Carlo Gualandri soldo
Carlo Gualandri

Fintech, è italiano un nuovo strumento per le imprese

Di
Silvia Messa
17 Febbraio 2017

 

Grazie al Fintech, gestiamo i soldi dallo smartphone. Oggi anche le imprese hanno uno strumento in più. Soldo Business dà una mano agli imprenditori

Chi c’è dietro

Nel dicembre 2016, Millionaire ha presentato una startup, che ha creato un portale e un’app, Soldo.com. Si tratta di uno strumento per gestire le spese di casa con un sistema di carte di credito per i vari membri, controllate da una persona, che bonifica denaro, visualizza i movimenti e blocca chi spende troppo. Una “creatura” di Carlo Gualandri, veterano del web, fondatore di Matrix, cofounder di Virgilio, il primo portale italiano, e di Active Advertising, network di pubblicità online. Ha sviluppato aziende nel mobile e del social gaming. Si è occupato di Lottomatica, Pagine Gialle Online, Telecom Italia. E partecipato al lancio di Fineco, banca online.

Style: “70’s look”

La scelta di dedicarsi al Fintech

«Mi sono sempre occupato di settori in cui l’avvento del digitale creava opportunità. Il fintech è un enorme mercato, che negli ultimi 10 anni si è via via liberalizzato, permettendo a soggetti terzi di offrire servizi finanziari. Poi, è cambiata l’attitudine dei consumatori, che usano smartphone per molti servizi: perché non per far girare il denaro? Ci sono altri mercati enormi e promettenti, come quello della comunicazione social. Ma è naturale che un giovane si inventi Snapchat, e uno come me, con qualche capello bianco affronti il Fintech, in cui sono credibile e competitivo».

Soldo: com’è nata l’idea

«L’idea mi è venuta in famiglia! I miei figli sono diventati grandi e volevo gestire meglio i movimenti di denaro. In modo semplice, dando loro autonomia. Possono entrare nel conto spese anche altri utenti che usano il denaro, con vari gradi di accesso, e un controllo centrale del “capofamiglia”».

Dal privato all’azienda

Soldo non si ferma in famiglia. È nato Soldo Business, che permette di delegare, controllare e gestire in tempo reale le spese aziendali attraverso l’uso di un unico conto spese multi-utente che alimenta carte prepagate per il personale ed i centri di costo.

Il titolare del conto mantiene il controllo principale dei flussi di denaro attraverso l’uso di carte prepagate personalizzabili, un cruscotto di gestione su web e un’app su iOS o Android, con cui gli utenti aggiungono informazioni e le foto delle ricevute alle transazioni, integrandosi con i più usati software di contabilità.

La novità

Il lancio del prodotto è avvenuto il 14 febbraio.
È una vera novità? « il fintech si è rivolto soprattutto ai privati fino ad oggi e il fatto che sia un italiano ad aprire un nuovo mercato è un’ottima notizia, che farà parlare di noi. Il servizio è il primo del suo genere sulla scena Fintech europea: una soluzione semplice e sicura che, da un lato, permette di automatizzare la gestione contabile delle spese ed eliminare le operazioni necessarie a gestire gli anticipi di denaro ai dipendenti, definendo regole e limiti di utilizzo per ogni membro del network aziendale. E dall’altro garantisce a tutti – impiegati, consulenti o interi dipartimenti aziendali – l’autonomia necessaria per le esigenze di acquisto di ogni giorno semplificando anche la compilazione delle note spese», spiega Gualandri.

C’è bisogno di Soldo Business?

«Secondo una ricerca commissionata da Soldo a YouGov, in UK su 1200 Pmi, il costo complessivo per la gestione contabile delle spese in azienda è di 8.72£ miliardi ogni anno! Ogni azienda impiega in media almeno 4 ore settimanali nella gestione di queste attività, con relativi costi, che pesano soprattutto sulle startup. Per il momento poche startup si sono mosse in questo mercato (soprattutto su servizi di anticipo fatture, prestiti e trasferimenti di denaro a fornitori) e poche aziende “tradizionali” sanno di avere l’opportunità di automatizzare molte operazioni e ridurre tempi e costi di gestione».

La costruzione in team

«Sono rimasto incinto dell’idea di Soldo negli anni. Era ora di farla nascere. L’ho costruita nel salotto di casa mia. È difficile pensare di aver successo risparmiandosi. Faccio di tutto: ho reclutato il team, i miei collaboratori nelle precedenti imprese, ho prodotto strategie, sono andato a “vendere”. Ho raccolto capitali, ci ho messo i miei. Non puoi fare una startup con distacco. La tecnologia è stata sviluppata da programmatori ed esperti di finanza. Siamo in 30, ora. Un mix di specialisti di varie nazionalità. Molti giovani, alcuni meno. Al mio fianco dal 1995, Carlo d’Acunto, cofounder di Gioco Digitale, che costruisce il lato tecnologico delle mie idee» conclude Gualandri.

 

 

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