La misura che si pone l’obiettivo di sostenere gli italiani rischia di non attuarsi per mancanza di adesioni e tempistiche troppo strette.
Per far fronte all’aumento esponenziale delle bollette che rischia di mettere in seria difficoltà la stabilità economica degli italiani, il Governo Meloni ha pensato di istituire un bonus esentasse da versare nelle buste paghe dei lavoratori. A quanto pare però, la misura sembra essere stata fatta senza prendere in considerazione i tempi e i bilanci delle aziende e per questo rischia di rimanere prevalentemente sulla carta.
Secondo quanto istituito dal decreto Aiuti quarter, in vigore dal 18 novembre la soglia di esenzione fiscale di questa forma di retribuzione è passata da 600 a 3mila euro. L’obiettivo del governo è quello di fornire ai lavoratori un sostegno ulteriore per far fronte alla crisi economica e ai rincari dell’energia.
Il duplice vantaggio
La misura sarebbe stata fatta per portare vantaggi sia a lavoratori che imprese, infatti il bonus avrebbe la peculiarità di dare ai dipendenti delle aziende la possibilità di sostenere le spese aggiuntive permettendo a quest’ultime di mettersi avanti nel versamento delle imposte, peccato però che a causa degli aumenti anche le imprese, soffrono le difficoltà economiche in cui si trovano le famiglie. Apparentemente infatti, sembrano poche le imprese che aderiranno al Fringe benefit. «La maggior parte delle aziende non li potranno erogare poiché non sono nelle condizioni di poterlo fare dato l’aumento delle materie prime e dei costi energetici» dichiara Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.
Fringe benefit, il bonus dell’ultimo minuto
Tuttavia, per chi invece è nelle condizioni di poterlo fare, si ritrova con tempi strettissimi. La misura, infatti sarebbe riferita all’anno di imposta 2022 con una scadenza al 12 gennaio 2023. Ciò implica che le aziende in trenta giorni risicati dovrebbero calcolare se dare o meno questo bonus ai propri dipendenti. Peccato che la maggior parte delle imprese, soprattutto quelle più grandi, abbiano già chiuso i bilanci di quest’anno e non potranno più contabilizzare i Fringe benefit. Nonostante la misura presenti un duplice vantaggio, permettendo ai lavoratori di ricevere una busta paga più cospicua e alle imprese di dedurre completamente queste spese dal reddito d’impresa, rimane quindi il dissenso dovuto alle difficoltà che questa misura porterebbe alla contabilità delle aziende.
Il successo della manovra, quindi, dipenderà principalmente dalla capacità del governo di elasticizzare la misura ristabilendo i vantaggi su entrambi i fronti.