con ironia: “No grazie, ma se vuoi possiamo acquistare Twitter per 9,74 miliardi di dollari”. Musk, che aveva acquisito la piattaforma nel 2022 per 44 miliardi e l’aveva ribattezzata X, ha replicato con un secco “Swindler” (truffatore), dimostrando che la tensione tra i due leader tecnologici non accenna a diminuire.
Il duello tra Musk e Altman non è nuovo. Musk, che aveva co-fondato OpenAI nel 2015 ma l’aveva abbandonata nel 2019, ha spesso criticato l’operato dell’azienda, accusandola di aver tradito i suoi principi fondanti e di aver chiuso l’accesso ai suoi modelli avanzati. Dopo aver lasciato OpenAI, Musk ha fondato xAI, una società rivale che si propone di sviluppare intelligenza artificiale in modo più aperto e trasparente.
I dettagli dell’offerta di Musk
L’offerta di 97,4 miliardi di dollari, supportata da xAI e da altri investitori di rilievo come Joe Lonsdale (co-fondatore di Palantir) e Ari Emanuel (CEO di Endeavor), rappresenta un tentativo aggressivo di riportare OpenAI sotto il controllo di una visione più in linea con quella originaria di Musk.
Marc Toberoff ha dichiarato al Wall Street Journal che l’offerta è destinata a garantire che il passaggio alla struttura for-profit di OpenAI avvenga nel rispetto del valore e del lavoro dell’organizzazione non profit originale. Gli investitori di Musk sarebbero pronti ad aumentare ulteriormente la loro proposta in caso di concorrenza da parte di altri acquirenti.
OpenAI e la resistenza alla vendita
Nonostante l’enorme somma offerta, OpenAI non ha manifestato alcuna intenzione di accettare la proposta di Musk. Un portavoce dell’azienda ha sottolineato che OpenAI non è obbligata a vendere e che la struttura non profit attuale permette di perseguire la missione originale senza essere influenzata da pressioni di mercato.
Alcuni esperti legali, come Ann Lipton, professoressa alla Tulane University, hanno confermato che Musk può solo fare pressione pubblica e politica, ma non ha un vero strumento legale per forzare la vendita di OpenAI. Questo significa che l’impasse potrebbe durare ancora a lungo, alimentando ulteriori tensioni e colpi di scena.
La posta in gioco: il futuro dell’AI
Oltre alla disputa tra Musk e Altman, la posta in gioco in questa battaglia è il futuro stesso dell’intelligenza artificiale. OpenAI sta già lavorando a Stargate, un progetto infrastrutturale da 500 miliardi di dollari, supportato dal governo americano, per la prossima generazione di AI avanzata. Musk, che non è incluso nel progetto, ha più volte criticato il coinvolgimento del governo nel settore e potrebbe vedere questa offerta come un modo per rientrare nel gioco ad alti livelli.
OpenAI ha giustificato la sua conversione in un’entità for-profit con la necessità di raccogliere capitali e restare competitiva in un mercato dominato da colossi tecnologici come Google e Microsoft. Tuttavia, Musk e i suoi sostenitori vedono questa transizione come un tradimento della missione originale dell’azienda.
Uno scontro senza vincitori?
La rivalità tra Musk e Altman potrebbe protrarsi ancora a lungo, con possibili battaglie legali e nuove mosse strategiche da entrambe le parti. OpenAI ha chiarito di non voler considerare offerte di acquisto, mentre Musk continua a esercitare pressioni per cambiare il destino dell’azienda.
Nel frattempo, il settore dell’intelligenza artificiale continua a evolversi rapidamente, con investimenti miliardari e innovazioni che potrebbero cambiare il panorama tecnologico globale. Resta da vedere se Musk riuscirà nel suo intento o se Altman e il consiglio di OpenAI resisteranno alle pressioni, portando l’azienda verso il futuro che hanno immaginato.
Sostieni Millionaire e i suoi collaboratori
Hai appena letto questo articolo gratuitamente, senza alcun banner pubblicitario o paywall. Questa è una scelta editoriale di Millionaire.it, perché crediamo nel valore della condivisione libera delle idee. Tuttavia, ogni articolo rappresenta il frutto del lavoro di più collaboratori. Se apprezzi il nostro impegno, ci sono diversi modi con cui puoi sostenere Millionaire.it nel suo lavoro quotidiano.
Puoi acquistare la versione digitale del magazine (a soli € 2.50) oppure offrire, come tuo gesto di apprezzamento, un token che andrà direttamente a chi ha scritto questo articolo CLICCANDO QUI.
Grazie per il tuo supporto!
Non dimenticare di iscriverti alla nostra newsletter QUI e di seguirci sui social per rimanere sempre aggiornato.